Daniel García Andújar. L’irriducibile complessità della manipolazione

In Belgio, l’artista spagnolo compie ricerche sulla storia di Gand, attraverso racconti e aneddoti iconografici, per reinterpretare analogie storiche.

Daniel García Andújar, Plus ultra, Kiosk, 2018, copyright Tom Callemin

Il titolo dell’ultima personale di Daniel García Andújar da Kiosk, Plus ultra (dal latino andare oltre, superare i propri limiti) cita il motto di Carlo V, conferito alla Spagna nel XVI secolo. Andújar seguendo il percorso della sovranità dell’imperatore, attraverso la ricerca di momenti storici di massima manifestazione del potere a Gand, impersona la storia e interpreta una propria prospettiva. La mostra è stata installata in quel che un tempo era l’istituto Clinico e Policlinico realizzato nel 1905 da Louis Cloquet, un famoso esponente belga dell’architettura Neo-gotica. Kiosk, in particolare, è situato, e opera, nell’ex teatro anatomico nel Bijloke di Gand, a partire dal 2010. Gli spazi espositivi, quattro ampie stanze e un salone centrale, originariamente ospitavano studenti e professori in un foro dedicato allo studio dell’anatomia dal vivo, attraverso cadaveri. Oltre alle facciate in mattoni Neo-gotiche, sono state nascoste, all’interno delle sale, ingegnose costruzioni in metallo e in vetro che creano precise parcellizzazioni. La particolare natura architettonica dello spazio espositivo ha sfidato Daniel García Andújar a lavorare tanto sfruttando la solennità dell’ambiente quanto approfondendo tematiche in scia a connessioni con la storia locale, per realizzare una nuova serie di lavori in dialogo, specificatamente concepiti per Plus ultra.

L’artista spagnolo ha esplorato il legame tra la complessità iconografica e plastica di numerose, all’apparenza distanti, narrative proprie di Gand, componendo un’unica installazione multimediale, focalizzata su un particolare momento della storia che riunisce, per alcuni decenni, il destino dell’impero più esteso mai governato al mondo, a partire dall’Europa; attraverso, ovviamente, la figura dell’imperatore Carlo V, nato a Gand nel 1500 e incoronato re di Spagna all’età di sedici anni.

La linea del tempo di Plus ultra potrebbe dunque cominciare nel 1547, l’anno in cui Tiziano dipinse quel che oggi è ritenuto un famoso ritratto equestre, eroico di Carlo V, oppure nel 1549, quando l’imperatore ha commissionato allo scultore italiano Leone Leoni di realizzare una statua equestre, in bronzo, mantenendo le sue esatte proporzioni amplificate, in teoria, solamente da un’armatura completamente rimovibile.

Daniel García Andújar, Plus ultra, Kiosk, 2018, copyright Tom Callemin
Daniel García Andújar, Plus ultra, Kiosk, Gand, 2018

Entrambe queste immagini, al tempo, erano diventate icone dopo essere state copiate molte volte ed avendo cominciato a diventare un canone estetico riconosciuto. Ma quando nel 19872 la tomba dell’imperatore venne tumulata e aperta ci si è resi conto, che al contrario, dal vivo l’imperatore era piuttosto basso di statura e di aspetto decisamente poco regale. Attraverso la storia, questa mescolanza tra l’essere e il tentativo di essere viene segnato da una serie di eventi e di consensi che si sono lentamente, ma definitivamente intrecciati per definire quel che l’Europa rappresenta oggi. Questo lavoro risulta una sorta di indice nei confronti della massa di contraddizioni che ci porta più vicini ad una migliore comprensione della nostra storia, anche se a partire da una prospettiva, in qualche modo, antagonista. Adesso che siamo entrati da un quarto di secolo nell’era dell’utilizzo consumeristico di internet, l’impatto reale con le reti create dalla nostra identità, dalla nostra iconografia online ha finalmente cominciato ad emergere: aumentando la monopolizzazione dell’informazione, lo sfruttamento della capacità di influenzare e l’omologazione del gusto.

Daniel García Andújar, Plus ultra, Kiosk, 2018, copyright Tom Callemin
Installazione della mostra di Daniel García Andújar, Plus ultra

In Plus ultra esistono notevoli sovrapposizioni meditative riguardanti poetiche determinate dall’immagine personale, alimentate da una distinta acutezza pragmatica dei lavori di Andújar. I numerosi progetti inediti introdotti negli spazi di Kiosk (da Memorial for the executed leaders after the Revolt of Ghent, 1540-1545; a Documentary Plus ultra parade; all’ultimo How to understand the D’Hondt method (democracy)) spalancano lo sguardo dell’introspezione attraverso le stratificazioni del tempo e della storia che riporta le condizioni alle quali gli artisti e il loro immaginari forzati stanno tuttora lavorando. I lavori, infatti, si configurano come prove documentali, tracciando, ad esempio, la parata, il corteo organizzato il 21 settembre 2018: una lunga marcia attraverso Gand, con una statua ad immagine e somiglianza di Carlo V, sul dorso di un cavallo, così come ritratto nel dipinto del XVI secolo di Tiziano. Accompagnato dall’inno dei lavoratori, L’Internazionale, la gente in corteo è passata in rassegna davanti a cinque siti storici del centro città prima di raggiungere Kiosk, rievocando e mettendo in scena un periodo di rivoluzioni, di resistenza e di ri-appropriazione culturale contro la reggenza travagliatissima di Carlo V. Il simulacro dell’imperatore, nella pratica di Andújar, ha testimoniato una volta di più come il canone del potere, che l’artista ha proseguito nel perpetrare, abbia cambiato il volto e la vita della città, con i portatori del cappio di Gand e la loro annuale processione che si verifica come una sorta di memento storico in memoria della rivolta che avvenne contro le pesanti tasse di guerra imposte alla popolazione.  

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Plus ultra mostra come, accettando le iconografie del potere, i potenti possano imporre un canone e questo significhi dare per garantita la mancanza di libertà individuale alla quale noi siamo soggetti, con tutte le conseguenze che essa comporta. L’imposizione di una norma sempre distorce e altera l’identità del soggetto. E non ci fa dimenticare che il percorso verso l’imposizione viene reso trasparente e finalmente chiaro, prima fi tutto, dall’uso della violenza. La mostra termina e comincia (ad esempio con la ricostruzione 3D della Mummia di Carlo V, abbozzata da Rico de Ortega nel 1872, disegnata da STAM, Gand, attraverso Technologies To The People) con lavori che si confrontano, direttamente, con la persistente forza della supremazia dell’identità nazionale a Gand. Attraversando le stanze di Kiosk, ci si continua a muovere attraverso aree ed eventi che una volta erano reali e che oggi diventano virtuali. Ogni finestra che si crea si spalanca su un mare di domande, ogni oggetto ci apre lo sguardo su una micro-porzione di storia che ci trasporta in un nuovo luogo, mentre ogni lettura rappresenta un diverso modello di pensiero. Lungo tutto il percorso, i visitatori diventano consapevoli di avere di fronte a sé un pensiero costantemente al lavoro, un artista che verifica rigorosamente le proprie abilità nel comunicare meditazioni personali, derivanti dagli impatti della violenza strutturata. L’invito di Andújar ad impegnarsi nella comprensione delle regole dei giochi di potere eleva alcuni, precisi momenti della storia ad un tempo precedente alla formulazione di questo invito, prima che il pensiero diventi azione e si trasformi in gesto.

Titolo mostra:
Daniel García Andújar. Plus ultra
Date di apertura:
Dal 22 settembre all'8 dicembre 2018
Sede:
Kiosk
Indirizzo:
Louis Pasteurlaan 2, 9000 Gand, Belgio

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