Festival urbano, rassegna espositiva, conferenza a cielo aperto, esperimento di rigenerazione sostenibile: a Terraforma non si è mai andati solo per ascoltare musica. Nei suoi undici anni di vita, dal debutto nel 2014, la manifestazione culturale ideata da Threes Production – l’agenzia creativa milanese che firma anche il festival Nextones, ambientato nelle cave della Val d’Ossola – ha offerto molto di più di una semplice line-up. Ha ospitato progetti multidisciplinari capaci di mettere in dialogo la musica con l’architettura, l’ecologia, le arti performative e – perché no – anche con la geopolitica.
Per il secondo anno consecutivo, Terraforma Exo torna ad abitare dal 28 al 29 giugno 2025 l’intero Parco Sempione, articolandosi tra il Teatro Continuo di Alberto Burri, la Torre Branca, la Palazzina Appiani, il Giardino della Triennale Milano – con la sua nuova “macchina sonora” dedicata alla sperimentazione musicale, Voce – e, per la prima volta, anche il Castello Sforzesco. Un progetto che, nelle parole del co-founder e direttore artistico Ruggero Pietromarchi, dialoga con la città trasformandola in “un laboratorio a cielo aperto, dove il suono non è solo un’esperienza estetica, ma un atto politico, un gesto di cura, e una proposta di nuova convivenza urbana”.

Con una selezione di tre progetti, su Domus vi raccontiamo il legame che questa “mappa sonora in espansione” ha saputo sviluppare con l’architettura in questa edizione: non solo con quella tangibile della città, ma anche con un’architettura immaginifica, che prende forma con il suono. Un’architettura capace di “terraformare nuovi mondi” o di far riemergere quelli troppo spesso dimenticati.
1. Il talk di Forensic Architecture: per un’architettura politica del suono
Quello del gruppo di ricerca della Goldsmiths University, guidato dall’architetto Eyal Weizman, è senza dubbio uno degli impieghi più radicali e innovativi dell’architettura contemporanea. Il talk in programma alle h18.00 del 28 giugno, presso lo spazio Voce della Triennale di Milano, rappresenta una rara occasione per ascoltare dal vivo la loro testimonianza in Italia.

Dal 2010, Forensic Architecture impiega tecniche avanzate — dalla modellazione 3D all’analisi di immagini satellitari, fino alla “testimonianza situata” degli ecosistemi — per ricostruire in modo meticoloso violazioni del diritto internazionale. Questo approccio, definito “architettura forense”, è pensato per produrre prove da presentare nei tribunali di tutto il mondo, in cause che sfidano le narrazioni ufficiali e sostengono le richieste di giustizia dei popoli oppressi. È a Eyal Weizman che si devono, non a caso, alcuni dei contributi più interessanti sulla questione palestinese – da Spaziocidio, edito in Italia nel 2022, ad Architettura dell’occupazione (2009), che esplorava i metodi di controllo territoriale di Israele nei territori occupati.
In questa occasione, il tema dell’intervento di Forensic a Terraforma ripercorre una delle loro più recenti indagini sulla colonizzazione tedesca della Namibia, processo culminato – tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento – nel genocidio degli Herero e dei Nama, nonché in un ecocidio delle risorse che ancora contribuisce all’instabilità ecologica del paese.
2. L’immersione sonora “The Drum and The Bird” con Forensis & Bill Kouligas fa parlare la Namibia scomparsa

Ma cosa ha a che fare tutto questo con il suono? Molti di voi ricorderanno la strepitosa installazione di Nike per Capsule alla Design Week di Milano, creata da Bill Kouligas, artista sonoro e fondatore dell’etichetta sperimentale Pan, da anni impegnato nella ricerca ai confini tra suono, arte visiva e pratiche critiche. A Terraforma Exo, va in scena la sua collaborazione con Forensis – agenzia gemella di Forensic Architecture con base a Berlino. Insieme portano l'indagine forense condotta in Namibia nella line-up del festival, sotto forma di un’esperienza sonora immersiva. In “The Drum and The Bird”, presentato per la prima volta al Berlin Atonal nel 2024, audio ambientale generativo, testimonianze orali e modellazione spazio-visiva si intrecciano per “ampliare il campo dell’ascolto, rendendolo uno strumento critico, memoriale e relazionale”.
Non solo voci umane sono state silenziate dal colonialismo tedesco, ma è anche alla natura che è stato impedito di parlare il suo linguaggio. È in queste omissioni sonore del paesaggio che, spesso, l’indagine forense ritrova le uniche testimonianze del fatto che una certa violenza sia avvenuta.
Quelle che suonano durante “The Drum and The Bird” sono le voci dimenticate di sabbia, acqua, vento, alberi, squali ed esseri umani, quelle degli attori dei paesaggi namibiani che incorporano una memoria che supera l’amnesia coloniale. Se volete ascoltare che rumore fanno questi “archivi viventi” l’appuntamento è dalle 23:00 alle 00:00 di sabato 28 giugno al Giardino della Triennale di Milano.
3. La futuribilità della memoria con “The Talk” di Heith, James K, Günseli Yalcinkaya e Andrea Belosi
Terzo per posizione, ma non per intensità, “The Talk” è un panel surreale ideato dai musicisti elettronici Heith e James K insieme all’artista-ricercatrice specializzata in folklore tecnologico Günseli Yalcinkaya, con set design originale di Andrea Belosi. La performance alterna paesaggi sonori realizzati in tempo reale con l’intelligenza artificiale, interventi in spoken word e scenografie al confine tra spazio fisico e distopia digitale. Si ispira alla macchina di Anticitera, un calcolatore meccanico che in tempi non sospetti prevedeva i movimenti dei corpi celesti e, per questo, è considerato dai più il primo computer artificiale mai progettato.
Co-commissionato da Terraforma insieme a Sónar, Nuits Sonores e Reworks, “The Talk” illumina le miscredenze e le paure legate alle nuove tecnologie, stringendo rapporti senza tempo tra memoria folkloristica e futuribilità. Ha una durata di un’ora e si tiene dalle h21:30 alle h22:30 del 28 giugno al Giardino Triennale Milano.

Immagine di apertura: Terraforma Exo 2024. Foto Stefano Mattea. Courtesy Terraforma Exo

Sai cos’è un dissipatore alimentare?
Il 60% delle cucine americane ne ha uno e anche in Italia vengono installati sempre più dissipatori alimentari. Ma cosa sono e come funzionano?