Serpentine Pavilion: tutti i progetti dal 2000 a oggi

Il padiglione della Serpentine – quest’anno opera di Junya Ishigami – è una delle 10 mostre di architettura più visitate: abbiamo catalogato i 20 progetti, indagandone la seconda vita.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1036, giugno 2019 Il programma annuale del Summer Pavilion della Serpentine Gallery di Londra è unico. Nato come piattaforma globale per progetti sperimentali, mette in mostra il lavoro di un architetto, o studio progettuale, di fama internazionale sotto forma di un padiglione contemporaneo costruito nel cuore di Hyde Park. Fin dalla sua prima edizione nel 2000 con il progetto di Zaha Hadid, i padiglioni della Serpentine sono sempre stati espressione di episodi architettonici innovativi di grande risonanza – nonostante siano strutture temporanee. Il termine stesso ‘padiglione’, dal latino papilio (‘farfalla’), suggerisce la natura effimera e al tempo stesso attraente di questa tipologia edilizia.

2000, Zaha Hadid Architects Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 600 m2
Dimensioni: 30 x 20 x 5 m
Struttura e materiali: tensostruttura supportata da un telaio di acciaio
Sito attuale: Helston, Gran Bretagna
Acquirente: Flambards Theme Park
Utilizzo attuale: eventi privati    

2001, Studio Daniel Libeskind Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 400 m2
Dimensioni: 27 x 16 x 5 m
Struttura e materiali: struttura di acciaio rivestita con pannelli di alluminio
Sito attuale: non noto
Acquirente: anonimo
Utilizzo attuale: non noto

2002, Toyo Ito & Associates, Cecil Balmond Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 310 m2
Dimension: 17.5 x 17.5 x 6.7 m
Struttura e materiali: struttura di acciaio, 380 pannelli di vetro e alluminio
Sito attuale: Hotel Le Beauvallon, Saint-Tropez, France Acquirenter: Victor Hwang, Parkview International
Utilizzo attuale: eventi privati

2003, Oscar Niemeyer Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 300 m2
Dimension: 25 x 12 x 8.5 m
Struttura e materiali: struttura a tenda di cemento, acciaio, alluminio e vetro
Sito attuale: non noto
Acquirenter: anonimo
Utilizzo attuale: collezione privata

2004, MVRDV (non realizzato) Superficie totale: 2,300 m2
Dimensioni: 61.5 x 54.4 x 23 m
Struttura e materiali: tralicci in acciaio, copertura a verde

2005, Álvaro Siza, Eduardo Souto de Moura Ingegneria: Cecil Balmond, Arup
Superficie costruita: 544 m2
Dimensioni: 32 x 17 x 6 m
Struttura e materiali: struttura con incastro di legno, griglia a volta rivestita con pannelli traslucidi
Sito attuale: non noto
Acquirente: anonimo
Utilizzo attuale: collezione privata

2006, Rem Koolhaas – OMA, Cecil Balmond Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 346 m2
Dimensioni: 22 x 22 x 24 m
Struttura e materiali: membrana semitrasparente in PVC riempita di aria, pareti in fogli di policarbonato
Sito attuale: non noto
Acquirente: anonimo (£750,000)
Utilizzo attuale: collezione privata

2007, Olafur Eliasson, Kjetil Thorsen Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 490 m2
Dimensioni: 25 x 25 x 14.5 m
Struttura e materiali: struttura in acciaio rivestita da pannelli di legno triangolari
Sito attuale: non noto
Acquirente: anonimo
Utilizzo attuale: collezione privata

2008, Gehry Partners, LLP Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 550 m2
Dimensioni: 38.5 x 30 x 16 m
Struttura e materiali: copertura in vetro sospesa, struttura in acciaio e legno
Sito attuale: Aix-en-Provence, Francia
Acquirente: Paddy McKillen
Utilizzo attuale: concerti ed eventi

2009, SANAA – Kazuyo Sejima, Ryue Nishizawa Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 557 m2
Dimensioni: 43 x 32 x 4 m
Struttura e materiali: copertura monolitica in alluminio, 115 colonne in acciaio
Sito attuale: non noto
Acquirente: anonimo
Utilizzo attuale: non noto

2010, Ateliers Jean Nouvel Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 500 m2
Dimensioni: 25.5 x 23 x 12 m
Struttura e materiali: vetro, policarbonato e tessuto, tende parasole retraibili
Sito attuale: non noto
Acquirente: anonimo
Utilizzo attuale: unknown

2011, Peter Zumthor Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 390 m2
Dimensioni: 20.5 x 6.8 x 5 m
Struttura e materiali: telaio leggero in legno con finitura nera
Sito attuale: non noto
Acquirente: anonimo
Utilizzo attuale: non noto

2012, Herzog & de Meuron, Ai Weiwei Ingegneria: Arup
Superficie costruita: 435 m2
Dimensioni: 22.4 x 22.4 x 2.7 m
Struttura e materiali: 12 colonne portanti, rivestimenti in sughero
Sito attuale: Surrey, Gran Bretagna
Acquirente: Usha and Lakshmi Mittal
Utilizzo attuale: private collection

2013, Sou Fujimoto Architects Ingegneria: AECOM
Superficie costruita: 357 m2
Dimensioni: 24 x 24 x 8 m
Struttura e materiali: griglia in acciaio da 2.600 cubi a sezione tubolare quadrata
Sito attuale: Tirana, Albania
Acquirente: Luma Foundation (£ 500,000)
Utilizzo attuale: installazione artistica

2014, Smiljan Radić Ingegneria AECOM
Superficie costruita: 350 m2 Dimensioni/Dimensions: 20 x 20 x 6 m
Struttura e materiali: guscio in plastica fibro-rinforzata, struttura in acciaio
Sito attuale: Somerset, Gran Bretagna
Acquirente: Hauser & Wirth (£ 450,000)
Utilizzo attuale: installazione artistica    

2015, SelgasCano Ingegneria: AECOM
Superficie costruita: 264 m2
Dimensioni: 27 x 27 x 4.6 m
Struttura e materiali: tessuto strutturale e tubolari in acciaio
Sito attuale: Los Angeles, California, USA
Acquirente: Second Home
Utilizzo attuale: eventi pubblici

2016, Bjarke Ingels Group (BIG) Ingegneria: AKTII, AECOM
Superficie costruita 273 m2
Dimensioni: 27 x 12 x 14 m
Struttura e materiali: 1.802 moduli in fibra di vetro, giunti in alluminio
Sito attuale: Vancouver, Canada
Acquirente: Westbank
Utilizzo attuale: installazione artistica

2017, KéréArchitecture Ingegneria: AECOM
Superficie costruita: 330 m2
Dimensioni: 24.1 x 20.2 x 4.8 m
Struttura e materiali: unita modulari in legno triangolari, copertura in acciaio
Sito attuale: Kuala Lumpur, Malesia
Acquirente: Ilham Gallery
Utilizzo attuale: installazione artistica

2018, Frida Escobedo, Taller de Arquitectura Ingegneria: AECOM
Superficie costruita: 257 m2
Dimensioni: 17 x 9.5 x 3.2 m
Struttura e materiali: tegole in cemento, telaio Vierendeel in acciaio
Sito attuale: Singapore
Acquirenter: Therme Group
Utilizzo attuale: installazione artistica

2019, Junya Ishigami + Associates Ingegneria: AECOM
Superficie costruita: 350 m2
Dimensioni: 33.8 x 23.8 x 5 m
Struttura e materiali: struttura in acciaio, pavimento in cemento, colonne in acciaio massiccio (ø 48 mm), travi in acciaio massiccio, rete in acciaio e pietre
Sito attuale: Kensington Gardens, Hyde Park

Parte del fascino di strutture di questo tipo, infatti, risiede nel fatto che le loro caratteristiche fuggevoli riescano ad avvicinare il vasto pubblico all’architettura e al mondo dell’arte. A differenza di un tipico museo, il padiglione offre un esempio eccellente d’immediatezza d’interazione e accessibilità: non ci sono porte, confini o barriere culturali. “In una società caratterizzata da una crescente disuguaglianza, tutti possono vivere un’esperienza architettonica in prima persona. Si tratta di una delle ragioni principali del successo del padiglione”, spiega il direttore artistico della Serpentine, Hans Ulrich Obrist. Con un’affluenza di circa 250.000 persone ogni estate, l’iniziativa è una delle prime 10 mostre di architettura e design più visitate al mondo. Il padiglione affianca alle sue qualità architettoniche un ricco programma funzionale, operando come spazio pubblico, caffetteria e sede delle “Park Nights” – l’apprezzata serie d’incontri pubblici ed eventi della galleria. Come noto, la regola di base della Serpentine consisteva nell’invitare una archistar che ancora non aveva avuto l’opportunità di realizzare un edificio nel Regno Unito al momento della commessa. Tuttavia, negli ultimi anni, l’istituto ha deciso di dare spazio alle nuove generazioni invitando giovani talenti emergenti. Gli architetti di queste strutture hanno l’opportunità di utilizzare materiali in maniera innovativa, sperimentare con nuove soluzioni costruttive e, sempre più, affrontare l’impatto sociale dell’architettura come l’ecologia globale e la sostenibilità, la relazione tra l’architettura e il cibo, il futuro del lavoro, così come le tecnologie smart o l’intelligenza artificiale.

Rendering del padiglione di quest’anno disegnato da Junya Ishigami. All’esterno, la copertura con tre strati di lastre di ardesia. © Junya Ishigami + Associates

Il progetto del padiglione di questa edizione è dell’architetto giapponese Junya Ishigami, il cui lavoro “non si oppone al concetto di peso, ma quasi come un miracolo cerca di sfidare la gravità”, nelle parole di Obrist. Attraverso la composizione di blocchi di ardesia, la copertura del padiglione sembra quasi emergere dal terreno del parco circostante. All’interno, viene così a crearsi uno spazio contemplativo che rimanda all’idea di grotta. Ancora secondo il direttore artistico, questo padiglione riesce a creare un’armonia tra le strutture costruite dall’uomo e quello che esiste in natura – un’idea olistica (e non antagonistica) dell’architettura che gioca con le nostre prospettive dell’ambiente costruito in relazione al paesaggio naturale.

Prospetto est. Disegno © Junya Ishigami + Associates

Così come i suoi predecessori, anche Ishigami ha avuto a disposizione sei mesi dall’invito al completamento dei lavori. Una stretta collaborazione con ingegneri e consulenti risulta quindi necessaria per la realizzazione efficace del progetto. Oltre ad analisi strutturali e simulazioni virtuali, lo sviluppo di modelli e prototipi è parte integrante del processo progettuale per testare la durabilità, l’impermeabilità, l’integrità, la resistenza al fuoco e l’estetica della struttura. Il periodo adibito alla costruzione è limitato a sole sette settimane, durante le quali ci si confronta con tutti i vincoli di trasporto e logistici necessari ad assicurare la sicurezza pubblica. In questo breve lasso temporale, un piano strategico di costruzione per fasi consente di gestire i molteplici processi costruttivi in parallelo ed erigere la struttura con la qualità che merita. Generalmente, la Serpentine non dispone di fondi per finanziare il progetto. Il supporto arriva da sponsorizzazioni, donazioni e la vendita del padiglione, che comunque non copre più del 40% dei costi. Dopo l’estate trascorsa nei Kensington Gardens, le strutture vengono infatti smontate, trasportate e riassemblate per istituzioni pubbliche, collezioni private o realtà turistiche. Enfatizzando un’attenzione crescente verso la sostenibilità, si cerca quindi di riutilizzare tutti i materiali nelle nuova incarnazione dei padiglioni.

Tuttavia, in qualche caso, la seconda vita di questi progetti è una storia infelice. Situata in un parco giochi della Cornovaglia, la tensostruttura innovativa di Zaha Hadid oggi può essere riconosciuta a fatica e viene affittata per serate e feste di compleanno per bambini. Ad altri padiglioni non viene nemmeno concessa una seconda opportunità. Almeno quattro dei progetti passati sono infatti accatastati in un magazzino. Acquistati da un collezionista particolarmente ambizioso, a oggi per essi non sono previsti progetti di recupero.

Prospetto ovest. Disegno © Junya Ishigami + Associates

Altri padiglioni invece hanno seguito strade ben più fortunate. La struttura a guscio traslucido di Smiljan Radić, per esempio, è stata acquisita dalla galleria Hauser & Wirth, ed è ora inserita in un giardino del Somerset per ospitare dibattiti pubblici ed eventi benefici. Il padiglione variopinto di SelgasCano sarà invece il primo a essere trasportato negli Stati Uniti, a Los Angeles, dove ospiterà programmi gratuiti sull’arte, il design, la scienza e la natura. L’opera di BIG (Unzipped wall) ha poi intrapreso un tour mondiale: da Toronto, a New York e Shanghai, con Vancouver come tappa finale. Oscillando tra temporaneità e permanenza, i padiglioni della Serpentine continueranno in futuro a transitare da una seppur ben progettata, ma breve esistenza a Londra, a una seconda vita dai risvolti imprevedibili, adattandosi e a volte camuffandosi – proprio come farfalle – nel loro nuovo ambiente.

Stefano Andreani è docente di Architettura alla Harvard University Graduate School of Design e svolge attività progettuali e di consulenza presso lo studio Invivia a Boston. Nel 2018, ha curato per Domus lo speciale Innovation.

Immagine di apertura: rendering del padiglione di quest’anno disegnato da Junya Ishigami. L’interno è uno spazio libero, ma raccolto e concepito per la contemplazione. © Junya Ishigami + Associates