Nātalem Christi

Anche la pittura narra il Natale e lo traduce, nel corso dei secoli, nella festa pagana che tutti noi oggi conosciamo.

In una Parigi fredda del 1930 Giacomo Puccini racconta la vigilia di Natale “Come? [...] pranzare in casa? | Pranzare in casa è male | oggi ch'è la vigilia di Natale! | Mentre il Quartiere Latino le sue vie | addobba di salsicce e leccornie? | Mentre un olezzo di frittelle imbalsama | le vecchie strade? È il dì della vigilia! | Là le ragazze cantano contente | ed han per eco ognuna uno studente! | Un po’ di religione, o miei signori: | si beva in casa, ma si pranzi fuori”. (La Bohème)

Nel 2020 il Natale sarà diverso in ogni parte del mondo, forse sarà una festività più religiosa e meno pagana, una festività intima.

La adorazione dei pastori, Pieter Paul Rubens, 1607

Anche la pittura racconta il Natale, attraverso simbologie e figure religiose, mistiche, come l’Adorazione del Bambino di Lorenzo Lotto, un’opera apparentemente semplice nella lettura e nel riconoscimento dei soggetti, ma che nasconde una simbologia articolata a partire da San Giuseppe che è descritto in una posa del tutto inusuale. La sua figura è inserita sullo stesso piano della Vergine, mentre in altre opere il suo posto è spesso in secondo piano, più lontano dal Bambino Gesù, quasi estraneo, proprio a sottolineare il suo ruolo nel miracolo divino. Dietro la Vergine, nel secondo piano della scena, scorgiamo una scala, simbolo d’unione tra il cielo e la terra, simbolo di un miracolo terreno attuato da Dio, accanto a quella scala una coppia di tortore a rappresentare la fedeltà matrimoniale, la fedeltà della chiesa al suo sposo. La storia narrata nell’opera ha un percorso circolare, che inizia dalla figura del Bambino, si snoda sulla Madonna descritta in completa adorazione e continua su per la scala che porta, come abbiamo detto, nel cielo, tra gli angeli e si conclude nel simbolo della croce messa in ombra sul lato sinistro. La nascita e la morte, che rimanda il fedele alla resurrezione promessa.

Commissionato da padre Flaminio Ricci e realizzato in pochi mesi per la chiesa di San Filippo Neri di Fermo, il dipinto di Rubens, l’Adorazione dei pastori, affronta la tematica con colori, linee di forza e personaggi completamente diversi. La scena è più ricca, più elaborata, resa artificiosa dall’utilizzo della luce che nasce dal soggetto principale: il Bambino Gesù. Le figure dei pastori sono in fermento, stupefatti dalla nascita del figlio di Dio, mentre la Vergine, già consapevole della grandezza divina, è serena, per nulla stupita, consapevole dell’atto d’amore mentre il suo sposo, San Giuseppe, è nascosto in un angolo, dall’ombra ricreata dal pittore, con le braccia conserte, arreso ma con il volto che fa pensare che sia in preghiera, sicuro anch’egli della grandezza divina ma timoroso del futuro. Il dipinto è guidato dalla luce, articolato nelle ombre, dove le figure si adeguano anche se concitate, come il gruppo di angeli, che anche Lotto inserisce, che dall’alto vegliano sulla scena quali emissari di Dio.

La adorazione del bambino, Lorenzo Lotto, 1523

Allontanandoci da una pittura più religiosa, dovuta ad una committenza che vedeva principalmente il mondo ecclesiastico a farla da padrone, arriviamo in un secolo più contemporaneo, dove il natale viene rappresentato da dettagli a noi noti e emozioni slegate dal sentimento religioso. Alla fine del 1800, nel cuore della Danimarca, uno dei pittori più influenti del nord Europa, Johansen Viggo, dipinse un’opera che per idea e significato si avvicina in qualche modo all’opera di Rubens su descritta. La luce dell’albero di Natale irradia la stanza, dove intorno si stringono numerosi bambini in cerchio, emozionati, felici, stupefatti dall’imponenza dell’albero. Donne e bambini, un focolare domestico dolce, un momento atteso e ricco di magia, la stessa magia che conserva la nascita del figlio di Dio, ma che per Viggo si sposta, per cultura del suo paese, su un tema più profano, dedicato comunque alla famiglia.  

Sarà un Natale diverso, lontano dall’idea della famiglia che queste opere ci suggeriscono, ma tornerà in uno nuovo anno con il ricordo lontano di quello che è stato.

Immagine di apertura: Happy Christmas, Johansen Viggo, 1891

Ultimi articoli di Arte

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram