di Giulia Ricci, aggiornato da Giovanni Comoglio
A dispetto di una mitologia scintillante fatta di grandi ville, alti pini e vasti portafogli, pochi luoghi riescono in realtà a evocare immagini diversissime da persona a persona, quanto la Costa Azzurra.
Quello di Nizza, Cannes, Monaco, e poi Saint-Tropez e Hyères, è un mito che nasce assieme al mito stesso della villeggiatura, del primo turismo dalla cifra esclusiva, tra tardo Ottocento e Belle Époque. E di quel periodo si porta dietro il linguaggio architettonico, uno stile floreale eclettico, distante dall’Art Nouveau e più vicino ai toni flamboyant dell’Opéra di Parigi (che non per niente ha lo stesso autore del Casino di Montecarlo, Charles Garnier).
È da lì che sono poi nate le diverse storie della Costa Azzurra. C’è quella resa iconica dal Francis Scott Fitzgerald di “Tenera è la notte”, un mondo Art Déco che diventa caro anche all’America, un immaginario ancora una volta di ville su cui si affacciano nuovi nomi come Barry Dierks, o si affermano top players come Robert Mallet-Stevens. C’è quella che dopo la guerra inizierà a sviluppare su questo immaginario una forma prototipa di overtourism. E c’è anche una Costa Azzurra dalla dimensione urbana, di vera e propria metropoli: non importa che lo spazio sia teoricamente insufficiente, Monaco densificherà e salirà in altezza, e quando avrà finito lo spazio, ne creerà di nuovo togliendolo al mare; non importa la dimensione umana e rivierasca degli abitati storici, megastrutture come la Baie des Anges e distretti come Sophia Antipolis nasceranno tutto attorno ispirando uno dei migliori romanzi di J.G. Ballard, “Supercannes”.

Ma mentre inventa il turismo, e forse l’overturismo, da quegli anni ’20 da romanzo in poi e lungo tutto il dopoguerra, la Costa Azzurra diventa anche il vero laboratorio dell’arte e dell’architettura moderna: è difficile trovare il nome di un’opera o di una persona che non sia oggi nelle pagine di qualche manuale di storia, come è difficile oggi non imbattersi in parchi o fondazioni che raccontano le singole storie di quei protagonisti.
Ed è proprio partendo dalle storie che questo itinerario curato da Domus conduce appassionati, curiosi, e cercatori di esperienze attraverso la Costa Azzurra: da Roquebrune-Cap-Martin, dove si trovano le residenze estive di Le Corbusier e Eileen Gray, passando per la Fondazione Maeght di Josep Lluís Sert, dalla Chapelle du Saint-Marie du Rosaire di Henri Matisse a Vence al Palais Bulles di Antti Lovag, e alle grandi marine realizzate a partire dagli anni Sessanta per accogliere il turismo di massa; o ancora, lanciandosi su fughe in distanza verso l’entroterra della Provenza, verso tenute trasformate in antologie di architettura contemporanea come lo Château La Coste.
Eileen Gray, Le Corbusier e l’impresario italiano


A Roquebrune-Cap-Martin, a poca distanza l’uno dall’altro, sorgono le residenze moderne (quanto leggendarie) di Eileen Gray e Le Corbusier, rispettivamente villa E-1027 (1929) e il Cabanon (1952). Oltre a queste, vi sono anche la struttura ricettiva Étoile de mer e la villa dell’architetto parigino Jean Badovici. Thomas “Robert” Rebutato, un idraulico sanremese, lavorò sui prototipi per cabine, ispirate a quelle tradizionali dei pescatori, e, nel 1949 aprì l’Étoile de mer, realizzato con la stessa tecnica. Si narra che Le Corbusier, ospite di Badovici e Gray, mise piede nel ristorante nel giorno di apertura. Fra Rebutato e di Le Corbusier naque un’amicizia, tanto che gli spazi sono ancora decorati dai lavori di entrambi. L’architetto svizzero-francese, venuto a mancare proprio mentre nuotava in queste acque, è sepolto nel cimitero del paese.
La nuova Montecarlo nata dal mare, tra Renzo Piano e Tadao Ando


Lo Stato più densamente popolato al mondo, con le sue torri aggrappate a scogliere che nessuno avrebbe immaginato poter essere tanto frequentate, ha già sottratto più volte terra al mare per ampliare la sua superficie. Sviluppata in 10 anni, Mareterra è l’ultima di queste espansioni, un intero quartiere cresciuto davanti al Grimaldi Forum, diviso in parti uguali tra spazi pubblici pedonali e spazi privati, dove architetture firmate Renzo Piano Building Workshop, Foster + Partners, Stefano Boeri Architetti e Tadao Ando si inseriscono in un masterplan di Valode & Pistre Architectes, con un disegno di paesaggio curato da Michel Desvignes.
Matisse a Vence
La cappella di Saint-Marie du Rosaire fu realizzata fra il 1947 e il 1951 da un ormai anziano Henri Matisse, che pare guardasse a questo lavoro come a uno dei suoi più importanti. La piccola e semplice struttura, con pianta a L e superfici intonacate di bianco, ospita un ciclo pittorico del maestro e i suoi vetri colorati. La storia vuole che l’infermiera Monique Bourgeois, che aveva curato Matisse nel 1941 e successivamente posato per lui come modella, entrò nel 1943 nel convento dominicano di Vence. Fu lei ad invitarlo alla realizzazione dell’edificio: Matisse iniziò a lavorare al progetto nel 1947.
La Fondation Maeght: arte moderna a Saint-Paul-de-Vence



I giardini della Fondation Maeght a Saint-Paul de Vence. Foto Jean-Jacques L’Héritier © Archives Fondation Maeght

Bassin Braque, rivestito di mosaico: Georges Braque, Les Poissons, 1963. Foto Stéphane Briolant / Archives Fondation Maeght. © Adagp Parigi, 2019

La Corte Giacometti: Alberto Giacometti, Femme debout I, Femme debout II, Homme qui marche I, 1960. Foto Stéphane Briolant / Archives Fondation Maeght. © Succession Alberto Giacometti (Fondation Giacometti, Paris + Adagp Paris) 2019

Josep Lluís Sert e Joan Miró di fronte al plastico della Fondation Maeght. © Archives Fondation Maeght

I giardini della Fondation Maeght a Saint-Paul de Vence. Foto Jean-Jacques L’Héritier © Archives Fondation Maeght

Bassin Braque, rivestito di mosaico: Georges Braque, Les Poissons, 1963. Foto Stéphane Briolant / Archives Fondation Maeght. © Adagp Parigi, 2019

La Corte Giacometti: Alberto Giacometti, Femme debout I, Femme debout II, Homme qui marche I, 1960. Foto Stéphane Briolant / Archives Fondation Maeght. © Succession Alberto Giacometti (Fondation Giacometti, Paris + Adagp Paris) 2019

Josep Lluís Sert e Joan Miró di fronte al plastico della Fondation Maeght. © Archives Fondation Maeght
Nata dall’amicizia fra Aimé e Marguerite Maeght con Josep Lluís Sert, architetto catalano, la Fondazione Maeght aprì le sue porte nel 1964. Fulcro e ritrovo di personalità quali Joan Miró, Marc Chagall, Alberto Giacometti, Georges Braque, Alexander Calder e Fernand Léger, la struttura oggi raccoglie le opere di questa comunità artistica. Oggi rappresenta una delle più importanti collezioni del Ventesimo secolo.
Villeneuve-Loubet, le grandi marine
Per chi è affascinato dalle grandi strutture del moderno e delle sue speculazioni, Marina Baie des Anges è certamente un luogo da inserire nell’itinerario verso marsiglia. Nata dall’incontro fra il progettista André Minangoy e il promotore Jean Marchand, è un corpo continuo e bianco che abbraccia l’area del porto di Villeneuve-Loubet, che si alza vertiginosamente in quattro punti.
Vallauris, Picasso e la ceramica
Il museo nazionale Picasso “La Guerre et la Paix” al Château de Vallauris comprende una cappella decorata da Pablo Picasso. Il ciclo pittorico tratta i temi della pace e della guerra, seguendo il percorso già tracciato con Guernica e Massacro in Corea. Dipinta nel 1952, essa dà il nome al museo stesso. Dopo il periodo ad Antibes, Picasso visse a Vallauris dal 1948 al 1955. In una vecchia fabbrica di profumo dismessa. Qui si dedicò intensamente alla produzione legata alla ceramica.
Théoule-sur-Mer, le bolle di Pierre Cardin


Realizzato dall’architetto ungherese Antti Lovag fra il 1975 e il 1989, il Palais Bulles fu commissionato da Pierre Bernard, un industriale francese. Nel 1992, alla morte di Bernard, fu lo stilista Pierre Cardin ad acquistarlo come sua residenza estiva. L’habitologue, come l’architetto stesso amava definirsi, disegnò degli spazi in completa assenza di linee rette: ne risulta un ambiente avvolgente e scultoreo di cemento, nei toni terra. La struttura comprende un anfiteatro all’aperto, 10 camere da letto, piscine e cascate, inserite in un vasto parco. La casa è stata ristrutturata nel 2016 è stato completato il restauro di Odile Decq ed è oggi sul mercato.
Un grande albergo storico a Saint-Tropez

Patrimonio protetto dal 1996, la struttura è una gemma modernista disegnata da Georges-Henri Pingusson e completata nel 1932. Il bianco e longilineo corpo dell’Hôtel Latitude 43 pare galleggiare fra la pineta e il mare, come una nave. E non è un caso: le grandi aperture orizzontali, i lunghi corridoi e le stanze che ricordano cabine, tradiscono l’ispirazione alle strutture navali di Pingusson, sulla scia dell’incalzante modernità suggerita da Le Corbusier nel 1923, con Vers une architecture.
La Venezia della Francia del sud
Era il 14 giugno 1966 quando venne emesso il permesso di costruire questa curiosa città nuova: una specie di Venezia alla francese. Fu François Spoerry, architetto, sviluppatore e urbanista a progettarla come città nuova, in rottura con i principi dei CIAM (Congressi Internazionali di Architettura Moderna). Spoerry era amante della densità e del vernacolare, e li portò in questo lotto di terra nel comune di Grimaud. La forma è quella di una città d’acqua, dove ogni residente ha accesso ai canali e, potenzialmente, a una barca.
Hyères, un importante polo per il design



Robert Mallet-Stevens, Villa Noailles, Hyères, Francia, 1927
Foto copyright Olivier Amsellem

Robert Mallet-Stevens, Villa Noailles, Hyères, Francia, 1927
Foto copyright Olivier Amsellem
Commissionata da Charles e Marie-Laure de Noailles a Robert Mallet-Stevens, Villa Noailles fu completata nel 1927. La residenza rappresenta una uno dei primi esempi compiuti di razionalismo modernista in Francia. Ampliata a più riprese nel tempo, la villa sulla baia di Hyères rappresenta oggi un polo imprescindibile per il mondo del design. Questo grazie anzitutto alla Design Parade, evento annuale di interior design.
Una fuga in Provenza, da Rogers allo Château La Coste



Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Sistemi di vinificazione progettati da Jean Nouvel
Foto Richard Haughton

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Sistemi di vinificazione progettati da Jean Nouvel
Foto Richard Haughton

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Veduta del Tadao Ando Art Centre progettato da Tadao Ando
Foto Richard Haughton

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Veduta interna di Tadao Ando restaurant progettato da Tadao Ando
Foto Richard Haughton

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Veduta interna di Frank O. Gehry, "Pavillon de la Musique", 2008. ©Gehry Partners
Foto Andrew Pattman

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Louise Bourgeois, "Crouching Spider", 2003
Foto Andrew Pattman

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Sistemi di vinificazione progettati da Jean Nouvel
Foto Richard Haughton

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Sistemi di vinificazione progettati da Jean Nouvel
Foto Richard Haughton

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Veduta del Tadao Ando Art Centre progettato da Tadao Ando
Foto Richard Haughton

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Veduta interna di Tadao Ando restaurant progettato da Tadao Ando
Foto Richard Haughton

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Veduta interna di Frank O. Gehry, "Pavillon de la Musique", 2008. ©Gehry Partners
Foto Andrew Pattman

Château La Coste, Le Puy-Sainte-Réparade
Louise Bourgeois, "Crouching Spider", 2003
Foto Andrew Pattman
Tadao Ando, Louise Bourgeois e Alexander Calder, tra le vigne della Provenza. Questa è la sintesi dell’esperienza in cui questa tenuta del Puy-Sainte-Réparade si è trasformata lungo gli anni: un vigneto, un parco d’arte, l'anima della Provenza contemporanea. Tra opere d’arte e d’ architettura firmate dai nomi più rilevanti sulla scena globale, il percorso dello Château La Coste continua ad arricchirsi di tappe e di contributi illustri, come il padiglione di Renzo Piano dedicato alla fotografia, l’auditorium realizzato su progetto di Oscar Niemeyer, e la Richard Rogers’ Drawing Gallery, una struttura dallo sbalzo audace proteso nei boschi, ultima opera del maestro inglese dell’High-Tech.