Voce, lo spazio di Triennale dedicato a musica e suono, è la nuova “ mostruosa macchina sonora” di Milano

Triennale presenta un nuovo spazio che non è soltanto un club o una sala concerti: 300 metri quadri dedicati a esperienze audio e musicali di altissima qualità, che si estende nel giardino.

“Uno spazio elastico”, la definisce Carlo Antonelli, ma anche “una navicella spaziale” e “una macchina sonora mostruosa”. “Questo spazio è un dispositivo”, fa eco Giorgio di Salvo, che ha curato il progetto audio e acustico assieme a Lucio Visintini, con il supporto tecnico dell’azienda Knauf. Antonelli ha firmato il concept di Voce in qualità di consulente scientifico del progetto, immaginandolo come un ambiente dedicato all’ascolto in cui accogliere progettualità immateriali.

Voce è il nuovo luogo dedicato al suono di Triennale, al "piano parco" del Palazzo dell'Arte, lo stesso che ospita il teatro e che si sviluppa ai livelli dei giardini. Voce non è un club, non è uno spazio concerti, non è uno studio di produzione musicale o un hub per contenuti audio (podcast inclusi). Al tempo stesso, è tutte queste cose.

Stefano Boeri, presidente di Triennale, lo presenta come un luogo che “potrebbe diventare una galleria dove si collezionano opere musicali uniche, fruibili solo qui”. Boeri sottolinea anche il valore simbolico del nuovo progetto, perché dimostra che “le istituzioni pubbliche possono fare cose di qualità”. Voce dunque non è solo uno spazio performativo: ospiterà una collezione di opere musicali inedite, site-specific, fruibili esclusivamente al suo interno, come accade per un dipinto in un museo.

Sull’aspetto sonoro torna più volte Carlo Antonelli, durante una presentazione che precede l’apertura al pubblico – prevista per il 13 maggio – e che coincide con l'inaugurazione della prossima Esposizione Internazionale. “Sono vent’anni che ascoltiamo attraverso il telefono”, dice. Voce vuole riscoprire la complessità e la fisicità del suono grazie all’impressionante soundwall: un sistema immersivo in grado di diffondere l’audio in modalità distribuita, invisibile ma visivamente potente, integrato in oltre 300 metri quadri di spazio.

“Un cervello enorme avvolto da chilometri di cavi”, spiega Antonelli. Lo spazio è stato infatti pensato come una macchina sonora in cui ogni elemento partecipa all’esperienza d’ascolto.

Graphic identity Voce. Courtesy Triennale Milano

Le luci sono di Anonima Luci, con un sistema di Led digitali pixel-to-pixel che si sviluppa per 350 metri lineari e oltre 8 chilometri di cablaggio. Una scansione luminosa dello spazio che lavora per campate, presente nella sua forma più astratta e quasi invisibile.

Le sedute, progettate da Philippe Malouin e prodotte da Meritalia, sono verdi e curve, pensate come elementi modulari in feltro con cuciture a vista, e si ispirano alle onde sonore. Nella sala che ospita Voce, affacciata sul giardino che in estate ospiterà un palco per eventi, è stata riportata alla luce la struttura originaria del palazzo di Giovanni Muzio, con la sua griglia di pilastri e navate asimmetriche.

Fino a pochi mesi fa, questo spazio ospitava l’Old Fashion. Ancora prima, il leggendario Piper (ci suonò anche Jimi Hendrix, che poi rimase per del tempo a Milano) e prima ancora gli studi radiofonici della Rai, audio-controparti degli studi TV oggi occupati dal Teatro della Triennale.

Giorgio di Salvo alla conferenza stampa di inaugurazione di Voce. Foto Gianluca Di Ioia

“In questi spazi si ballava già nel 1933”, racconta l’architetto Luca Cipelletti, che ha firmato progetto architettonico e allestitivo. L’ambiente è stato completamente isolato acusticamente dal resto del palazzo, grazie a pannelli in legno laminato che celano spazi vuoti e a un sofisticato intervento sul soffitto.

Per il primo mese, Voce sarà aperto anche di giorno, dalle 10.30 alle 2.00. Poi l’orario standard sarà dalle 18.00 alle 2.00, dal martedì alla domenica. Nello spazio sarà attivo un cocktail bar gestito da T’a Milano, con drink list firmata da Daniel dell’Olio. Tra i primi eventi in programma, il concerto sold out di Beth Gibbons dei Portishead, oltre a molti altri ospiti italiani e internazionali. Sulla facciata che accoglie l’ingresso di Voce, l’artista Marcello Maloberti ha installato l’opera luminosa Triennale Voce, una scritta al neon bianco che riprende la sua calligrafia e che sottolinea il valore dell’oralità come forma artistica e poetica.

Marcello Maloberti, Triennale Voce, 2025. Foto Delfino Sisto Legnani. Courtesy Dsl Studio

Immagine di apertura: Voce, Triennale Milano 2025. Foto Delfino Sisto Legnani. Courtesy Dsl Studio

Ultime News

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram