Questa è l’AI che disegnerà il tuo prossimo Swatch

Dalla tradizione del Dadaismo alla personalizzazione digitale, la nuova intelligenza artificiale “artistica” del brand svizzero permetterà a chiunque di trasformare un’idea in un orologio unico.

Se nei decenni passati il marchio Swatch si è affidato ad artisti e architetti di fama internazionale per reinterpretare i propri modelli, da oggi, grazie alla sua nuova “intelligenza artistica” AI-Dada, si rivolgerà direttamente ai compratori stessi, permettendogli per la prima volta di diventare co-autori dei prodotti che indosseranno. 

Il sistema AI-Dada, attivo online in Svizzera e prossimamente anche in altri Paesi, è una nuova piattaforma basata su intelligenza artificiale che consente agli utenti di trasformare in meno di due minuti un prompt creativo in un orologio, precisamente in un New Gent perfettamente configurato e ulteriormente personalizzabile nei dettagli tecnici, come indici o colore del meccanismo.

Domus 707, luglio 1989

L’esperienza è stata progettata per essere accessibile, immediata, ma anche giocosa: ognuno ha a disposizione tre richieste al giorno, un espediente voluto dal brand di Bienne per alimentare una sana “sfida creativa”. L’AI dà origine a un segnatempo fatto e finito che è frutto di un’interpretazione artistica dell’input testuale, attingendo direttamente dall’universo visivo sviluppato in anni di collaborazioni creative. Ogni modello così realizzato porterà inciso sul fondello il simbolo “1/1”, per ricordare che nessun orologio è uguale a un altro. 

Con AI-Dada, Swatch prosegue quindi su una traiettoria che da oltre quarant’anni caratterizza la sua visione progettuale, sempre aperta all’ibridazione col mondo dell’arte e del design. Kiki Picasso, Keith Haring, Mimmo Paladino, Alfred Hofkunst, Mimmo Rotella, Renzo Piano, Arnaldo Pomodoro, ma anche istituzioni museali come il Centre Pompidou, il Maxxi e il Rijksmuseum sono annoverabili tra le tante storiche partnership che dal 1983 hanno affiancato il marchio nel suo rinnovamento dell’industria orologiera. 

Il nome AI-Dada racchiude questa doppia eredità: “AI” come artistic intelligence; “Dada” come riferimento diretto al Dadaismo nato a Zurigo e votato al sovvertimento di codici e convenzioni a colpi di provocazioni e umorismo. In questo senso, il nuovo sistema mira a configurarsi come la prosecuzione tecnologica di un atteggiamento progettuale che Swatch ha sempre coltivato: rendere un accessorio non più esclusivo e statico, ma personale e comunicativo.

Ai-Dada Swatch. Courtesy Swatch

Domus ha raccontato più volte questa evoluzione, riconoscendo nel marchio la capacità di cogliere lo spirito del tempo e saperlo incorporare nei propri prodotti senza perdere immediatezza e ironia. Una filosofia che lega peraltro Swatch alla storia del design italiano e della rivista: Alessandro Mendini, due volte direttore di Domus, venne scelto come art director del progetto Swatch Art Clock Tower nel 1990, realizzando poi diversi orologi Art Special e coinvolgendo anche Bruno Munari nella serie limitata Tempo libero. Non è quindi un caso che il flagship store milanese del brand, inaugurato nel 2024, abbia voluto rendere omaggio proprio al fondatore di Domus Gio Ponti, rimarcando la volontà di continuare a dialogare con quella cultura architettonica e visiva che ne ha accompagnato la crescita dagli anni Novanta fino a oggi.

Immagine di apertura: packaging AI-Dada Swatch.