Domus 1099 è in edicola

Nel terzo numero di Domus curato dal guest editor Bjarke Ingels il tema è il cemento, l'antieroe dell'architettura che si prende la sua rivincita.

Editoriale/ Cemento Il calcestruzzo è il paria dell’architettura, sinonimo di edilizia sociale che si trasforma in baraccopoli. Noiose scatole architettoniche che sacrificano la bellezza al budget. È ormai il simbolo delle responsabilità dell’edilizia nella crisi climatica, con emissioni di carbonio nel mondo dal 4 all’8 per cento. È, però, anche l’instancabile eroe del XXI secolo. È le nostre strade, i nostri ponti e gallerie. Le nostre fondamenta e le nostre fognature, le cantine e i locali tecnici, i muri e i pilastri. Anche se Copenaghen sembra interamente di mattoni, è fatta quasi sempre di elementi prefabbricati di calcestruzzo. L’impronta di carbonio che risulta dalla sua condizione di factotum dell’architettura l’ha reso il capro espiatorio ambientale, ma quando si è parte del problema bisogna avere anche un ruolo di punta nella soluzione. 

Testo Bjarke Ingels 

Saggi/ Una storia ricca di inventiva e bellezza

Testo Sam Lubell, Greg Goldin

Tavole/ In continua evoluzione

A cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

Saggi/ Da un passato polveroso alla ribalta dell'innovazione

Testo Leah Ellis

Tavole/ Un materiale onnipresente

A cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

Saggi/ Dagli antichi romani ai robot

Testo Jason Ballard

Tavole/ Aggregati e additivi

A cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

Saggi/ Ripensare le costruzioni in calcestruzzo

Testo Philippe Block, Alessandro Dell’Endice, Francesco Ranaudo, Tom Van Mele

Visita in studio/ Ensamble Studio Il duo spagnolo imposta la propria pratica a partire dalla materia, che fornisce le risposte al progetto che affrontano. Il loro metodo si informa su modelli in scala reale che testano nella loro ‘fabbrica’ per essere poi trasformati in dati che danno visibilità all’idea

Intervista Bjarke Ingels con Antón García-Abril, Débora Mesa

Christian Kerez Zürich, Un'esperienza spaziale in continuo fluire, Al Muharraq, Bahrain, 2017-2023 Esplorazioni geometriche e rigore costruttivo connotano i quattro parcheggi nel centro storico, realizzati con un sistema di lastre curve di cemento collegate tra loro che crea un percorso continuo

Testo Christian Kerez

Elemental, Forze uguali e contrarie, Lisbona, Portogallo, 2024 Un elemento di calcestruzzo a sbalzo collega i due corpi della nuova sede EDP e restituisce la vista sul Tago, mentre la piazza pubblica al centro, considerata come un monolite di calcestruzzo scavato, garantisce una massa termica energeticamente corretta

Testo Alejandro Aravena

Thomas Phifer and Partners, Facciata sospesa, Varsavia, Polonia, 2024 Se la scelta del calcestruzzo bianco per il Museo d’Arte Moderna è un riferimento alla tradizione modernista di Varsavia, l’ampia e complessa facciata, a pannelli di calcestruzzo, interamente sospesa e colata in loco, impiega un metodo altamente innovativo 

Testo Thomas Phifer

HArquitectes, Un materiale eclettico, Barcellona e Palma di Maiorca, Spagna, 2023-2025 Una casa urbana e un complesso di edilizia sociale impiegano cementi diversi: alleggerito e compattato per la prima; mescolato a pietra marès per il secondo

Testo HArquitectes

Tham & Videgård Arkitekter, Casa in collina, Värmdö, Svezia, 2022 Ripiegato e rotante come un origami, l’edificio di calcestruzzo e vetro alterna pieni e vuoti, che lo rendono solido e leggero allo stesso tempo

Testo Bolle Tham, Martin Videgård

Chenchow Little Architects, Unione di forme, Sydney, Australia, 2025 Interamente costruita in calcestruzzo armato, la Unfolding house segue la topografia digradante, massimizzando vedute, privacy e uso della luce naturale

Testo Tony Chenchow, Stephanie Little 

Pezo von Ellrichshausen, Tra cielo e terra, Santa Lucia Alto, Yungay, Cile, 2022 Composto da una sola stanza, il Rosa pavilion ha una duplice natura delimitata dalla copertura di cemento. Al di sotto, l’ambiente è raccolto e richiama una grotta. Al di sopra, lo sguardo è invece rivolto verso l’orizzonte, tra le nuvole. Al centro, un sottile camino riscalda l’ambiente, ma funge anche da elemento strutturale

Testo Pezo von Ellrichshausen

JDSA / Julien De Smedt Architects, Brutalismo organico, Bruxelles, Belgio, 2017 Riducendo al minimo il suo impatto sull’ambiente, l’anatomia della Secret House, sinuosa come un serpente, si avvolge su se stessa per creare intimità e abbracciare il paesaggio circostante

Testo Julien De Smedt

MBL Architectes, Tecnica e intuizione, Boissy-le-Châtel, Francia, 2021 Il cantiere dello skatepark per la Galleria Continua è un laboratorio, dove struttura e superficie emergono dall’interazione tra mano, attrezzi e materiale

Testo MBL Architectes

Portfolio/ La vita ai piedi del muro È lunga circa 400 km. A volte alta 19 metri. Geometrie contorte. Cementate. Ostili. Un muro. È la Grande Muraglia del Giappone, una risposta radicale che protegge la costa da futuri tsunami. Al di là della sua imponente presenza, il muro incarna il rapporto storico del Paese con il mare, temuto e venerato allo stesso tempo, ma sempre portatore di distruzione: dagli tsunami alle creature mitiche, dagli Dei alle invasioni straniere. Mentre il mondo lo legge come una misura estrema, il saggio fotografico rivela come la gente del posto lo gestisce, lo accetta e si adatta alla sua presenza, mostrando la tensione tra protezione e disagio, necessità e resilienza: la vita quotidiana si svolge all’ombra di un’infrastruttura costruita per tenere a bada la natura.

Testo Laurian Ghinițoiu

Keisuke Oka, Improvvisare in cantiere, Tokyo, Giappone, 2024 Costruito in 20 anni, senza disegni tecnici, con un metodo ispirato al butoh,l’Arimasuton Building si è rivelato un sorprendente esperimento di creatività collettiva

Testo Keisuke Oka

Arte/ Katja Schenker, Rendere tangibili tempo e materia, Muttenz, Svizzera, 2017 Il cemento mescolato alle materie prime diverse provenienti da tutta la Svizzera danno vita a un’opera imponente che vuole essere un tributo alla sostanza

Testo Katja Schenker

Ossimoro/ Leggerezza massiccia

Testo Antón García-Abril, Débora Mesa

Storia di copertina/ Un eroe incompreso

Testo Bjarke Ingels

Il fatto del mese/ Gedda come metafora del perpetuo divenire

Testo Antonio Armano

Letture globali/ Disegnare per guardare il mondo e progettare il futuro

La mia città/ Paolo Crepet. La città ideale, quella disegnata dai bambini

Testo Valentina Petrucci

Città del design/ Stoccolma, voglia di uscire dalla comfort zone

Testo Loredana Mascheroni

Intelligenza del clima/ La giostra del carbonio

Testo Roberto Battiston

Il personaggio del mese/ Erwan Bouroullec . L'eleganza della sostenibilità

Testo Elena Sommariva 

Archivio Domus/ Lasciare che Los Angeles bruci?

Testo Simona Bordone, Valeria Casati

Talenti/ Una sedia-manifesto del design ungherese, tra ergonomia ed ecologia

Testo Silvana Annicchiarico

Aziende/ Scrigno, innovazione come sinonimo di semplificazione della vita

Testo Antonio Armanio

Homo urbanus/ Il corpo della città, organismo vitale e vivente

Testo Stefano Mancuso

Territori urgenti/ Grand Paris Express. Accessibilità o espulsione?

Testo Javier Arpa Fernández

Spazi pubblici/ Giulia Molteni: il nostro universo per Milano

Testo Walter Mariotti

Domus marzo arriva in edicola e il piano dei numeri immaginati da Bjarke Ingels, Guest Editor di Domus 2025, con la direzione editoriale di Walter Mariotti comincia a definirsi. Questo mese il tema è il cemento, il paria dell’architettura che si prende la sua rivincita, come spiega Ingels nel suo editoriale che sfata moltissimi luoghi comuni.  “Inventato dagli antichi romani, che usavano ceneri vulcaniche del Vesuvio, è il materiale del grande Pantheon. Sinonimo di edilizia sociale che si trasforma in baraccopoli, noiose scatole architettoniche che sacrificano la bellezza al budget, il cemento è ornai il simbolo della responsabilità dell’edilizia nella crisi climatica, con emissioni di carbonio nel mondo dal 4 all’8 percento”.

Domus 1099, marzo 2025

"In realtà, il cemento è l’instancabile eroe del XX e forse anche del XXI secolo. È le nostre strade, i nostri ponti e gallerie. Le nostre fondamenta e le nostre fognature, le cantine e i locali tecnici, i muri e i pilastri”. Ingels cita la sua città natale, Copenaghen: “Anche se sembra interamente di mattoni, è fatta quasi sempre di elementi prefabbricati di calcestruzzo. L’impronta di carbonio che risulta dalla sua condizione di factotum dell’architettura l’ha reso il capro espiatorio ambientale, ma quando si è parte del problema bisogna avere anche un ruolo di punta nella soluzione”.

Nel numero di Domus marzo, tra i molti esempi di “architettura cementizia” – che ricordiamo nasce nell’Ottocento, quando un giardiniere francese si trovò a inventare il calcestruzzo armato facendo esperimenti con il tondino d’acciaio e le reti da pollaio - si presentano undici straordinari progetti che fanno una specie di giro del mondo: dal Marocco di Kristian Kerz alla Lisbona di Alejandro Aravena, da Varsavia di Thomas Phifer a Palma di Maiorca di H Arquitects, da Värmdö di Tham & Videgård Arkitekter alla Sidney di Tony Chenchow e Stephanie Littl, dal Cile di Pezo von Ellrichshausen alla Bruxelles Julien De Smedt, da Bossy Le Chatel di MBL Architectes, alla Tokio di Keisuke Oka, il cemento ci guida in una sciarada che accende la fantasia e celebra tutti gli stili, dall’essenziale al brutalismo. Ridisegnando una visione differente, libera e poetica del calcestruzzo.

Il cemento è l’instancabile eroe del XX e forse anche del XXI secolo. È le nostre strade, i nostri ponti e gallerie. Le nostre fondamenta e le nostre fognature, le cantine e i locali tecnici, i muri e i pilastri
Domus 1099, marzo 2025

Nella dialettica di Domus 2025, dopo la sezione architettura arriva il portfolio di Laurian Ghiniţoiu, che questo mese è dedicato alla Grande Muraglia del Giappone, un viaggio nella costruzione di un oggetto che lascia molte domande. La sezione arte, invece, è dedicata al progetto di Katja Schenker Dreamer, realizzato a Muttenz, nella Svizzera tedesca. Infine, conclude il numero la sezione degli ossimori dedicato all’idea della “leggerezza massiccia”.

Gli autori, Antón García-Abril e Débora Mesa, i fondatori di Ensamble Studio e WoHo Lab, rovesciano un’acquisizione fondamentale: se il calcestruzzo era storicamente legato alla solidità e alla durata, ma liberava troppo carbonio, adesso che la tecnologia permette di decarbonizzarlo sarà la chiave della sostenibilità e del futuro dell’architettura.

Inventato dagli antichi romani, che usavano ceneri vulcaniche del Vesuvio, è il materiale del grande Pantheon. Sinonimo di edilizia sociale che si trasforma in baraccopoli [...] è ormai il simbolo della responsabilità dell’edilizia nella crisi climatica

Tornando indietro, nella sezione Diario, che apre come sempre Domus a cura del Direttore Editoriale Walter Mariotti, questo mese si segnalano diversi reportages, interviste e approfondimenti.

Il racconto della Biennale d’Arte di Jeddah di Antonio Armano; un dialogo tra Paolo Crepet e Valentina Petrucci sulla città ideale; le “prospettive protette” di Paul Smith; l’analisi sul carbonio di Roberto Battiston; l’eleganza di Erwan Borullec raccontata da Loredana Mascheroni; il rapporto tra alfabetizzazione e progresso di Alberto Mingardi; il design per la neurodiversità infantile analizzata da Elena Sommariva; la città come organismo vivente di Stefano Mancuso, l’incontro con Sandra Häuplik-Meusburger di Valetina Sumini; la relazione tra musei e territorio di Marco Pierini; la critica della Grande Parigi di Javier Arpa Hernandez; le ambizioni del nuovo Palazzo Molteni che Giulia Molteni ha raccontato a Walter Mariotti.

Domus 1099, marzo 2025

Per finire, una vera chicca: l’anteprima del film Io sono ancora qui, diretto dal regista brasiliano Walter Salles sull’omonimo memoir di Marcelo Rubens Paiva. Racconta la vicenda della propria famiglia e del padre, fatto sparire dalla dittatura militare brasiliana nel 1971. La critica di Domus, Daniela Brogi, aveva immaginato che avrebbe vinto l’Oscar e l’aveva scritto prima della cerimonia a Hollywood. Aveva ragione.

Editoriale/ Cemento Testo Bjarke Ingels 

Il calcestruzzo è il paria dell’architettura, sinonimo di edilizia sociale che si trasforma in baraccopoli. Noiose scatole architettoniche che sacrificano la bellezza al budget. È ormai il simbolo delle responsabilità dell’edilizia nella crisi climatica, con emissioni di carbonio nel mondo dal 4 all’8 per cento. È, però, anche l’instancabile eroe del XXI secolo. È le nostre strade, i nostri ponti e gallerie. Le nostre fondamenta e le nostre fognature, le cantine e i locali tecnici, i muri e i pilastri. Anche se Copenaghen sembra interamente di mattoni, è fatta quasi sempre di elementi prefabbricati di calcestruzzo. L’impronta di carbonio che risulta dalla sua condizione di factotum dell’architettura l’ha reso il capro espiatorio ambientale, ma quando si è parte del problema bisogna avere anche un ruolo di punta nella soluzione. 

Saggi/ Una storia ricca di inventiva e bellezza Testo Sam Lubell, Greg Goldin

Tavole/ In continua evoluzione A cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

Saggi/ Da un passato polveroso alla ribalta dell'innovazione Testo Leah Ellis

Tavole/ Un materiale onnipresente A cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

Saggi/ Dagli antichi romani ai robot Testo Jason Ballard

Tavole/ Aggregati e additivi A cura di Filippo Cartapani, Shane Dalke

Saggi/ Ripensare le costruzioni in calcestruzzo Testo Philippe Block, Alessandro Dell’Endice, Francesco Ranaudo, Tom Van Mele

Visita in studio/ Ensamble Studio Intervista Bjarke Ingels con Antón García-Abril, Débora Mesa

Il duo spagnolo imposta la propria pratica a partire dalla materia, che fornisce le risposte al progetto che affrontano. Il loro metodo si informa su modelli in scala reale che testano nella loro ‘fabbrica’ per essere poi trasformati in dati che danno visibilità all’idea

Christian Kerez Zürich, Un'esperienza spaziale in continuo fluire, Al Muharraq, Bahrain, 2017-2023 Testo Christian Kerez

Esplorazioni geometriche e rigore costruttivo connotano i quattro parcheggi nel centro storico, realizzati con un sistema di lastre curve di cemento collegate tra loro che crea un percorso continuo

Elemental, Forze uguali e contrarie, Lisbona, Portogallo, 2024 Testo Alejandro Aravena

Un elemento di calcestruzzo a sbalzo collega i due corpi della nuova sede EDP e restituisce la vista sul Tago, mentre la piazza pubblica al centro, considerata come un monolite di calcestruzzo scavato, garantisce una massa termica energeticamente corretta

Thomas Phifer and Partners, Facciata sospesa, Varsavia, Polonia, 2024 Testo Thomas Phifer

Se la scelta del calcestruzzo bianco per il Museo d’Arte Moderna è un riferimento alla tradizione modernista di Varsavia, l’ampia e complessa facciata, a pannelli di calcestruzzo, interamente sospesa e colata in loco, impiega un metodo altamente innovativo 

HArquitectes, Un materiale eclettico, Barcellona e Palma di Maiorca, Spagna, 2023-2025 Testo HArquitectes

Una casa urbana e un complesso di edilizia sociale impiegano cementi diversi: alleggerito e compattato per la prima; mescolato a pietra marès per il secondo

Tham & Videgård Arkitekter, Casa in collina, Värmdö, Svezia, 2022 Testo Bolle Tham, Martin Videgård

Ripiegato e rotante come un origami, l’edificio di calcestruzzo e vetro alterna pieni e vuoti, che lo rendono solido e leggero allo stesso tempo

Chenchow Little Architects, Unione di forme, Sydney, Australia, 2025 Testo Tony Chenchow, Stephanie Little 

Interamente costruita in calcestruzzo armato, la Unfolding house segue la topografia digradante, massimizzando vedute, privacy e uso della luce naturale

Pezo von Ellrichshausen, Tra cielo e terra, Santa Lucia Alto, Yungay, Cile, 2022 Testo Pezo von Ellrichshausen

Composto da una sola stanza, il Rosa pavilion ha una duplice natura delimitata dalla copertura di cemento. Al di sotto, l’ambiente è raccolto e richiama una grotta. Al di sopra, lo sguardo è invece rivolto verso l’orizzonte, tra le nuvole. Al centro, un sottile camino riscalda l’ambiente, ma funge anche da elemento strutturale

JDSA / Julien De Smedt Architects, Brutalismo organico, Bruxelles, Belgio, 2017 Testo Julien De Smedt

Riducendo al minimo il suo impatto sull’ambiente, l’anatomia della Secret House, sinuosa come un serpente, si avvolge su se stessa per creare intimità e abbracciare il paesaggio circostante

MBL Architectes, Tecnica e intuizione, Boissy-le-Châtel, Francia, 2021 Testo MBL Architectes

Il cantiere dello skatepark per la Galleria Continua è un laboratorio, dove struttura e superficie emergono dall’interazione tra mano, attrezzi e materiale

Portfolio/ La vita ai piedi del muro Testo Laurian Ghinițoiu

È lunga circa 400 km. A volte alta 19 metri. Geometrie contorte. Cementate. Ostili. Un muro. È la Grande Muraglia del Giappone, una risposta radicale che protegge la costa da futuri tsunami. Al di là della sua imponente presenza, il muro incarna il rapporto storico del Paese con il mare, temuto e venerato allo stesso tempo, ma sempre portatore di distruzione: dagli tsunami alle creature mitiche, dagli Dei alle invasioni straniere. Mentre il mondo lo legge come una misura estrema, il saggio fotografico rivela come la gente del posto lo gestisce, lo accetta e si adatta alla sua presenza, mostrando la tensione tra protezione e disagio, necessità e resilienza: la vita quotidiana si svolge all’ombra di un’infrastruttura costruita per tenere a bada la natura.

Keisuke Oka, Improvvisare in cantiere, Tokyo, Giappone, 2024 Testo Keisuke Oka

Costruito in 20 anni, senza disegni tecnici, con un metodo ispirato al butoh,l’Arimasuton Building si è rivelato un sorprendente esperimento di creatività collettiva

Arte/ Katja Schenker, Rendere tangibili tempo e materia, Muttenz, Svizzera, 2017 Testo Katja Schenker

Il cemento mescolato alle materie prime diverse provenienti da tutta la Svizzera danno vita a un’opera imponente che vuole essere un tributo alla sostanza

Ossimoro/ Leggerezza massiccia Testo Antón García-Abril, Débora Mesa

Storia di copertina/ Un eroe incompreso Testo Bjarke Ingels

Il fatto del mese/ Gedda come metafora del perpetuo divenire Testo Antonio Armano

Letture globali/ Disegnare per guardare il mondo e progettare il futuro

La mia città/ Paolo Crepet. La città ideale, quella disegnata dai bambini Testo Valentina Petrucci

Città del design/ Stoccolma, voglia di uscire dalla comfort zone Testo Loredana Mascheroni

Intelligenza del clima/ La giostra del carbonio Testo Roberto Battiston

Il personaggio del mese/ Erwan Bouroullec . L'eleganza della sostenibilità Testo Elena Sommariva 

Archivio Domus/ Lasciare che Los Angeles bruci? Testo Simona Bordone, Valeria Casati

Talenti/ Una sedia-manifesto del design ungherese, tra ergonomia ed ecologia Testo Silvana Annicchiarico

Aziende/ Scrigno, innovazione come sinonimo di semplificazione della vita Testo Antonio Armanio

Homo urbanus/ Il corpo della città, organismo vitale e vivente Testo Stefano Mancuso

Territori urgenti/ Grand Paris Express. Accessibilità o espulsione? Testo Javier Arpa Fernández

Spazi pubblici/ Giulia Molteni: il nostro universo per Milano Testo Walter Mariotti