James Lee Byars. La perfezione non si verifica mai

In Belgio, oltre cento lavori compongono la prima retrospettiva nazionale dedicata all’artista americano e intitolata “The Perfect Kiss”.

Yola Minatchy, James Lee Byars and the rose on the Roof of the M HKA, 2018 foto M HKA clinckx

James Lee Byars (Detroit, 1932–Cairo, 1997), una fra le più leggendarie figure artistiche dell’ultimo secolo, ha plasmato il proprio personaggio e la sua carriera come una performance continua, nello spazio e nel tempo.

Il museo di arte contemporanea di Anversa, l’ M HKA, sta celebrando il lavoro del minimalista barocco americano con un percorso esemplare, rappresentativo della sua intera opera. “The Perfect Kiss” si insedia negli spazi monumentali come una sorta di connessione, di richiamo a lunga distanza a Greetings from the Eurasian, la retrospettiva di Joseph Beuys inaugurata al M HKA lo scorso anno. Infatti, “The Perfect Kiss” si presenta come un tributo all’identità di Byars in qualità artista europeo, un artista belga, in particolare, di Anversa.

Byars ha viaggiato per oltre dieci anni tra New York e Kyoto prima di arrivare in Europa, per la prima volta, nel 1969, invitato da Anny De Decker e Bernd Lohaus per una mostra alla Wide White Space Gallery di Anversa (18 Aprile – 7 Maggio 1969).

L’artista, in quel periodo, entra velocemente a far parte di un gruppo di artisti e di appassionati d’arte che gravitavano attorno alla galleria sperimentale, come: Joseph Beuys, Marcel Broodthaers, Jef Cornelis, Nicole e Herman Daled, Isi Fiszman e molti altri, diventando una figura prominente nella scena dell’arte europea, che lo ha visto partecipare a cinque documenta, dal 1972 fino alla propria morte.

Con oltre cento lavori, “The Perfect Kiss” è la prima ricognizione retrospettiva in Belgio dedicata a James Lee Byars, a seguire rispetto all’omaggio magnificente del MoMA, organizzato nel 2014, dal titolo James Lee Byars: 1/2 an Autobiography.

James Lee Byars, 5 in a Dress, 1969, M HKA, photo M HKA clinckx
James Lee Byars, 5 in a Dress, 1969, M HKA, foto M HKA clinckx

Continuamente pervaso, ossessionato dall’idea di perfezione, Byars ha prodotto un consistente corpo di lavori, includendo sculture, costumi in tessuto, pezzi in carta ‘performabili’, film, dipinti a inchiostro, corrispondenze, oggetti di scena e performance dal vivo che oggi provano a dare forma alla sua ricerca di bellezza e verità.

Perseguendo quel che lui ha chiamato “la prima filosofia interamente interrogativa”, l’artista ha tentato di delineare i limiti della nostra conoscenza nel momento in cui lui stesso metteva in scena il proprio desiderio superlativo di diventare e dunque d’essere qualcosa di più. L’artista performativo, nomade e profondamente conscio del potere dell’autorappresentazione ha sfidato il mondo dell’arte del Dopo Guerra attraverso un’attitudine poetica animata da tre motivi separati: un’indagine sull’artificio, la perfezione e la morte.

La sua ricerca, spinta verso la più apollinea purezza di intenzioni e di espressioni, era rinforzata da un desiderio di formare una diretta e dunque impersonale comprensione del mondo, cercando, in questo modo, di trascendere la nozione romantica di genio e di auto-espressione del Romanticismo. Il risultato finale dei suoi lavori, in quasi trent’anni di carriera, si manifesta come una miscela idiosincratica di componenti meditative, teatrali, partecipatorie ed esteticamente apodittiche, perfette.

James Lee Byars, Installation view, photo M HKA clinckx
James Lee Byars, Vista dell'installazione al museo, courtesy copyright M HKA

A partire dagli ampi spazi d’ingresso, il piano terra del M HKA espone la collezione del museo includendo Byars' The Giant, mentre la musica minimalista di Eric Satie comincia a risuonare di sottofondo.

Il primo lavoro di Byars all’interno degli spazi espositivi consiste in una lettera che Flor Bex, una delle persone che maggiormente e senza sosta si era adoprata di fronte alla Pubblica Amministrazione affinché venisse costituito un museo d’arte contemporanea ad Anversa; un documento che avrebbe dovuto essere letto a coloro che si trovavano riuniti durante il finissage di una mostra di Byars nel 1976. Una lettera che la Bex avrebbe dovuto leggere dando le spalle al pubblico.

“The Perfect Kiss” include opere estensive e teatrali che occupano gli spazi del museo in ampiezza come The Golden Tower with Changing Tops (1982); oppure prove concettuali più condensate e diradate come uno stuzzicadenti in TH FI TO IN PH (1975); o ancora oggetti suadenti e performativi come The Pink Silk Airplane (1969). Dunque, dipinti, sculture, installazioni, video, performance e molti testi compongono un focus sulla presenza di Byars in Belgio dal 1969 al 1994, con lavori come: Two in a Hat, Mask and  Dress, 75 in a Hat e The World Question Center (tutti del 1969), The Black Book (1971) e The Perfect Love Letter (1974).

Ma uno fra i più importanti corpus di lavori all’interno della mostra rimane la lunga, percettiva e depistante serie di lettere inedite di Byars inviate ai suoi amici in Belgio.

La libertà dell’artista nell’utilizzo del linguaggio rappresenta un’integrità, all’interno di tutte le sue missive e le sue citazioni. Le lettere di Byars si consegnano al visitatore come la testimonianza di un archivio errante, ma devono essere considerate come una parte fondamentale della propria pratica artistica e della sua opera.

Utilizzando la foglia d’oro, il pennarello nero, il pastello color oro o altri materiali delicatissimi, come la carta velina, Byars ha sovrascritto e decorato a mano, su carta nero-dorata oppure rosa, rossa scura e vellutata. Lui, successivamente all’impiego della scrittura dispiegava queste forme fantastiche in piccoli pezzi che potevano sembrare origami, avvolgendoli in architettoniche buste da regalo.

Per Byars queste lettere non erano solamente i tramiti fuggenti che veicolavano messaggi inviati per necessità. Per lui erano il significato di un legame rinsaldato con artisti e persone a lui affini, in tutto il mondo, punti di riferimento che necessitavano di una vera e propria rete di collegamento costante.

Spesso in alcune pochissime e criptiche parole, abbreviazioni e frasi brevi, anche se maggiormente in lunghe lettere, lui esprimeva tutta l’urgenza, ad amici, così come a organizzatori di mostre e collezionisti, invitandoli a prendersi cura dei propri, infiniti progetti.

Titolo mostra:
James Lee Byars. The perfect kiss
Date di apertura:
Dal 5 Ottobre, 2018 al 20 Gennaio, 2019
Curata da:
Lotte Beckwé
Sede:
M HKA
Indirizzo:
Leuvenstraat 322000 Anversa, Belgio

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