La casa che cambia tra ecologia, flessibilità e orizzonti

Fertile terreno di sperimentazione, le abitazioni private sono il barometro delle evoluzioni in architettura. Philip Jodidio in questo articolo per Domus le suddivide in quattro categorie, analizzando casi esemplari di progetti recenti.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1055, marzo 2021

Le abitazioni private continuano a rappresentare un terreno fertile per la sperimentazione in architettura. Dato che sono più piccole e meno costose della maggior parte degli edifici pubblici, e di solito prevedono accordi con uno o due committenti, anziché con comitati aziendali o governativi, permettono alle nuove idee di prendere forma rapidamente. La casa può quindi essere considerata un barometro del cambiamento. Anche se è difficile generalizzare su un argomento così ampio, l’analisi di alcuni progetti recenti può aiutarci a cogliere questa evoluzione. Possiamo classificarli in quattro categorie: ecologia, allargamento degli orizzonti, flessibilità e variazioni moderne.

Ecologia

Negli ultimi anni, un interessante sviluppo nella progettazione della casa è rappresentato dalla progressiva e quasi sistematica integrazione dei temi ecologici (o legati al consumo energetico). Oggi, più che in epoca modernista, le strategie che incoraggiano la ventilazione naturale e impiegano l’orientamento o la massa termica di una costruzione per renderla più confortevole sono utilizzate di frequente. Nei secoli, la scelta comune era sempre evitare l’assorbimento dei raggi solari nelle zone calde o usare la pietra e, più di recente, il cemento per assicurarsi la ritenzione del calore (o il fresco in estate). Finestre e altre aperture sfruttano la ventilazione naturale. Naturalmente, molte abitazioni contemporanee si spingono più in là sulla strada del risparmio energetico, usando sistemi geotermici, celle fotovoltaiche o vetri a bassa emissione. Le strategie energetiche passive che esistevano in un passato più remoto sono state forse messe da parte con l'affermazione del Modernismo, dove l’aspetto, la geometria rigorosa o la ‘trasparenza’ hanno talvolta preso il sopravvento sui fondamenti stessi della progettazione della casa.

L’idea di progetto ‘verde’ si è ampliata con la crescente consapevolezza del cambiamento climatico. Architetti come Stefano Boeri (Bosco Verticale, Milano, 2014) hanno esplorato la possibilità di integrare l’utilizzo massiccio del verde negli edifici urbani. Spingendosi ancora oltre, il giovane architetto vietnamita Vo Trong Nghia copre di piante molte delle sue costruzioni. Tralasciando le implicazioni estetiche, questa soluzione protegge dal calore eccessivo e riduce i costi del rivestimento. La House for Trees di Nghia (Ho Chi Minh City, Vietnam, 2014) è divisa in cinque volumi prismatici separati da spazi a giardino sul cui tetto sono piantati alberi. “Parlo spesso di costruire un sistema che colleghi le persone e la natura", dice. "L’edificio stesso può essere paragonato a un ecosistema dove vivono le persone. Stare in un edificio dovrebbe essere come trovarsi in un parco, o in un bosco”.

La Casa a Monsaraz, nella regione portoghese dell’Alentejo, progettata da Manuel e Francisco Aires Mateus nel 2018. Sorge su un terreno digradante ed è quasi completamente integrata nel terreno; la interseca una cupola invertita che crea un’apertura che illumina lo spazio. Foto Nelson Garrido

Allargare gli orizzonti

È innegabile che il cambiamento delle norme e la diffusione di Internet abbiano permesso agli architetti di molte parti del mondo di partecipare al dibattito sul design contemporaneo dove, fino a poco tempo fa, le soluzioni occidentali o giapponesi dominavano le pubblicazioni e le analisi critiche. Anche la crescente presenza delle donne in architettura in America, in Europa e altrove ha avuto un impatto notevole. In Messico, architette come Tatiana Bilbao hanno una fama globale, altre la stanno seguendo. Fernanda Canales, nata nel 1974 a Città del Messico, ha progettato una serie di interessanti residenze tra cui la Terreno House (Valle de Bravo, Messico, 2018). Questo complesso a un solo piano con quattro corti sorge in una zona piovosa, dove le temperature possono variare fino a 30° C in un giorno. Il progetto ha tenuto conto di questo clima. Bilbao sottolinea: “Le sue pareti agiscono come membrane, attraverso due zone temperate (foresta e prateria), due stagioni (secca e umida) e tre condizioni spaziali (centro, interno ed esterno)”.

Come il Messico, con figure quali Luis Barragán, l’India ha una ricca tradizione architettonica, confermata dall’assegnazione del Pritzker Prize a Balkrishna Doshi nel 2018. Ma l’incremento della condivisione di informazioni a livello internazionale sta permettendo anche ad altri studi, come Malik Architecture di Mumbai, di farsi conoscere. La loro House of Three Streams (Lonavala, Maharashtra, India, 2017) è stata presentata non solo su Internet, ma anche nella serie The World’s Most Extraordinary Homes della BBC 2. Lo spirito degli architetti è quello di ‘abitare’ il sito selvatico e collinare nel distretto di Pune, piuttosto che cercare di imporre forme al movimento naturale della terra. Nelle loro parole, “Le strategie formali di pianificazione sono incapaci di assorbire il flusso radicale della terra e dell’acqua mentre qui tutto, dalla qualità spaziale al linguaggio dei materiali, riecheggia lo spirito del sito”.

La House of Three Streams di Malik Architecture a Lonavala, Maharashtra, India, 2017. Lo spirito del progetto è ‘abitare’ il sito selvatico e collinare nel distretto di Pune invece di piegare il terreno alle esigenze costruttive. Foto Bharath Ramamrutham © Malik Architecture

Flessibilità

Le case di cui stiamo parlando spesso rientrano in più di una categoria di cambiamento nell’architettura residenziale contemporanea – sono situate in parti del mondo ‘inusuali’, sono più in sintonia con la natura o presentano una maggiore flessibilità in termini di uso potenziale rispetto alle abitazioni del passato. Nel caso di Ex of In House di Steven Holl Architects (Rhinebeck, New York, USA, 2016), l’architetto ha scoperto che un sito di 11 ettari nei boschi vicino alla sua residenza di campagna stava per essere dichiarato zona edificabile. Holl è riuscito a fare riclassificare il sito come riserva naturale, ma gli è stato permesso di costruire una piccola casa sperimentale. L’architetto americano afferma che, sebbene non sia dotata di camere da letto vere e proprie, l’Ex of In House può ospitare comodamente cinque persone. In termini geometrici, la struttura consiste nell’intersezione di sfere e di un tesseract (un analogo del cubo su quattro dimensioni).

La casa di legno presenta dettagli intagliati a macchina CNC, pannelli solari a bassissimo spessore e fa uso di energia geotermica, promettendo di essere autosufficiente dal punto di vista energetico. Questi elementi indicano l’affermarsi di molte nuove forme di tecnologia nel progetto della casa. La flessibilità d’uso è un’altra caratteristica importante delle abitazioni, contraddicendo i vecchi schemi che chiedevano di identificare rigidamente soggiorno, sala da pranzo, cucina e camere da letto. Nello spirito dell’architettura giapponese, che pone l’accento su spazi che non sono né completamente esterni né interni (engawa), o su ambienti che possono essere riconfigurati usando pannelli scorrevoli (shōji), le case sono ora sempre più spesso aperte e soggette a cambiamenti.

Variazioni moderne

Ecologia, geografia e flessibilità sono elementi funzionali e concreti, ma nelle case contemporanee anche lo stile e l’aspetto sono cambiati. È chiaro che non c’è uno stile dominante in tutto il mondo, ma è possibile che ci siano molte variazioni su temi moderni. I talentuosi fratelli Manuel e Francisco Aires Mateus sono portoghesi come i più anziani conterranei Álvaro Siza ed Eduardo Souto de Moura, vincitori del Pritzker Prize rispettivamente nel 1992 e nel 2011, e con loro condividono l'idea secondo cui le forme moderne possono evolvere. La loro Casa di cemento a Monsaraz (2018) si trova nella regione portoghese dell’Alentejo, vicino al confine spagnolo, ed è quasi completamente integrata nel terreno di un sito digradante, con una cupola parziale sporgente che copre l’area comune rivolta verso il lago. Gli architetti spiegano che “una cupola invertita la interseca e crea un’apertura che illumina lo spazio, modellando la sua precisa geometria e i suoi confini”.

L’inserimento di “geometrie e confini precisi” in un paesaggio che sembra non avere nessuno dei due elementi è un esercizio che gli architetti sembrerebbero aver intrapreso con un certo gusto. Eppure, questa casa quasi scompare nel suo ambiente selvaggio. Questa intersezione di modernità e natura incontaminata, la scoperta di nuove forme entro i confini della geometria è chiaramente un’altra tendenza dell’architettura residenziale contemporanea. Con questi pochi esempi e solo quattro categorie che sembrano intersecarsi e moltiplicarsi a vicenda, possiamo comprendere come l’architettura residenziale si stia evolvendo rapidamente mano a mano che emerge la consapevolezza di questioni che vanno dal cambiamento climatico allo spostamento dei modelli sociali, ma anche grazie al sempre più rapido diffondersi delle informazioni.

Philip Jodidio: nato a Orange, New Jersey, nel 1954, ha studiato storia dell’arte ed economia ad Harvard. Dal 1980 al 2002 è stato caporedattore capo del mensile d’arte francese Connaissance des Arts; è autore di più di 100 libri, soprattutto sull’architettura contemporanea, pubblicati da Taschen, Thames & Hudson, Rizzoli International e altri.

Immagine di apertura: la Ex of In House di Steven Holl Architects a Rhinebeck, New York, USA, 2016. Realizzata in legno, è una piccola casa sperimentale che può ospitare cinque persone ed è autosufficiente dal punto di vista energetico. Foto © Steven Holl Architects

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