Domus 1055 è in edicola: “La sfida della casa”

In questo numero: Caroline Corbetta analizza il territorio domestico, spazio nevralgico per la decostruzione degli stereotipi di genere; Kenneth Frampton confronta la residenza di Raymond a Karuizawa, e la Maison Errazuriz di Le Corbusier. Sfoglia la gallery e scopri i contenuti del numero di marzo.

Il numero di marzo di Domus 1055 si concentra sul ruolo della casa, unità di base dell'architettura. Nel suo editoriale il Guest Editor Tadao Ando la descrive così: “La casa è all’origine dell’architettura: un’espressione di umana immaginazione che oscilla tra l’astratto e il concreto. È un microcosmo che viene alla luce nella sfera privata, un “baluardo di difesa” in grado di rivendicare un habitat libero dai valori arbitrari e commerciali del capitalismo”.

Segue uno saggio di Christian Dehli e Andrea Grolimund, che descrivono la Prism House di Kazuo Shinohara, del 1974, uno spazio purista e minimale a cui si è ispirato Smiljan Radic per un suo recente progetto. Philip Jodidio, storico dell’arte americano, suddivide il tema delle abitazioni private in quattro categorie: ecologia, orizzonti, flessibilità, variazioni moderne.

Nella sezione Architettura vengono presentati sei progetti, che sfidano il contesto in tre modi diversi. Per Sfidare il tempo Juli Capella illustra La Fábrica di Ricardo Bofill, un luogo ricavato da un ex cementificio che dal 1973 continua a trasformarsi e ad adattarsi alla vita che contengono, proteggendola e stimolandola. Le costruzioni, invece, raccolte sotto la categoria Sfidare il sito sono la Casa a Melides I di Aires Mateus, che presenta il mattone come unico materiale costruttivo, la residenza NCaved di Mold Architects, e la Casa Parásito di El Sindicato Arquitectura, prototipo per un’unità abitativa collocato sul tetto di un edificio preesistente. Infine in Sfidare lo stile di vita viene descritta Curves and chords house di Hideyuki Nakayama Architecture e Garden House di Baracco+Wright Architects, abitazione sperimentale destinata a essere occupata saltuariamente.

Nelle pagine dedicate all’Arte, Caroline Corbetta delinea una lucida analisi del territorio domestico, da sempre uno spazio nevralgico nel processo di decostruzione degli stereotipi di genere. “Per secoli, le case sono state disegnate e costruite dagli uomini. Le donne le hanno abitate, passando tra le mura di quelle architetture, che si sono rivelate rifugi, ma anche prigioni”

Nella sezione Design sono state illustrate due collezioni di Marc Newson, Cloisonné e Cast Glass series, nate come gioielli, per allargarsi poi alla scala del corpo umano, sfumando i confini tra scultura, design e arti decorative. La serie di mobili di legno Hand, risultato della collaborazione tra Claesson Koivisto Rune e l’artigiano giapponese Yuji Takahashi, acquista invece valore quando viene usata, proprio perché è stata realizzata interamente a mano.

La nuova sezione Creatori è stata istituita per illustrare la varietà di forme di pensiero che possono emergere intorno a un’idea. Ogni mese offriremo a una serie di artisti e progettisti che plasmano oggetti, spazi ed edifici la possibilità di esprimersi visivamente sul tema che indagheremo sul numero. Per questo numero abbiamo chiesto a progettisti come Tatiana Bilbao, Dominique Perrault, Thom Mayne, John Pawson, Virgil Abloh e altri di focalizzarsi sulla domanda “Che cosa è la casa?”.

Nella rubrica Attorno al progetto, Kenneth Frampton racconta il rapporto che lega la residenza di Raymond a Karuizawa, in Giappone, e la mai realizzata Maison Errazuriz di Le Corbusier, progettata per un sito sulle rive del Pacifico, in Cile. Mount Fuji Architects Studio raccontano la costruzione della Peninsula House a Kanto, in Giappone, imponente elemento scultoreo e funzionale. Per lo studio WOJR, infine, le dimensioni e il peso di due enormi sostegni di marmo hanno determinato la logistica e l’organizzazione del cantiere della House of Horns a Los Altos, in California.

Nel Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, una tavola rotonda tra Marco Armellino, Paolo Cresci, Signe Kongebro e Davide Malberti che dialogano sui temi della sostenibilità ed economia circolare, risorse e sfide sempre più concrete per pianificatori, architetti e imprenditori del design. Carlos D’Ercole visita la casa di Tribeca di Albert Watson, con vista sul Woolworth e sull’Empire State Building, dove il fotografo abita dal 2009 e dove la sua passione per le stampe giapponesi di fine Ottocento si mescola a quella per il design. Valentina Petrucci ci parla di Giorgio Armani. Silvana Annicchiarico analizza il design espressionista di OrtaMiklos, tra performance e mix di culture. Il direttore editoriale Walter Mariotti conclude la sezione con la storia e i retroscena di Casa Malaparte, villa-icona del Novecento, copertina di questo numero, che rappresenta il culmine di una vita e la sintesi di un pensiero: quelli del celebre scrittore italiano.

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