Cos’è la Casa degli Atellani di Milano, dove potrebbe trasferirsi Bernard Arnault

Il restauro della villa riaccende l’interesse su uno dei luoghi più simbolici di Milano, il cui proprietario è il proprietario di Lvmh, che l'ha acquistata insieme alla Vigna di Leonardo.

Casa degli Atellan, la bella villa rinascimentale in Corso Magenta continua ad avere una storia particolare, anche in epoca contemporanea: riaperta al pubblico in occasione dell'Expo 2015, era diventata una delle mete culturali più raffinate di Milano. Poi, a fine 2022, la notizia dell'acquisto da parte del magnate francese. Da allora è nuovamente chiusa al pubblico, al centro di un discreto cantiere di ristrutturazione. Nel frattempo la curiosità cresce, e con lei anche le speculazioni sul suo futuro: il patron di Lvmh avrebbe scelto la storica Casa degli Atellani come sua nuova residenza italiana? Le voci di un suo possibile trasferimento si infittiscono.

Foto: Angilolli. Fonte: Wikipedia

Un gioiello tra storia e leggenda

Se una cosa è certa, è che ad Arnault non manca il buon gusto: con l’acquisto della Casa degli Atellani, il magnate si è assicurato uno dei rarissimi esempi sopravvissuti di dimora nobiliare rinascimentale nel cuore di Milano. Costruita nel XV secolo, fu donata da Ludovico il Moro a Giacomo da Atellano, uno dei suoi più fidati cortigiani.

Ma il vero tesoro si trova nel giardino retrostante, dove si estende un raro appezzamento di Malvasia concesso nel 1498 dallo stesso duca a Leonardo da Vinci. Conosciuta oggi come la Vigna di Leonardo, fu distrutta dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale e poi ricostruita filologicamente nel 2015, utilizzando le stesse varietà di vite coltivate all’epoca.

La vigna di Leonardo da Vinci, 1920, nella ricostruzione delle proprietà disegnata da Luca Beltrami

Anche la villa, però, non è da meno: ha attraversato i secoli come un palinsesto architettonico, stratificando stili, funzioni e memorie. Il suo momento di massimo splendore arriva forse negli anni Venti del Novecento, quando Ettore Conti affidò a Piero Portaluppi un importante intervento di restauro che non si limitò a recuperare ciò che era andato perduto, ne reinventò gli spazi, portò alla luce affreschi cinquecenteschi, costruì un equilibrio perfetto tra le geometrie moderne del Novecento e la memoria rinascimentale.

Una fascinazione senza tempo

Foto: Christine Wagner. Fonte: Flickr

C’è chi immagina una futura apertura al pubblico, magari per eventi esclusivi, sfilate, cene riservate. Qualcuno ipotizza la nascita di una fondazione, o addirittura un nuovo epicentro culturale legato a LVMH, sul modello della Collezione Pinault a Venezia. Ma c’è anche chi pensa che resterà semplicemente un buen retiro, una residenza privata inaccessibile, dove nulla si mostra se non attraverso i racconti, discreti e parziali, di chi vi entra.

Quel che è certo è che la Casa degli Atellani, oggi più che mai, incarna le tensioni e le trasformazioni di una Milano che cambia volto.

La città, che già ospita le sedi dei più grandi marchi del lusso internazionale, si sta affermando come nuovo baricentro per l’élite globale. Merito di una combinazione sempre più potente: qualità della vita, densità creativa, opportunità di business e strumenti fiscali pensati per attrarre i grandi patrimoni internazionali.

Dalla famiglia Arnault, per ora, nessuna dichiarazione ufficiale. Ma è possibile che proprio Casa degli Atellani diventi il simbolo silenzioso — e potentissimo — di una Milano sempre più internazionale, esclusiva, e profondamente consapevole del proprio valore simbolico.

Immagine di apertura: Casa degli Atellani. Foto di Francisco Arzola da Flickr

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