Arte pubblica a Douala

Mentre l'associazione doual'art sta lavorando alla terza triennale d'arte pubblica che si propone di trasformare il volto della capitale del Camerun, una mostra itinerante esporta l'evento in Europa: a Rotterdam, Nantes, Gent e Milano.

SUD-Salon Urbain de Douala riesce a fare quello che tanti contributi critici rimproverano alle grandi manifestazioni biennali e triennali di non saper fare: avere un impatto. Mentre il mondo fatica a pensare che dall'Africa possa provenire qualcosa di profondamente innovativo, contemporaneo e con una valenza pienamente internazionale, ogni edizione, SUD trasforma letteralmente la capitale del Camerun. 

Detto questo, non saprei proprio da che parte cominciare per raccontarne la storia. Si potrebbe adottare l'approccio di Gamebook. Se sai cos'è una biennale, vai al punto 2. Se sai cos'è una biennale e sai pure dov'è Douala, passa direttamente al 3. Se sai cos'è una biennale, ma non immaginavi che ce ne potessero essere in Africa, è meglio cominciare dall'inizio. 

1. Nel 1895, nasce la Biennale di Venezia e con essa un tipo di esposizione d'arte che con la semplice parola biennale dichiara fin dalla sua prima edizione di voler essere maestosa e duratura. Poco importa, poi, se si tratta di una manifestazione annuale, biennale, triennale, quadriennale, quinquennale o di una mostra che si è svolta una sola volta: basta alludere nel titolo a una ciclicità che già la si può definire una biennale. Il toponimo nel nome è la seconda caratteristica distintiva: annuncia che, in un modo o in un altro, si promuoverà il turismo. Nel 1993 Thomas McEvilly (Thomas McEvilley, Arrivederci Venice: The Third World Biennials in Artforum International, 01/11/1993) osserva l'epidemia delle grandi esposizioni in quello che lui chiama il terzo mondo. Il testo non considera il Festival Mondial des Arts Nègres del 1966 come una biennale nonostante la sua volontà di avere ricorrenza quadriennale; non prende in analisi i numerosi eventi cinematografici, si basa su una selezione di fonti parziali e non permette di vedere la continuità tra le manifestazioni avviate negli anni Settanta e quelle degli anni Ottanta. Ma l'articolo è veramente importante, perché contribuirà a creare un'effervescenza di discussioni intorno alle biennali e soprattutto darà vita a uno stile di analisi ricorrente, che analizza i cataloghi delle mostre per contrapporre stile Occidentale a stile non-Occidenale, modernismo a postmoderno, centro a periferia. Ora, non so quanti hanno avuto il privilegio di sfogliare i cataloghi della biennale di Dakar, del Cairo o quella itinerante Bantu, ma bisogna ammettere che è veramente lodevole la cura meticolosa con la quale Thomas McEvilly ha condotto la sua indagine, analizzando immagini sgranate e girando a caccia di dati comparativi, sfogliando le pagine di pubblicazioni spesso molto caserecce. Resta il fatto che il catalogo di un'esposizione non è l'esposizione e che sfogliare a distanza un evento fa perdere di vista gran parte della sostanza. Non mostra pienamente il ruolo del governo egiziano nell'organizzazione della Biennale del Cairo, non permette di sentire i brusii che hanno accompagnato la rapida nascita e morte della Biennale di Johannesburg e non permette di brindare nelle miti primavere senegalesi insieme al gran numero di artisti, curatori e critici di tutto il mondo che si riuniscono alla Biennale di Dakar. Davanti a una mappa del mondo che rappresenta ogni biennale come un punto, si fa fatica a percepire collegamenti e persone e si fa fatica a immaginare che la Biennale di Dakar, più che quella di Venezia, abbia avuto tante ripercussioni sulla scena artistica in Africa. 
In apertura: Pascale Marthine Tayou, <i>La Colonne Pascale</i>, New Bell, Douala, 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010. Qui sopra: Salifou Lindou, <i>Face à l'Eau, Bonamouti-Deïdo</i>, Douala, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
In apertura: Pascale Marthine Tayou, La Colonne Pascale, New Bell, Douala, 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010. Qui sopra: Salifou Lindou, Face à l'Eau, Bonamouti-Deïdo, Douala, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
2. Douala è il luogo dove ogni tre anni dal 2007 si svolge SUD-Salon de Douala. Spero che i suoi cittadini non me ne vorranno, ma – onestamente – Douala è proprio un postaccio: una città inospitale, violenta e brutta, senza nemmeno la fama di Lagos, né il petrolio di Luanda. È uno dei più grandi porti dell'Africa Centrale, capitale economica del Camerun e luogo di passaggio dove la gente sembra sempre sul punto di partire, pur di andarsene. Un contesto così difficile da essere estremo ed emblematico. Produrre opere d'arte nello spazio pubblico a Douala presenta un impressionante livello di complessità, che comprende – giusto per farsi un'idea – la negoziazione sui terreni demaniali e privati, la collaborazione con le autorità locali e la polizia, l'importazione e il costo di attrezzature, la disponibilità dei materiali, la formazione dello staff specializzato, il fundraising, la sicurezza e la difficoltà di fare delle fotografie a delle opere di arte pubblica in un posto veramente poco fotogenico. Un contesto impossibile da immaginare passeggiando per le vie di Münster, tanto per restare in tema. La Triennale SUD nasce con l'obiettivo di potenziare il lavoro avviato da doual'art nel 1991 e trasformare Douala. Niente brandizzazione territoriale, ma vero e puro lavoro di trasformazione. E ci stanno riuscendo! A Douala! Doual'art è riuscita a produrre opere d'arte nello spazio pubblico, collaborare con l'amministrazione urbana, suscitare dibattiti pubblici, coinvolgere le comunità, avviare una triennale e attivare artisti ed esperti di tutto il mondo. Se questo fosse cominciato qualche anno fa si potrebbe capire e ammirare l'entusiasmo; ma il tutto è cominciato oltre vent'anni fa. La dedizione è la cosa forse più impressionante visto che con il caldo e l'umidità che ci sono a Douala, ci si sente eroi se si riesce ad arrivare a fine giornata. 
Lucas Grandin, <i>Le jardin sonore</i>, Bonamouti-Deïdo, Douala, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
Lucas Grandin, Le jardin sonore, Bonamouti-Deïdo, Douala, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
3. Il critico e curatore Gerardo Mosquera lo ha spiegato chiaramente e in più saggi: lavorare su un territorio e avere un impatto sul medio-lungo periodo è quello che le biennali faticano a fare e che invece dovrebbero perseguire, per innescare nuovi processi e nutrire pienamente la produzione culturale. Moltissime manifestazioni ci provano con interventi in piazza, scuole e archivi aperti. Il caso di SUD è molto diverso. Doual'art comincia a pianificare la sua triennale nel 2005, costruendola su una lunga esperienza maturata a Douala. Proprio nel 2005 Marilyn Douala Bell e Didier Schaub creano il think tank Ars&Urbis per mettere insieme un gruppo di persone che possano promuovere l'evento e garantirgli la necessaria apertura internazionale, visibilità e continuità. L'idea è che doual'art prosegua a fare quello che sa fare meglio: sostenere gli artisti e produrre opere d'arte nello spazio pubblico. Il lavoro non si concentra durante l'evento, ma converge verso l'evento; SUD è il momento per presentare al mondo quello che è stato prodotto e festeggiare la città. La prima edizione della triennale del 2007 presenta interventi permanenti ed effimeri; nel 2010, con la sua seconda edizione, si affina la selezione delle opere; per il 2013 si pianificano interventi di sempre più ampie dimensioni. Cresce la competenza di doual'art, cresce SUD e cresce il desiderio di coinvolgere la città nel suo insieme. 
Immaginate una cartina turistica di Parigi: Torre Eiffel, Pantheon, Louvre, Champs-Èlysées piazzati come icone tridimensionali della città. Con una tecnica simile doual'art sta lavorando su una cartina 1:1 di Douala. Con un lavoro di ricerca, ha ricostruito la storia di 30 edifici di epoca coloniale e ne ha segnalati 18 con il lavoro della designer Sandrine Dole
Koko Komégné, <i>Njé Mo yé</i>, Nkololoun, Douala, 2007. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2007. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010.
Koko Komégné, Njé Mo yé, Nkololoun, Douala, 2007. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2007. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010.
Immaginate una cartina turistica di Parigi: Torre Eiffel, Pantheon, Louvre, Champs-Èlysées piazzati come icone tridimensionali della città. Con una tecnica simile doual'art sta lavorando su una cartina 1:1 di Douala. Con un lavoro di ricerca, ha ricostruito la storia di 30 edifici di epoca coloniale e ne ha segnalati 18 con il lavoro della designer Sandrine Dole. Ha commissionato e prodotto La Nouvelle Liberté, un'opera di Joseph-Francis Sumégné considerata il monumento della città e osservata da più studiosi come caso studio per quanto emblematico sia stato il suo impatto. Ha realizzato una cinquantina di opere (circa metà effimere e metà permanenti) in una dozzina di quartieri. Uno degli interventi più poetici è il paravento sul fiume Wouri di Salifou Lindou, che con semplice metallo e plastica dipinge a quadretti il luogo dove i pescatori al ritorno dal lavoro si lavano.
Philip Aguirre, <i>Source, Ndogpassi III</i>, Douala, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Presentazione del progetto. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
Philip Aguirre, Source, Ndogpassi III, Douala, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Presentazione del progetto. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
L'esposizione itinerante di SUD-Salon Urbain de Douala è un'occasione per incontrare Douala e confrontarsi con un evento visionario e innovativo, che insegna e sorprende. La prima tappa dell'esposizione itinerante è a Rotterdam durante la Biennale dell'Architettura, seguono Dakar durante la Biennale di Dakar, Nantes, Gent e Milano.
<i>TiesTen Bosch, Diving in deep, Ndogpassi III</i>, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
TiesTen Bosch, Diving in deep, Ndogpassi III, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
La prossima edizione di SUD, intolata Douala, métamorphoses è in programma dal 1 all'8 dicembre 2013.
<i>Arches de la mémoire</i>, Cheminée de Bonakouamouang, Douala, 2006. Design Sandrine Dole; ricerca e testi Valère Epée, Lionel Manga e Blaise Ndjehoya. Progetto urbano commissionato e prodotto da doual'art. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
Arches de la mémoire, Cheminée de Bonakouamouang, Douala, 2006. Design Sandrine Dole; ricerca e testi Valère Epée, Lionel Manga e Blaise Ndjehoya. Progetto urbano commissionato e prodotto da doual'art. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
<i>TiesTen Bosch, Diving in deep, Ndogpassi III</i>, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010
TiesTen Bosch, Diving in deep, Ndogpassi III, 2010. Opera d'arte pubblica commissionata e prodotta da doual'art nell'ambito di SUD 2010. Photo Roberto Paci Dalò, Douala, 2010

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