Sarcofago di toporagno e altri tesori: la mostra di Juman Malouf e Wes Anderson a Vienna

Più di 400 oggetti scelti dal regista di The Royal Tenembum e Grand Budapest Hotel e la moglie. “Spitzmaus Mummy in Coffin and other treasures” è una mostra del Kunsthistorisches Museum Wien.

Juman Malouf e Wes Anderson

Un enorme ed eterogeneo assemblamento di oggetti. “Spitzmaus Mummy in a Coffin and other Treasures” è il titolo della mostra al Kunst Historisches Museum a Vienna e trae ispirazione da uno degli oggetti esposti: un sarcofago di una mummia di toporagno di epoca egizia. Wes Anderson, co-curatore, spiega: “Anche se io e Juman Malouf non abbiamo né creato né concepito le opere d’arte esposte in questa mostra, nutriamo l’umile aspirazione che i raggruppamenti non convenzionali e l’organizzazione delle opere possano influenzare lo studio dell’arte e dell’antichità in modi minori, anche banali, ma comunque significativi per le future generazioni”. Più di 400 opere raccolte dai principali musei coinvolti. L’idea nasce indirettamente a partire da Andy Warhol. È questa la terza volta che Sabine Haag chiede a un curatore di raccogliere in una mostra oggetti e opere d’arte dalle collezioni storiche dei musei di Vienna e Innbsruck.

Racconta l’ideatore del progetto, Jasper Sharp: “L’idea prende le mosse da un catalogo trovato in una libreria di New York, si trattava della documentazione di una mostra itinerante negli Stati Uniti nel 1969/70, “Raid the Icebox I with Andy Warhol”. Andy Warhol, invitato da Jean e Dominique de Menil, aveva curato una retrospettiva scegliendo oggetti dagli archivi del Museo dell’Arte del Design della Rhode Island School of Design”. Jean de Menil si era chiesto: “cosa accadrebbe se alcuni importanti artisti contemporanei facessero una mostra selezionando oggetti dai magazzini e archivi?”. Da questa domanda nasce l’intervento di Wes Anderson e Juman Malouf che alla conferenza di inaugurazione spiegano come hanno accolto la sfida. “Amiamo questo museo e veniamo qui regolarmente da quando ci conosciamo. Pensavamo sarebbe stato facile perché i nostri gusti e interessi in fatto di colore, forme, luci e ombre nell’arte sono simili e quasi intercambiabili. Pensavamo che avremmo scelto i pezzi e fine. Ci siamo sbagliati. Potevamo prevederlo, ma non pensavamo che ci avremmo messo così tanto tempo per accordarci. Questa mostra è frutto di anni di pazienti negoziazioni tra me e mia moglie, a volte confronti completamente irrazionali. Forse io sono colpevole quanto lei, ma ne dubito”

Questa mostra è frutto di anni di pazienti negoziazioni tra me e mia moglie, a volte confronti completamente irrazionali, e doppio gioco e inganni machiavellici. Forse io sono colpevole quanto lei, ma ne dubito.
Vista della installazione
Vista della installazione

Fanno sorridere i presenti. A disposizione hanno avuto i musei di storia, collezioni egizie, il museo del Teatro e il Museo di Scienze Naturali. Le stanze colpiscono per l’eterogeneità degli oggetti raccolti. Si va dalla ritrattistica d’epoca, a una stanza che come tema ha il colore verde: raccoglie una ventina di tipi di malachite, vasi a forma di ananas, una Salomé con testa di Giovanni Battista di Bernardino Luini del 1525, un costume di scena di Hedda Gabler di Henrik Ibsen del 1978 preso dal Museo del Teatro (Theatermuseum), una rana sotto alcool (Hyla arborea) presa dal museo di Scienze Naturali. Una stanza con tartarughe, uova, felini e gufi. Una stanza dedicata alle mani e quello che queste possono produrre: vasi, un dito di una statua di epoca imperiale tardo romana, un busto di Ercole in bronzo. Non manca un crocifisso del XII secolo, dei mezzi busti di varie epoche e materiali. Segnaliamo, per eccezionalità “un busto di uomo” in ametista, probabilmente italiano. Costumi di teatro e oggetti di scena, come una spada di legno del 1887. Poi scatole per contenere le corone come quella di Rodolfo II. Una scatola del gioco domino con le note musicali, una scatola con due sfere, un ritratto di epoca romana imperiale del II secolo dopo Cristo, statue, ancora crocifissi, violini antichi e strumenti musicali Maori. Ritratti di nobili bambini. Una bellissima medusa in vetro. Tutte le stanze sono introdotte da un disegno che raccoglie il senso della selezione. Si tratta di un vero e proprio cabinet di oggetti che fanno pensare. Una mostra da vedere, e da vedere nella sede austera delle stanze del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Sarà alla Fondazione Prada a Milano nell’autunno del 2019, mancherà qualche oggetto viennese ma certamente la città meneghina ha nelle maniche qualche buon sostituto. 

Nutriamo l’umile aspirazione che i raggruppamenti non convenzionali e l’organizzazione delle opere possano influenzare lo studio dell’arte e dell’antichità in modi minori, anche banali, ma comunque significativi per le future generazioni.
Wes Anderson e Juman Malouf
Wes Anderson e Juman Malouf
Titolo:
Spitzmaus Mummy in a Coffin and Other Treasures from the Kunsthistorisches Museum
Curatori :
Wes Anderson e Juman Malouf
Curatori del progetto:
Sabine Haag e Jasper Sharp
Fotografa:
Rafaela Proell
Museo:
Kunsthistorisches Museum
Luogo:
Vienna

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