Porta i tuoi rifiuti in galleria: a Parigi una bellissima mostra fatta di cose inutili

Tra consumo e memoria, la mostra-progetto Objets Trouvés di Harry Nuriev per Art Basel Paris 2025 trasforma una cappella parigina in un mercato poetico del rifiuto.

Tutto è iniziato con un post su Instagram: “We welcome any items you no longer need...”. Un invito che passerebbe inosservato, se non fosse che a chiederlo è una galleria d’arte, pronta a ricevere qualsiasi oggetto in 75, rue Beaubourg, nel cuore di Parigi.

Un vecchio profumo, una t-shirt dimenticata, un libro letto troppe volte: non ci sono regole, se non quella di evitare oggetti rotti, pericolosi o sporchi — e di accumulare quanto più possibile prima dell’arrivo della fiera d’arte più attesa dell’anno. Per entrare in una delle installazioni più attese di Art Basel Paris 2025 non serve un invito: basta un oggetto che non usi più.

Harry Nuriev. Foto: Jenia Filatova

L’occasione è Objets Trouvés, l’opera collettiva con cui Harry Nuriev trasformerà la cappella dei Petits-Augustins, all’interno delle Beaux-Arts di Parigi, in uno spazio di scambio e circolazione. Scatole da supermercato, perfettamente allineate, accoglieranno gli oggetti portati dai visitatori: ognuno potrà lasciare qualcosa e prendere qualcos’altro, in un gesto tanto semplice quanto sovversivo.

Ogni contributo sarà certificato come opera d’arte e, al termine della mostra, tutti gli scambi confluiranno in un catalogo — impaginato come un elenco telefonico — trasformando un atto effimero in un archivio permanente.

Non mi aspetto nulla, se non che le persone si sentano presenti nel momento dello scambio. Voglio che si divertano, che trovino soddisfazione nel semplice atto di lasciar andare.

Harry Nuriev

“Sono sempre stato affascinato dall’accumulazione e dallo scambio naturale, dall’istinto del commercio, in cui ci equilibriamo a vicenda condividendo ciò che abbiamo: conoscenza, energia e gli oggetti che circondano le nostre vite,” racconta Nuriev.

La sua idea di Transformism — come lui stesso definisce la propria filosofia estetica — è una riflessione sul valore mutevole della materia, ma anche sull’atto di lasciar andare.


“Un altro aspetto di questo progetto deriva dalla mia ricerca sull’idea di lasciar andare le cose, la consapevolezza che non tutto ciò che desideriamo è destinato a restare con noi. A volte possiamo semplicemente... lasciarlo andare.”

Voglio che il pubblico scopra, incontri cose nuove e ricordi che a volte dare o scambiare è anche un modo per guadagnare.

Harry Nuriev

In Objets Trouvés, spiega, l’arte non nasce dalla produzione, ma dalla decisione: “Un vecchio oggetto, un pezzo di ferro rotto, un tessuto strappato, un frammento di qualcosa di dimenticato, diventa arte nel momento in cui decidi di chiamarlo così.”

Seguendo il manifesto radicale di Marcel Duchamp, Nuriev si inserisce nella genealogia di quegli artisti che hanno trasformato ogni gesto in creazione concettuale: “Voglio ricordare a me stesso – e a tutti – che il mondo che ci circonda è il mondo delle idee. È plasmato dalla nostra percezione e dalle nostre decisioni. E a volte... è tutto ciò che serve.”

Courtesy ArtBasel

Nato nel 1984 a Stavropol, oggi Nuriev vive e lavora a Parigi. Fondatore di Crosby Studios, è considerato una delle voci più radicali del design contemporaneo. La sua estetica — audace, essenziale e profondamente espressiva — si muove al confine tra arte e architettura, tra ironia e rigore. Nel 2026 riceverà il titolo di Designer of the Year da Maison&Objet, che gli dedicherà un’installazione immersiva sul rapporto tra consumo, empatia e cura.

Intanto, in attesa dell’apertura di Objets Trouvés, racconta le sue aspettative con una semplicità disarmante:

“Non mi aspetto nulla, se non che le persone si sentano presenti nel momento dello scambio. Voglio che si divertano, che trovino soddisfazione nel semplice atto di lasciar andare. Che scoprano, incontrino cose nuove e ricordino che a volte dare o scambiare è anche un modo per guadagnare.”

"C’è bellezza in questo movimento — la bellezza del caos che io chiamo Trasformismo."

Harry Nuriev. Foto: Jenia Filatova
In copertina:
Harry Nuriev, Objets Trouvés, project 18
Foto:
Harry Nuriev
© :
Harry Nuriev
Courtesy:
ArtBasel

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