In mostra all’ADI Design Museum la Wunderkammer dei Cavalieri del Lavoro

Ogni anno, il Presidente della Repubblica conferisce l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro a imprenditrici e imprenditori che abbiano contribuito in modo significativo con la loro attività d’impresa alla promozione dell’economia nazionale e, con elevato impegno a una responsabilità etica e sociale, al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del Paese. L’onorificenza era nata nel 1901, il Gruppo Lombardo della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro il 17 ottobre 1922. Questo centenario viene celebrato con una mostra molto particolare presso l’ADI Design Museum: si tratta di una Wunderkammer ─ Wunderkammer. Le “Mirabilia” dei Cavalieri del Lavoro è anche il titolo della mostra ─ visitabile giovedì 24 e venerdì 25 novembre, dove i singoli Cavalieri del Lavoro lombardi presentano oggetti personali, che hanno voluto selezionare per valore affettivo e di significato. 

“Penso non ci sia nulla di più autentico, divertente e coinvolgente di un racconto che parte dalle proprie passioni, e questa esposizione collettiva le raccoglie davvero tutte. Ci sono tanti ricordi che parlano di affetti personali e tramandano esperienze di vita, lavoro, famiglia anche stravaganti” ha detto Maria Giovanna Mazzocchi Bordone, Presidente del Gruppo Lombardo e Presidente di Editoriale Domus. “Un modo per conoscerci e farci conoscere scommettendo ancora sulla voglia di meravigliare e meravigliarsi”.

Una collettività di oggetti affolla questo racconto plurale, dalle mirabilia di collezionismo antiquario ─ come il boccale del XVII secolo portato da Carlo De Benedetti ─ agli oggetti che hanno segnato punti di svolta di intere vite e carriere, agli oggetti di design, i prodotti iconici, le opere d’arte, fino alle foto ricordo o ai trofei. La borsa da lavoro che Ali Reza Arabnia ha ricevuto in dote dal suocero affianca le copertine epocali dell’Editoriale Domus di Giovanna Mazzocchi, come l’edizione originale della Grammaire égyptienne di Jean-François Champollion (1836/1841), esposta da Giovanni Maria Cavallini, fa con la sedia Louis Ghost disegnata da Philippe Starck per Claudio Luti; dopo la moto BMW appartenente a Francesco Baggi, ci si può imbattere nel trofeo dello Scudetto 1989 dell’Inter portato da Ernesto Pellegrini, come nell’antico orologio con fasi lunari che ha segnato i primi venticinque anni in azienda di Diana Bracco. Storia dopo storia, diventa sorprendentemente facile trovarsi ad aver attraversato ben più di un secolo, a percepire come le voci in apparenza simultanee e disarmoniche di una Wunderkammer creino in realtà un racconto corale che ogni singolo visitatore potrà prendere e esplorare ogni volta da un diverso punto di partenza.