Quando il fashion design invade i videogiochi: 5 esempi eclatanti

Le collaborazioni tra moda e videogiochi sono sempre più frequenti. Da Louis Vuitton x League of Legends a Gucci x Roblox, passando per i nuovi fashion game, l’incontro tra questi due mondi è una realtà consolidata. Ecco cinque esempi di fashion design come protagonista nel gaming.

La moda è da sempre un aspetto presente in ogni tipo di videogioco. Anche quando non risulta essenziale o non modifica affatto l’andamento della storia, la personalizzazione del proprio avatar e del mondo virtuale che lo circonda offre ai giocatori un ampio ventaglio di scelte e possibilità per migliorare l’esperienza di gioco. Questo ruolo, seducente ma sempre secondario, della moda nel mondo dei videogiochi ha riscontrato negli ultimi anni un importante ribaltamento: si è iniziato a comprendere l’enorme potenziale di nuovi giochi che rendessero la moda protagonista indiscussa. I “giochi di moda” hanno iniziato a spopolare configurandosi come una delle strategie più mainstream del gaming contemporaneo. Esempio perfetto è Dress To Impress, sviluppato sulla piattaforma Roblox, che consente ai giocatori di vestire in un tempo limitato delle modelle prima di farle sfilare sulla passerella, rispettando i temi proposti e offrendo una sempre maggiore possibilità di scelta, da abiti e accessori a trucco e parrucco. Il gioco, uno dei più famosi del 2024, ha cavalcato l’onda della brat summer collaborando con Charli XCX, in una collezione di magliette verde acido con la celebre scritta brat, pellicce e pantaloni strappati. 

Dress To Impress x Charli XCX. Courtesy Roblox

Un altro, discusso esempio di come la moda sia diventata centrale nel gaming 2024 è Infinity Nikki, gioco cinese open world, vincitore del premio Breakthrough of the Year ai Game Award del 2024. Infinity Nikki si configura come gioco unico nel suo genere, che non solo offre alla moda il ruolo di protagonista, ma la trasforma nell’oggetto di cui l’eroina ha bisogno per salvare il mondo: non è e da tutti i giorni vedere un gioco che per sconfiggere i boss e avanzare nella storia, non ricorre alla violenza, ma agli abiti magici e alle coreografie dei propri personaggi.

Courtesy Infinity Nikki

In parallelo ai “giochi di moda”, un’altra recente pratica è quella delle collaborazioni tra marchi e videogiochi. Il 2025 si è aperto con un singolare esempio: Fortnite e Adidas hanno creato la scarpa Ultraboost Peely, il cui nome deriva da uno dei personaggi più celebri del gioco. La scarpa, in perfetta sinergia con il personaggio che le ha dato il nome, segue il design di una buccia di banana, sia nel colore che nella struttura. Non è sicuramente la prima volta che Fortnite si mescola con un grande marchio di moda per ideare improbabili creazioni: da Balenciaga al recente Adidas, il gioco sviluppato da Epic Games nel 2017 ha collezionato nel corso degli ultimi anni una lunga serie di collaborazioni con il mondo della moda, passando per celebrità e cultura pop, creando un metaverso infinito di possibilità e combinazioni.

I marchi di moda hanno iniziato a farsi sempre più strada nel mondo virtuale, fornendo contenuti e collezioni fruibili tramite videogiochi e store fisici al tempo stesso. Questa alleanza è mossa da un comune e innato bisogno di un’estetica riconoscibile: proprio come le scelte di vestiario che quotidianamente prendiamo possono condizionare il nostro modo di percepirci e relazionarci con l’esterno, secondo lo stesso meccanismo la creazione di un avatar può influenzare la nostra esperienza digitale e immaginaria. Questa pratica prevede una significativa brand awareness verso la generazione Z e altri target più giovani, che ormai si dichiarano più che disposti a brandizzare la loro esperienza virtuale, talvolta più di quella fisica e quotidiana.

L’intreccio di questi interessi comuni si riflette nella strategia dell’Advergame, che mescola appunto “advertising” e ”game”, ideando videogiochi nati appositamente per fini promozionali. In questo modo i marchi di moda si fanno sempre più autonomi, creando dei videogiochi tutti loro. Anche in questo caso, Balenciaga detiene il primato per il ricorso a questa pratica, avendo creato “Afterworld: The Age of Tomorrow” o declinando alcuni classici come “Snake Game”, o ancora pensando a originali minigiochi per sponsorizzare una sfilata o una collezione. 

Il concetto di moda si sta sempre più smaterializzando per declinarsi nel metaverso e nell'infinità dei mondi virtuali, avvicinandosi sempre di più alla “moda del futuro”, e dimostrando a tutti gli effetti come l’estetizzazione della vita quotidiana, oggi, sia in grado si sfumare e trascendere il confine tra finzione e realtà.

Louis Vuitton x League of Legends (2019) Courtesy Louis Vuitton

Louis Vuitton x League of Legends (2019) Courtesy Louis Vuitton

Moschino x The Sims (2019) Courtesy Moschino

Moschino si è insinuato nel mondo virtuale di The Sims 4 con una espansione-capsule collection, per addobbare case e creare nuovi abiti e accessori che arricchissero l’esperienza di simulazione. 

Moschino x The Sims (2019) Courtesy Moschino

Gucci x Roblox (2021) Courtesy Gucci

Alessandro Michele con Gucci ha fondato Gucci Town, la città virtuale nel metaverso di Roblox, per raccogliere minigiochi tematici e far scoprire la storia del brand fiorentino. 

Gucci x Roblox (2021) Courtesy Gucci

Burberry x Minecraft (2022) Courtesy Burberry

Il marchio britannico ha brandizzato le skin all’interno del mondo di Minecraft, proponendo diverse missioni a tema che riflettessero i valori del brand. 

Burberry x Minecraft (2022) Courtesy Burberry

Fendi x Pokémon (2024) Courtesy Fendi

Per celebrare l’anno del drago secondo la cultura cinese, Fendi ha realizzato una collezione di borse riprendono la linea evolutiva del pokémon drago più celebre: Dratini, Dragonair, Dragonite.