Dopo un cinquantennio tra progetti incompleti o sfumati, stop-and-go, ambizioni disattese, abbandono e degrado, si riaccendono le speranze per l'Ala Cosenza della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma (Gnam), grazie al recente progetto di riqualificazione firmato da Mario Botta a seguito di un concorso internazionale di progettazione.
Lo spazio, progettato negli anni ‘70 da Luigi Cosenza come ampliamento dello storico complesso museale risalente ai primi decenni del XX secolo (su progetto dell’ingegnere Cesare Bazzani), è tristemente noto per la sua storia accidentata ed esemplare di “non-finito pubblico”.
Dopo l’avvio dei lavori, l’ala era rimasta incompiuta (seppure parzialmente utilizzata nel tempo) per via di questioni burocratiche e penuria di risorse, fino alla definitiva chisura negli anni ‘90 che ne ha decretato il triste declino a relitto urbano, sul retro di un museo di non proprio secondaria importanza.
Dopo decenni di disuso, l’Ala Cosenza della Gnam sarà riqualificata con un progetto di Mario Botta
L’architetto ticinese firmerà il progetto di riqualificazione dell’ala più discussa della Gnam, quella progettata da Luigi Cosenza e mai terminata: è uno degli spazi più iconici e sfortunati dell’architettura italiana del Novecento.
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- Chiara Testoni
- 20 novembre 2025
Nel 2000, un concorso internazionale per la riqualificazione dello spazio, vinto dallo studio svizzero Diener&Diener, tentò la corsa ai ripari: fu un nulla di fatto, sia per le polemiche infuocate generate dalla proposta progettuale di demolire e ricostruire l'Ala Cosenza, già quasi del tutto realizzata, sia per la contestuale scelta politica di riallocazione dei fondi disponibili sul Maxxi, che nel frattempo si stava costruendo su progetto di Zaha Hadid.
Recentemente, un nuovo concorso ha ripreso il percorso di recupero, con un investimento di oltre 15 milioni di euro (tra i più ingenti attualmente nel settore culturale italiano) per l’adeguamento strutturale, impiantistico e allestitivo dell’Ala Cosenza.
Il progetto sarà presentato pubblicamente a giorni. Anche se non sono ancora noti i dettagli, ci si aspetta di leggere qui la cifra espressiva del maestro svizzero già ampiamente consolidata, con particolare riferimento agli spazi culturali di cui si è occupato nella sua lunga carriera, come il suo progetto di ampliamento per il Teatro alla Scala di Milano, dalla scheletratura planivolumetrica chiaramente intelleggibile che coniuga rigore e poetica espressiva, o il Museo Jean Tinguely a Basilea, con la concezione di museo come spazio “civico”.
Tutte le foto: Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, via Wikimedia Commons