Illuminated window: gli imprevisti di Nick Mauss in vetrina tra Velasca e Triennale

Torre Velasca e Palazzo della Triennale, due luoghi fondamentali per la storia del design e dell’architettura milanese, ospitano le opere dell’artista americano Nick Mauss, illuminate e fruibili 24 ore su 24.

Nick Mauss

È un alfabeto di simboli molto particolare quello che negli ultimi anni è andato definendosi nel lavoro dell’artista americano Nick Mauss (New York, 1980). Sono segni che chiedono di essere osservati e letti con pazienza perché il loro apparire non rappresenta mai un’esperienza purovisibilista e chiusa in se stessa, quanto invece il dipanarsi di coordinate di un percorso che si definisce nel lavoro dell’artista in modalità che comprendono il disegno, la scultura, la performance fino alla pratica curatoriale. Per il progetto intitolato Illuminated Window, che rappresenta anche la sua prima personale in Italia, Mauss ha quindi inteso il suo intervento ancora una volta come l’innesco di vari elementi in un dialogo attivo con gli spazi nei quali sono ospitati e con la memoria di quei luoghi.

Nick Mauss, Question The Wall Itself
Question The Wall Itself. Installation view: Florine Stettheimer and Nick Mauss, 2017 Walker Art Center, Minneapolis Courtesy of the artist; Walker Art Center, Minneapolis; Campoli Presti, London / Paris and 303 Gallery, New York

Il progetto, nato in collaborazione con Urban Up Unipol Projects Cities e sostenuto dal Fiorucci Art Trust e da Campoli Presti – la galleria che rappresenta Nick Mauss –, è stato curato da Milovan Farronato che ha coordinato gli interventi di Mauss in due luoghi significativi dell’architettura milanese: il palazzo della Triennale di Milano, di Giovanni Muzio, e la Torre Velasca, edificio iconico dello skyline cittadino ed esempio della creatività italiana del Secondo dopoguerra a firma dello studio BBPR. In entrambi i casi, le operazioni site-specific hanno in comune la scelta di spazi immediatamente disponibili a incontrare lo sguardo dei visitatori, come avviene appunto per l’atrio della Triennale, dove l’accrochage di piccole e medie formelle di ceramica policrome realizzate dall’artista sembra voler palesare subito a chi vi transita la natura compositiva e frammentaria dei vari medium impiegati nella realizzazione di coreografie intese come “uno strumento per organizzare e ricomporre, per lavorare con i materiali del tempo, per trovare nuove forme e sequenze, così come per rievocare materiale storico nel presente”.

Nick Mauss, Answering a glance, glance up Installation view, 2013. Indipendenza Studio, Rome curated by Campoli Presti. Courtesy of the artist and Campoli Presti, London / Paris
Nick Mauss, Answering a glance, glance up Installation view, 2013. Indipendenza Studio, Rome curated by Campoli Presti. Courtesy of the artist and Campoli Presti, London / Paris

È perciò un lavoro fatto di stratificazioni, non soltanto formali, visibili, ma anche intangibili che incorpora la dimensione temporale di quelle molteplici interrelazioni tra corpi e gesti con svariate narrazioni che continuamente affiorano nel murale variopinto allestito in Triennale così come in quella sorta di “coreografia” senza danzatori, pensata per lo Spazio Acquario al piano terra della Torre Velasca. Anche in questo caso, lo spazio scelto è un luogo aperto all’incontro anche casuale dello sguardo di chi vi si avvicina. Se però da un lato lo spazio della Triennale implicava una sede istituzionale, qui abbiamo invece la dimensione del display pubblico.

Del resto, il titolo della mostra “Illuminated Window”, vuole proprio designare questa cornice-dispositivo della vetrina, resa costantemente visibile dall’illuminazione, come lo spazio di una rappresentazione teatrale. A differenza delle piccoli superfici in ceramica esposte in Triennale, qui Mauss ha pensato grandi dipinti che si mostrano come fondali per un’ipotetica coreografia che però non contempla danzatori o performer come in precedenti operazioni dell’artista, quanto l’astrazione dei segni e la presenza di alcuni elementi (come i mobili d’ufficio originali disegnati dai BBPR) e i fondali-sipario automatizzati con un meccanismo analogo a quello dei pannelli pubblicitari rotanti che sembrano alludere ad una scansione temporale, di sequenze di atti perennemente nel momento di cominciare oppure eternamente sul punto di concludersi.

Nick Mauss, Designing Dreams, A Celebration of Leon Bakst
Nick Mauss, Designing Dreams, A Celebration of Leon Bakst, Installation view, 2017. Nouveau Musée National de Monaco, Monaco. Courtesy of the artist; Nouveau Musée National de Monaco, Monaco; Campoli Presti, London / Paris and 303 Gallery, New York

C’è poi un altro elemento che permea l’intera produzione di Nick Mauss e che viene costantemente suggerito nel depositarsi dei molteplici segni che costituiscono le sue opere, siano essi descritti con la punta di una matita, come abbozzi e successivamente mascherati dal colore, oppure dai suoi allestimenti, che come nel caso della vetrina della Torre Velasca appaiono talvolta come forme accartocciate, esprimendo la difficolta di definire un’idea in gestazione o come di una processo non totalmente andato a compimento.

Ce lo spiega il curatore Milovan Farronato, che così indica un possibile approccio per giungere alla comprensione di tali esiti formali: “Proporrei la figura retorica dell’anastrofe e il concetto di sabotaggio per tentare una preliminare definizione dell’opera di Nick Mauss. L’anastrofe si manifesta come errore in grado di generare un effetto poetico. Nick, qualunque mezzo decida di utilizzare (e sono vari), introduce sempre la possibilità di un imprevisto, di un effetto non contemplato che potenzialmente infici il risultato del suo lavoro. O meglio lo alteri. In fondo, le coincidenze vanno sempre guidate”.

Ecco, è in quel preciso scarto tra la progettualità dell’artista che imposta una serie di condizioni e il suo risultato ultimo, aperto all’errore, all’imperfezione, che si colloca tutta la vivacità del linguaggio di Mauss. È poi nel costante confronto con i luoghi nei quali vengono disposte e pensate le opere di Mauss che trova compimento quel processo euristico di costante organizzazione e modulazione di forme che innerva tutta la poetica dell’autore, assai consapevole della necessita di esprimere un linguaggio artistico capace d’incarnare un presente che trova proprio nell’intensità di mille frammenti la sua forma più convincente.

Titolo mostra:
Nick Mauss, Illuminated Window
Date di apertura:
1 dicembre 2017 – 14 gennaio 2018
Sedi:
Triennale di Milano – Torre Velasca
Indirizzi:
Triennale di Milano, viale Alemagna 6, 20121 Milano, Torre Velasca, piazza Velasca, 3/5, Milano

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