Dunkerque sulle spalle dei giganti

Nella regione della Hauts-de-France, a Dunkerque, “Gigantisme – Art&Industrie” presenta la sua prima edizione di festival artistico fuori misura, dalla durata triennale.

Il 4 maggio, “Gigantisme – Art&Industrie” ha finalmente svelato la nascita di una nuova triennale collettiva, di arte e design, in Europa: sculture, dipinti, film e spettacoli incentrati su incontri tra artisti e ingegneri, designer e architetti. Coprendo oltre 4.000 metri quadrati e presentando oltre 200 opere di pubblico e collezioni private, gallerie, proprietà e studi di artisti, questa prima gigantesca opera espositiva comprende cinque capitoli tematici. L’enorme, ampia mostra, infatti, comprende cinque sezioni separate: Mental Landscapes; À l’américaine; Space is a House; Parallel Screens e High Points, Low Points.

Occupando una varietà di spazi espositivi vastissima, l’esplorazione artistica che attraversa il paesaggio di Dunkerque, si sviluppa a metà tra patrimonio vivente e creazione contemporanea, per riconsiderare la storia della modernità europea, dal 1947 ai giorni nostri. Questa prima, fondamentale edizione che durerà fino a gennaio 2020, e che ha matrice triennale, è strutturata attorno a un progetto di ricerca che esplora una nuova lettura della storia dell'arte dal 1947 al 1989, mettendo in luce la creazione di matrice francese che fino ad oggi è stata ampiamente isolata e affiancata da un approccio decisamente riferito a quel dato periodo storico. “Gigantisme – Art&Industrie” sta cercando di riposizionare la produzione nazionale al centro dei temi e delle urgenze globali, sottolineando la miriade di connessioni tra scene artistiche francesi e straniere, tra creatori transalpini e trasformazioni artistiche, oppure economiche, del periodo.

Attualmente, tutta la città di Dunkerque è coinvolta e ampiamente tripartita. La manifestazione è suddivisa in tre aree espositive, a partire da tre siti emblematici del Dunkerque Contemporary Art Hub: il deserto industriale Halle AP2, la grande collezione regionale FRAC Grand Large – Hauts-de-France e il museo d’arte contemporanea LAAC, con eventi e attività. Inoltre, è possibile visitare gli spazi pubblici nelle vicinanze, come: il parvis, di fronte alla passerella, dentro e intorno al giardino delle sculture LAAC, lungo il canale di sbocco e la diga, la spiaggia di Malo-les-Bains, ed estendendo tutte le strada per i porti turistici e i frangiflutti. In ultimo, ma non per questo meno importante, in risonanza, bisogna attraversare spazi paralleli sia in città che nella regione, tra cui Halle aux Sucres Learning Centre, Dunkirk Port Museum, Plate-Forme a Dunkerque e WAOO a Lille.

La sezione Mental Landscapes occupa diversi siti del Dunkirk Contemporary Art Hub, con opere ben adattate agli spazi espositivi scelti e ai paesaggi industriali, portuali e balneari della zona che il pubblico è invitato a riscoprire. In questo capitolo, gli artisti lavorano con nuovi materiali, sperimentano nuove tecniche e competenze, sfuggendo ai confini stabiliti della pittura e della scultura. Si liberano da strutture e impostazioni tradizionali collaborando con ingegneri e aziende. Hanno prodotto opere in serie, creato opere grandi o addirittura gigantesche e, occasionalmente, investono direttamente il paesaggio. Halle AP2 offre un ambiente eccezionale per presentare creazioni fuori misura.

Per le loro dimensioni, peso, materiali o postura nello spazio, le opere di Angela Bulloch, Carlos Bunga, Anita Molinero, Alexandre Perigot, Delphine Reist, Tatiana Trouvé e Bernar Venet sono state prodotte per l’occasione o reinstallate in situ, rivelando sia la struttura e i relativi usi trascorsi. In risonanza con l’ambiente circostante, le installazioni degli artisti ospiti dialogano con l’architettura di questa vera e propria cattedrale industriale, risorta per ospitare l’arte e sottolineata dal suo doppio edificio FRAC progettato dagli architetti Lacaton & Vassal.

Il 5 ° piano del FRAC, in connessione con l’industria, presenta opere che evocano serialità, dispersione e diffusione, con un'enfasi sulla propria ingegneria, opere di Robert Breer, Charlotte Posenenske e Takis. Nell'ex cantiere navale della LAAC, i frangiflutti, i canali marittimi e i porti turistici comprendono mostre all'aperto, comprendenti opere meno tangibili, basate specificamente sull'oralità (Céline Ahond, Dector & Dupuy, Mark Geffriaud, Dominique Gilliot, Ludovic Linard e Flora Moscovici), che giocano su forme di narrazione, performance e trasmissione. Il pubblico è invitato a passare attraverso e osservare ogni paesaggio, a provare, a testare e a riconsiderare, sia che si tratti di un ambiente industriale, navale o sulla spiaggia.

Tatiana Trouvé, Desire Lines, 2015, Paysage mental, Halle AP2, Dunkerque, France  © Courtesy : Gagosian Gallery, König Gallerys. Foto Frac Grand Large — Hauts-de-France
Tatiana Trouvé, Desire Lines, 2015, Paysage mental, Halle AP2, Dunkerque, France © Courtesy : Gagosian Gallery, König Gallerys. Foto Frac Grand Large — Hauts-de-France

L’ensemble scultoreo di Tatiana Trouvé, ad esempio, presenta rastrelliere di corde rullate, che possono essere viste come tanti fili di Arianna per essere fisicamente e mentalmente srotolati durante le passeggiate sulle labirintiche aree urbane e portuali di Dunkerque – e quindi avvolti come tante bobine di memoria immagazzinata . La sezione intitolata À l’américaine si ispira a una storia unica e dai tratti incredibilmente umani, quando a favorire la produzione di nuove opere fu la collezionista Delaine, portando artisti a Dunkerque; autori che hanno immaginato progetti le cui dimensioni sfidavano la comprensione e le tecnologie del tempo. Per rendere omaggio a questo patrimonio vivente (comprendente la collezione LAAC e le storie orali e le esperienze che circondano il museo), Gérard Deschamps, François Morellet, Christo, ma anche Piotr Kowalski e Arman, tra gli altri, evocano lo spirito di una frenetica corsa per il progresso universale, prestando attenzione al rischio di desideri e scambi standardizzati, la paura delle emozioni e dei movimenti robotizzati.

Steve Abraham et Nicolas Messager, Ce qu’il reste, des champs de ruine naitront des champs de coquelicots , 2019, Jardin du LAAC, Dunquerke, © Steve Abraham
Steve Abraham e Nicolas Messager, Ce qu’il reste, des champs de ruine naitront des champs de coquelicots , 2019, Jardin du LAAC, Dunquerke, © Steve Abraham

La terza sezione Space is a House occupa tre piani del FRAC. Attraverso il prisma intimo e privato della casa, la mostra testimonia i grandi sconvolgimenti dell'era postbellica, durante i quali la famiglia decorativa e confortevole destinata ai pochi privilegiati divenne una punta di diamante della modernità europea. Qui ornamenti, motivi ripetuti, fregi e grandi formati influenzano tutti una lunga serie di artisti europei e americani, dagli anni '50 in poi: Daniel Buren, Robert Malaval, Simon Hantaï, Yves Klein, Arman, Claude Viallat, Louis Cane, Patrick Saytour, Bernard Pagès, Shirley Jaffe, Pierrette Bloch, Carla Accardi, Lili Dujourie, etc.

Parallel Screens, invece, introduce un cinema semi-permanente alla LAAC, con un programma elaborato da Pascale Cassagnau, critico e curatore, in collaborazione con i direttori artistici. Scoprire e apprezzare il porto di Dunkerque (che copre oltre 17 km quadrati e vanta quasi 50,4 milioni di tonnellate di merci, trasportate ogni anno) è sicuramente essenziale per cogliere gli altri capitoli della mostra. A tal fine, sono stati creati itinerari intitolati High Points, Low Points, attraverso i quali “Gigantisme – Art&Industrie” approfondirà tre aspetti simbolici dell'area di Dunkerque (cioè terra, mare e cielo), per consentire ai visitatori di collegare spazi, osservare connessioni, scoprire architetture, vagabondando per le varie zone della città. A partire dal tetto della Halle aux Sucres al belvedere del FRAC, questo itinerario si avvicina all'industria da lontano, producendo l'emblema di un potere affascinante e mostruoso che è ancora dominato dalla prospettiva della crescita, del progresso. Questa prospettiva sarà arricchita da un laboratorio fluttuante che coinvolgerà artisti come: Céline Ahond, Dector & Dupuy, Mark Geffriaud, Dominique Gilliot, Ludovic Linard e Flora Moscovici.

Titolo:
Gigantisme – Art&Industrie
Date di apertura:
Dal 4 maggio, 2019 al 5 gennaio 2020
Diretto da:
Keren Detton, Géraldine Gourbe, Grégory Lang e Sophie Warlop
Sede principale:
LAAC Lieu d'Art et Action Contemporaine
Indirizzo:
302 av. des Bordées 59140 Dunkerque
Sede secondaria:
Frac Grand Large — Hauts-de-France
Indirizzo:
503 avenue des Bancs de Flandres, 59140 Dunkerque

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