Nuova ricerca AI di Google, cliccare sui link non è più necessario: ma c'è chi ci rimette

Le nuove funzioni AI di Google Search come AI Overview o la rivoluzionaria Ai Mode forniscono risposte immediate sintetizzando i contenuti delle testate online ma questo produce un crollo del traffico verso i siti. 

Google AI Overviews e AI Mode, le due più recenti funzioni di intelligenza artificiale del motore di ricerca di Google, potrebbero mettere a rischio le attività degli editori e di molti siti web. Di fatto offrono una sintesi dei contenuti ben più articolata ed esaustiva rispetto alla tradizionale “snippet” che accompagna ogni link presente nei risultati. E quindi gli utenti potrebbero ritenersi soddisfatti ed evitare di raggiungere le relative fonti, facendo crollare di conseguenza il numero di click e letture. In sintesi si rischiano effetti collaterali negativi sul traffico e sui modelli di business tradizionali. Ma prima di tutto è bene fare chiarezza perché Google AI Overviews e AI Mode differiscono e sono a uno stadio evolutivo differente.

Google AI Overviews

La funzionalità di Google Search Ai Overview risponde a un prompt di ricerca sulla storia della rivista Domus

Google AI Overviews è una funzionalità di Google Search che è stata introdotta negli Stati Uniti nel 2024 e che è arrivata anche in Italia da marzo 2025. La sua peculiarità è di fornire risposte generate dall’intelligenza artificiale direttamente nei risultati delle ricerche. Al momento non si attiva per ogni argomento, ma solo automaticamente quando la piattaforma AI reputa che possa essere di aiuto una sintesi informativa e l’utente è collegato con il suo account personale. Produce una risposta sintetica frutto dell’elaborazione di una o più fonti web; non mancano i nomi dei siti, le relative snippet e link. Infine si può fornire un feedback positivo o negativo. AI Overviews è ideale per ottenere un’informazione veloce oppure approfondire o verificare storie. 

Google AI Mode

Google AI Mode è una nuova modalità di ricerca in stile chatbot che, superata la fase sperimentale, è recentemente sbarcata negli Stati Uniti e in India. Ovviamente è solo in lingua inglese. Per accedervi è sufficiente essere connessi al proprio account Google e selezionare nella homepage di Google Search l’etichetta omonima. Funziona non solo via pc ma anche su smartphone (iOS o Android) scaricando l’ultima versione di Google app e cliccando poi sulla sezione Search Labs. Si mostra come un comune box di chat dove si può digitare una domanda e poi ottenere risposta; c’è anche la funzione vocale. Dopodiché il risultato è una risposta più o meno articolata con elenchi puntati e approfondimenti; sulla sezione di destra compaiono i siti consultati con relativi nomi e snippet.


AI Mode è ideale per indagini complesse oppure per attività che richiedono più passaggi, proprio come si farebbe con ChatGPT Cerca sul web. Inoltre alcune sezioni di testo delle risposte mostrano un’icona di ancora che identifica citazioni delle fonti. Nella app è presente anche la funzione di caricamento immagine e Google Lens trasformando di fatto il materiale in qualcosa a cui abbinare un’altra query. 

Pregi e difetti delle funzioni AI di Google Search

Le due nuove funzioni AI di Google velocizzano e semplificano l’accesso alle informazioni, per altro in fornendo fonti e link. Inoltre agevolano l’approfondimento in caso di argomenti complessi. Il principale problema però è che “le risposte dell’AI potrebbero contenere errori”, come sottolinea Google. Da una parte questi strumenti sono piuttosto acerbi, come qualsiasi novità, dall’altra è risaputo che l’AI generativa soffre delle cosiddette allucinazioni: risposte incoerenti, dati inventati o affermazioni false. È pur vero che con fonti autorevoli in gioco l’output è tendenzialmente corretto. 

Infine il principale difetto – come sottolinea l’associazione editori statunitense - è che priva le testate sia di traffico che di entrate.  "I link sono stati l'ultima qualità positiva della ricerca che ha portato traffico e profitti agli editori", ha dichiarato Danielle Coffey, CEO e presidente di News/Media Alliance, riferendosi ad AI Mode. "Ora Google si limita a prendere i contenuti con la forza e a usarli senza alcun ritorno, il che equivale a furto. I provvedimenti del Dipartimento di Giustizia devono affrontare questo problema per impedire che un'unica azienda continui a dominare Internet." E al momento non pare possibile escludersi da questi specifici risultati senza effetti collaterali.

La nuova modalità di ricerca chatbot di Google, Google AI Mode, con un commento di un utente

L’ultimo rapporto di Digiday prevede una contrazione media del traffico di circa il 25%, con danni economici di miliardi di dollari. E non è finita qui perché durante l’ultimo Al Google Marketing Live 2025, l’azienda ha annunciato che integrerà annunci e link a prodotti sponsorizzati e suggerimenti commerciali basati sulla localizzazione.

Google non è un kamikaze

Mentre molti siti hanno visto recentemente una impennata di traffico da Google Discover, ovvero lo strumento principalmente disponibile su smartphone che anticipa le ricerche degli utenti con una selezione curata e personalizzata di articoli, dall’altra parte Google AI Overviews e AI Mode migliorano senza ombra di dubbio l’esperienza di ricerca e nella strategia di Google potrebbero contenere il successo dei motori emergenti (e concorrenti) basati su ChatGPT o Perplexity. Contemporaneamente la prospettiva è di fidelizzare di più gli utenti, soprattutto i più giovani, e offrire nuove potenzialità sotto il punto di vista pubblicitario.

Quest’ultimo per esempio potrebbe essere uno dei primi nuovi vantaggi degli editori, con formati innovativi e ancora più mirati – dato che comunque per l’accesso gli utenti devono essere loggati. Non di meno c’è il tema della visibilità per i siti outsider: per alcuni è sempre più difficile emergere nelle prime due pagine dei risultati (quelle che contano) e questa potrebbe essere una ghiotta opportunità soprattutto puntando sulla qualità e l’approfondimento. Come a dire che è un nuovo campo di gioco e almeno in questo caso l’anzianità non è più una variabile così pesante.