Michael Sailstorfer. Se gli occhi non avessero lacrime

La prima mostra personale a Londra, dell’artista tedesco, include video, scultura, suono e diversi interventi nati sotto forma di diverse lacrime.

Michael Sailstorfer, Tear Show, vista dell’installazione, fino al 10 novembre, KÖNIG Londra

L’ultima mostra personale di Michael Sailstorfer assume la forma di una nuova analogia, un’ossessione invocata attraverso l’immagine della lacrima che definisce una poetica  assegnata ad un riverbero, ad una rivelazione con qualità sonore. Questa tipologia descrittivo-figurativa, non del tutto nuova per Sailstorfer, permette, all’interno della considerazione del tempo, dello spazio e del movimento la contemplazione di precisi generi dell’Immaginario. Ma suggerisce anche come il primo punto di percezione resti sempre fisico, corporeo. Il suono è una qualità udita e percepita, è una risposta vibratoria che risale alla mente attraverso i sensi, prima di essere intelletualizzata. Infatti, la prima personale di Sailstorfer a Londra, dal titolo Tear Show, suggerisce come gli artisti oggi utilizzino i fluidi corporei per esprimere stati d’animo interiori, rappresentando le lacrime come primigenio atto di comunicazione umana. In termini più ampi, i lavori ispirati o sublimati dai liquidi corporei appaiono l’essenza, stranamente e magnificamente, di un nuovo approccio. Ma la comprensione unica del vocabolario scultoreo di Sailstorfer, formalizzando e trasformando materiali conosciuti o sistemi meccanici in oggetti che prontamente e coscienziosamente trascendono il loro senso originale. A prima vista solenni e grotteschi, i suoi lavori sono imbevuti di una tensione che avvince, che accattiva, capovolgendo il gesto di una distruzione, di una trasformazione e di un cambiamento.

Sailstorfer, ad esempio, ha appena realizzato una serie di immagini di paesaggi illustrativi utilizzando quelle che lui rivendica essere differenti varietà di lacrime, rivelando la differenza tra variegate specie emotive di pianti. La sala principale della mostra presenta trenta dipinti di lacrime, un appiattimento della tridimensionalità che esalta la purezza simbolica della forma. I dipinti sono realizzati con il rossetto su silicone, un’ode al processo giocoso, tipico dell’artista tedesco, alla materialità. Scandagliando i concetti di massa e di fluidità, la sua divertita manipolazione della forma e il costante rinvigorimento del mezzo scultoreo attraverso l’uso del suono e della temporalità ha insistentemente ridefinito questa personale.

Michael Sailstorfer, Tear Show, vista dell’installazione, fino al 10 novembre, KÖNIG Londra
Michael Sailstorfer, Tear Show, vista dell’installazione, fino al 10 novembre, KÖNIG Londra

Lacrime solide e frantumatrici sono le componenti centrali del noto Tränen (2015), un video, installato all’interno dell’ascensore di galleria, che ritrae un cottage di un villaggio tedesco abbattuto fino alle fondamenta da una serie di gigantesche lacrime azzurre, gigantesche. Tre alla volta discendono lentamente sui coppi del tetto, sulle travi di sostegno e i blocchi di calcestruzzo esterni. Una di queste precipita attraversando il tetto, un’altra si allontana, facendosi strada attraverso le tegole, mentre la terza colpisce la sommità cadendo oltre l’edificio. Lentamente, in oltre nove minuti, gli impatti raggiungono una concertazione collettiva attraverso il tetto , le travi portanti e abbattendo le mura prendendo a botte quel che rimane. In Tränen, l’artista gentilmente placa le nostre visioni di un’industria della costruzione e la trasforma con enormi palle da demolizione a forma di gocce giganti, che consegnano una moltitudine di esplosioni distruttive all’interno di una casa comune, senza pretese.

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Appena il video comincia, quel che appare essere esagerato, sono queste enormi gocce da cartone animato che velocemente si fanno conoscere come fardelli reali, molto pesanti come solo una palla da demolizione rielaborata può diventare. Tre enormi lacrime azzurre cadono in successione, gradualmente obliterando il tetto e un comignolo. I muri esterni e interni crollano a seguire, seguendo un sistema ordinato fino a che la casa non viene ridotta a rimanere in piedi in uno stato rovinoso. Solo a questo punto si ha il senso di una conclusione soddisfacente, sebbene di una persona che testimonia la completezza di una missione brutale, crudele. All’entrata della galleria, altre lacrime di diverse dimensioni sono state distribuite persino sulle dieresi della O della scritta KÖNIG, trasformate in lacrime rosse; ma la principale esplorazione  è molto più collegata alla durata obiettiva, al ritmo e all’attivazione di attributi fisici della realtà che spesso sono dati per scontati.

In parallelo a questi interventi minimali, si trova D.A.V.E.L.O.M.B.A.R.D.O., un’installazione sonora che trae il proprio titolo dal nome del batterista degli Slayer, diffuso nello spazio attraverso set di batterie e gran casse apparentemente auto-azionate e diffuse nella mostra, creando una cacofonia di ritmo. Parallelamente, le ripercussioni vengono invece raccolte da oltre duecento lacrime a forma di bottiglia, disseminate sul pavimento attraverso lo spazio espositivo.

Titolo mostra:
Michael Sailstorfer. Tear Show
Date di apertura:
Dal 5 ottobre al 10 novembre 2018
Sede:
KÖNIG Londra
Indirizzo:
259-269 Old Marylebone Road, London NW1 5RA

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