Affacciata su un giardino privato nel cuore della Brianza, Villa Redaelli è una residenza monumentale progettata da Mario Botta e oggi in vendita attraverso Lionard al prezzo di oltre 3 milioni di euro. Costruita tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, si distingue come un’opera architettonica potente e riconoscibile, come è riconoscibile la mano di chi l’ha disegnata.
Alcuni architetti lasciano infatti una firma inconfondibile: segni distintivi che riflettono un linguaggio coerente, fatto di scelte spaziali, materiche e strutturali.
Botta è tra questi. Le sue architetture sono identificabili, a prescindere dalla collocazione geografica e dalla tipologia architettonica: dalle ville unifamiliari, a cui si è dedicato specialmente nei primi anni della sua attività in Svizzera, ai musei e gli spazi per la cultura, come il MoMA di San Francisco e l’ampliamento del Teatro alla Scala di Milano, fino ai luoghi di culto, tra cui la notissima chiesa di San Giovanni Battista sulle Alpi Ticinesi e la chiesa del Santo Volto a Torino.

Tra il 1991 e il 2001, Botta collabora con lo studio Redaelli Associati alla realizzazione di un complesso residenziale a Bernareggio, comune brianzolo a una mezz’ora di macchina dal centro di Milano, vicina alla più nota Arcore. Insieme progettano una serie di edifici nella zona nord del paese: case a schiera che riflettono con chiarezza il linguaggio architettonico dell’architetto ticinese.
Capofila di questo intervento è la villa privata dei Redaelli. Il risultato è un’opera emblematica, in cui il pensiero architettonico di Botta si traduce in una residenza monumentale, concepita su misura per i committenti.
Con una planimetria che richiama alla memoria le ville di Le Corbusier, tra pilotis e muri modellati per segnalare gli ingressi, la villa di 300 mq è stata pensata come testata nord della serie di case a schiera, e si sviluppa su tre livelli fuori terra. Nel progetto originale, il piano terra, con un’ampia superficie vetrata verso il giardino, ospita una piscina interna e i servizi per poter accedere ai piani successivi. Al primo piano si trovano gli spazi destinati alla zona giorno e la camera da letto padronale, mentre il secondo piano è occupato dalla biblioteca e dalle restanti camere da letto.

Forme geometriche rettangolari, triangolari e ad arco disegnano la facciata convessa verso ovest, che si affaccia sul giardino, e i volumi arretrati rispetto alla linea di gronda creano un ampio portico su tre livelli e un loggiato al secondo piano. Il lato est, che corre parallelo alla strada, è caratterizzato da una doppia parete in mattoni di cotto e da una scala esterna che collega il giardino direttamente allo spazio della biblioteca.
Una costruzione iconica e monumentale, in cui l’uso delle figure geometriche per la definizione degli spazi, la distinzione tra pieni e vuoti e l’utilizzo dei mattoni a vista rappresentano la firma inequivocabile del lavoro di Botta.