Post-Soviet Visions: image and identity in the new Eastern Europe è una mostra collettiva di fotografia che esplora nuove rappresentazioni visive dello stile di vita e del paesaggio nell'Europa orientale. La mostra raccoglie il lavoro di una giovane generazione di foto di artisti dopo la fine del comunismo. E si svolge in un momento in cui il termine “post-sovietico” è diventato sinonimo di creatività audace e innovativa in campo culturale, dall'alta moda al cinema. I fotografi delle Visioni post-sovietiche provengono da Georgia, Germania, Lettonia, Polonia, Russia, Ucraina e Uzbekistan. Sebbene le circostanze personali dei fotografi nati nell'Europa orientale differiscano, condividono un passato comune con loro, oi loro genitori, crescendo in paesi che un tempo esistevano sotto il dominio comunista. Oggi vivono nel mondo moderno globalmente connesso, dove i confini dell'Est e dell'Ovest vengono cancellati dalle nuove tecnologie. Ma le tracce fisiche del passato possono essere viste in opere come le vertiginose inquadrature di Jędrzej Franek dei blocchi di torri polacche e le impressionanti immagini in bianco e nero di Michal Korta di edifici brutalisti a Skopje, in Macedonia. Dopo il collasso dell'Unione Sovietica nel 1991 e la fine della sua influenza sui suoi stati satelliti, i paesi dell'ex blocco orientale hanno forgiato ciascuno la propria strada. In opere come i ritratti di adolescenti di Hassan Kurbanbaev a Tashkent, in Uzbekistan e le foto di skater kids in Georgia di David Meskhi, Post-Soviet Visions cattura le nuove identità emergenti in tutta la regione. Invece dei vecchi binari di Oriente contro Occidente, socialista vs capitalista, le loro immagini catturano una generazione plasmata da questioni che sono personali e non politiche; da domande di sessualità, genere e stile.