Il Null Stern Hotel, letteralmente “albergo a zero stelle”, nasce nel 2008, nel cuore della crisi finanziaria, dall’intuizione degli artisti Frank e Patrik Riklin con l’albergatore Daniel Charbonnier. Tutto comincia in un bunker a Sevelen, costruito durante la Guerra Fredda. L’allestimento è minimale: un paio di letti sottoterra, lenzuola pulite e arredo scandinavo. Più che una stanza, sembra una mostra: eppure il soggiorno registra il tutto esaurito. Tutti, anche i ricchi, vogliono dormire sottoterra.
Il progetto esplode sui media internazionali e viene preso sul serio: è una critica al turismo di lusso che paga profumatamente esperienze “diverse”, dal dormire in una palafitta sul Lago Titicaca ai soggiorni in riad a Marrakech.
Dalla critica al turismo d’élite alla star di Instagram
Negli stessi anni, tra la fine dei Novanta e i primi Duemila, compaiono strutture come il Burj Al Arab a Dubai, l’Emirates Palace ad Abu Dhabi o il Town House Galleria di Milano, e persino gli hotel-casinò firmati dal Trump imprenditore. Si inizia a parlare di “hotel a 7 stelle”, trovata di marketing senza riscontro ufficiale, che promette un servizio mai visto.
Nasce così il trend di un turismo d’élite alla ricerca di esperienze esotiche e confezionate: un fenomeno raccontato da The White Lotus e Triangle of Sadness, ma anche da Michel Houllebecq in Piattaforma e La carta e il territorio.
Nel 2016 il progetto dei Riklin e Charbonnier abbandona la versione sotterranea per emergere in superficie: nasce il Null Stern Hotel come lo conosciamo oggi, a metà tra installazione artistica e camera da letto, senza pareti né soffitto. Tra il 2017 e il 2020, nuove installazioni spuntano in Svizzera, in contesti più o meno rurali.
La suite accanto alla pompa di benzina
Nel 2022 Frank e Patrik Riklin aprono il loro ultimo hotel: una stanza come caduta dal cielo, ma non più in luoghi bucolici. La nuova versione, inaugurata in collaborazione con il Comune di Saillon, è collocata vicino a una pompa di benzina. “Alla luce della situazione mondiale attuale, non è il momento di dormire”, commentano i fondatori.
Difficile chiudere un occhio quando un cartello con l’aumento dei prezzi della benzina e il puzzo dei motori disegnano un quadro desolato, mentre accanto a te c’è un maggiordomo uscito da un film di David Lynch. Uno spazio di riflessione più che di confort: gli ospiti erano invitati a lasciare le loro considerazioni sotto il materasso, come in un’apocalisse.
Un lusso che invita a pensare
Nell’ultima installazione riflettere sullo stato del mondo diventa un servizio a pagamento. Il vero confort a sette stelle è comprarsi tempo per entrare in contatto con la realtà, per vivere la precarietà. “È un soggiorno che invita a pensare in modo non convenzionale: un investimento in te stesso e nelle tue riflessioni”.
Si dice che la sovversione artistica muore quando diventa richiesta dal mercato: più che mai vero oggi, quando la critica sociale è ormai requisito per fare arte. Per non restare sepolto, il Null Stern Hotel dovrà cambiare ancora, così come cambiano turismo e mondo.
