È un caso degno dell’intro di Federica Sciarelli a Chi l’ha visto?: “Aveva 37 metri, un cuore pulsante di luci, acqua e musica: l’ultima volta è stato visto tra le code infinite dell’Expo 2015.”
Che fine ha fatto l'Albero della Vita? Sicuramente lo ricorderete. Svettava fiero tra i padiglioni, con le sue radici d’acciaio ben piantate al centro della Lake Arena, mentre migliaia di persone con il naso all’insù si lasciavano incantare dai suoi spettacoli coreografati. Luci, zampilli, musiche epiche e un crescendo di emozioni degno di un musical in 4D. Era il simbolo del Padiglione Italia, certo, ma diciamocelo: un po’ tutta l’Expo si era data appuntamento lì, come i turisti a Fontana di Trevi.
Realizzato in legno e acciaio, ispirato (pare) alla lampada Luminator Bernocchi — una delle icone del design industriale italiano — l’Albero aveva anche una discendenza nobile: lo stesso disegno che avrebbe poi ispirato il Palazzo dell’Arte, oggi sede della Triennale. Insomma, mica l’ultimo dei pini di Natale.

Nel 2015 oltre 14 milioni di visitatori – circa due terzi del totale dell’Expo – hanno assistito ai suoi spettacoli. E poi? Poi è arrivato il grande dilemma che ha attanagliato il destino dell’Albero e, più in generale, di tutte le strutture dell’area post-Expo: “E adesso dove ce lo mettiamo?”
Le proposte si sono sprecate. A un certo punto si è persino vociferato di un suo trasferimento in Piazzale Loreto, che già di per sé è un crocevia esistenziale perenne. Pensateci: un enorme calcinculo luminoso nel mezzo della rotonda più caotica di Milano. Ammettiamolo, l’idea oscillava tra il sadico e il geniale. Un faro per indicare ai guidatori la via d’uscita. O, forse, per confonderli del tutto.
Niente da fare. Alla fine, l’Albero della Vita è rimasto lì dov’era, piantato al centro del vuoto post-Expo. In silenzio, come una popstar dei primi Duemila in attesa del proprio revival. O un promettente talento della Serie A fermato da un crociato saltato.
Eppure qualche affettuoso nostalgico non si è mai davvero scordato di lui. Su Spotify circolano ancora playlist con le musiche degli spettacoli dell’Albero: dalla Tree of Life Suite fino a L’ombelico del mondo. Perché i ricordi, si sa, hanno bisogno di una colonna sonora.

E adesso? Sembrerebbe che l’Albero non solo tornerà a fare spettacoli a partire dal 2025 — come anticipato da Igor De Biasio, AD di Arexpo — ma verrà anche restaurato e riportato al suo splendore originario per l’autunno del 2027. A permettere il restyling sarà un finanziamento da 140 milioni di euro recentemente concesso dal Ministero dell’Economia al Comune di Milano.
L’obiettivo? Trasformare la piazza intorno all’Albero in un nuovo spazio di aggregazione per gli studenti dell’Università Statale, che trasferirà lì parte dei suoi corsi.
Bentornato, Albero.
Va, e insegna agli studenti quel che serve a non sfigurare durante le serate di karaoke.
Immagine di apertura: Foto Gennaro Leonardi da Adobe Stock