Da affascinante e temibile risorsa naturale a fonte d’ispirazione, l’acqua è materia progettuale viva, fluida e simbolica. Superato il ruolo di semplice sfondo paesaggistico o vincolo tecnico, l’elemento acquatico si è affermato come piattaforma, supporto e soggetto di molte opere d’arte e architettura contemporanea.
Oltre a progetti architettonici galleggianti, più o meno futuristici, come la Little Island di New York o il WaterNest 100 di Giancarlo Zema, anche il mondo dell’arte ha visto nei bacini d’acqua una nuova materia creativa. Strutture galleggianti permanenti o temporanee diventano luoghi di incontro, riflessione e sperimentazione. In queste installazioni – al crocevia tra arte, architettura e paesaggio – l’acqua è allo stesso tempo materia fisica e simbolica di cambiamento, memoria, e nuove possibilità.
Dalla monumentalità partecipativa di The Floating Piers di Christo sul Lago d’Iseo alla delicatezza sospesa del Locus di Edoardo Tresoldi a Sapri, passando per esperimenti formativi come il Pavilion of Reflections a Zurigo o la didattica errante di L’Atelier en mouvement, emerge una costante: l’acqua non è mai solo cornice. È elemento attivo, instabile, che richiede un ascolto diverso, e forse più lento. Alcune installazioni hanno assunto valenza simbolica e politica, come nel caso di Floating Dreams di Ik-Joong Kang, altre, come Swale di Mary Mattingly a New York, agiscono come veri e propri strumenti civici, proponendo nuovi modelli di uso del suolo urbano.
Il galleggiare diventa così metafora concreta di fragilità e trasformazione, ma anche di libertà e sperimentazione: per artisti e architetti contemporanei l’acqua è anche uno spazio di interazione, un dispositivo performativo, una superficie instabile da cui osservare il mondo da una nuova prospettiva.
Domus ha raccolto dieci installazioni galleggianti realizzate negli ultimi decenni tra Europa, Asia e Nord America, tra architetture temporanee, land art, pratiche partecipative e performance sonore, legate dalla tensione verso una rinnovata consapevolezza del paesaggio e del ruolo che l’arte può avere nel modellare immaginari collettivi e futuri possibili.
Immagine di apertura: Christo and Jeanne-Claude, The Floating Piers, Lake Iseo, Italy, 2014-16. Foto: Wolfgang Volz © 2016 Christo and Jeanne-Claude Foundation
