La scultura di Ben Dobbin, di Foster + Partners, è un progetto architettonico ispirato da whisky e Buckminster Fuller

In collaborazione con The Dalmore e il museo V&A Dundee, Dobbin ha realizzato una scultura in bronzo che celebra il paesaggio scozzese e un raro whisky invecchiato 52 anni.

The Rare è una struttura in bronzo che avvolge e solleva una bottiglia di whisky invecchiato 52 anni. La forma richiama le curve dei rilievi che circondano la distilleria di The Dalmore, affacciata sul Cromarty Firth. “Ricordo di essere tornato dalla distilleria all’alba, colpito da come le forme delle colline trattenessero la luce e sembrassero cullare l’acqua. Quel momento mi è rimasto dentro e ha plasmato il cuore del design” racconta Ben Dobbin dello studio Foster+Partners, che l’ha creata. Prima di trasferirsi negli Stati Uniti, dove segue i progetti dello studio del guest editor 2024, tra cui il celebre Apple Park, Dobbin ha vissuto anche in Scozia, quando era uno studente. Questo ha certamente influenzato il concept del progetto, spiega a Domus

The Rare è il terzo capitolo del progetto The Luminary Series, che punta a unire la tradizione del whisky all’innovazione del design attraverso la collaborazione con architetti internazionali. Dopo il primo progetto con Kengo Kuma e il secondo con Zaha Hadid Architects, il protagonista di quest’anno è Foster+Partners con Ben Dobbin.

Ben Dobbin. Courtesy The Dalmore

Dobbin ha collaborato a stretto contatto con Richard Paterson e Gregg Glass, i master distiller di The Dalmore. “Collaborare con maestri del whisky così affermati è stato davvero speciale. Loro affrontano la creazione del whisky come un processo creativo: pensano al sapore come i designer pensano alla forma – in modo iterativo, curioso, sempre in evoluzione – ed è stato un vero punto di connessione tra di noi.” Questo approccio condiviso ha rappresentato per l’architetto un importante punto di contatto: “Anche noi architetti progettiamo per il futuro. A volte ciò che disegni oggi prenderà vita tra 10, 20 o 30 anni. È lo stesso con il whisky”.

All’inizio avevo molte idee – concetti astratti che mi giravano in testa. Ma quando ho visitato la distilleria, ho lasciato andare tutto.

Ben Dobbin

La ricerca di integrazione tra l’opera e la tecnica strutturale, che è un pilastro dello studio guidato da Norman Foster, è centrale anche per questo progetto. “Per identificare l’idea principale, che è quella di sollevare la bottiglia, serviva subito una soluzione strutturale” commenta Dobbin. L’opera, infatti, si basa sul principio di “tensegrità”, termine la cui paternità è stata attribuita a Buckminster Fuller. Si tratta di una tecnica strutturale che gioca sulla compresenza di strutture rigide e cavi, tensione e compressione, a generare un sistema integrato in cui tutto resta in equilibrio. 

Courtesy The Dalmore

Nella definizione delle forme, Dobbin confessa di essere stato influenzato dal lavoro di Barbara Hepworth, scultrice inglese tra le più popolari del Novecento, dal design degli strumenti musicali e poi da “ingegneri innovativi come Felix Candela”, che immediatamente ci fa associare The Rare alle curve del Parco Oceanografico di Valencia.

Ma nonostante esistano dei punti di contatto, occuparsi di un progetto architettonico è molto diverso rispetto alla creazione di un oggetto a scala ridotta. “Lavorare su Apple Park o sulla Transamerica Pyramid” – progetti a cui Dobbin ha partecipato in prima persona con Foster+Partners – “richiede la gestione di grandi team e una pianificazione complessa. Qui invece ho potuto lavorare in modo molto più diretto, senza un brief rigido e con molta libertà creativa”.

Courtesy The Dalmore

L’intero progetto, presentato in occasione della Biennale di Architettura di Venezia, che ha appena aperto al pubblico con la 19esima edizione curata da Carlo Ratti, è realizzato con la partecipazione del museo di design V&A Dundee, che co-cura l’iniziativa fin dal primo capitolo. Gli oggetti, vere e proprie opere d’arte, sono sempre battuti all’asta da Sotheby’s per sostenere il museo. Dall'inizio della collaborazione e con le edizioni precedenti, The Dalmore ha già raccolto oltre 200.000 sterline.

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