Bob è una piccola lavastoviglie facilmente spostabile, tanto che tra gli accessori viene fornita con un sacchetto per trasportarla facilmente. Si attacca alla corrente e al tubo di scarico ed è pronta per essere utilizzata. Bob nasce da una startup parigina e non è un caso: primo, per la grande attenzione che c’è in Francia al mondo delle startup, come spiega a Domus Anna Barbieri, la giovane country manager Italia di Bob: “Ci sono anche trasmissioni in tv che ne parlano”. Il secondo motivo è facile da intuire, ed è legato alle misure esigue degli spazi abitativi della capitale francese, con studenti e giovani lavoratori che spesso si trovano a vivere in una manciata di metri quadri. Miniappartamenti dove una tradizionale lavastoviglie a incasso farebbe fatica a trovare il suo spazio. E qui arriva Bob, che è ingombrante un po’ più di un forno a microonde e può essere appoggiata su uno scaffale, su un tavolo, o anche spostata e messa in funzione quando ce n’è bisogno.
Abbiamo provato Bob, la mini-lavastoviglie francese
Un elettrodomestico flessibile, progettato per millennial e gen Z, con tanto di opzione anti-Covid per disinfettare cellulari, chiavi e altro. Ed è sostenibile, ma senza stress.

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- Alessandro Scarano
- 16 dicembre 2020
Con le sue linee bombate, una vasta scelta tra opzioni colore e quell’aspetto da scatola funzionale per cui potrebbe essere tutto e il contrario di tutto – un fornetto, un mini-frigo, un semplice mobile, forse anche una serretta idroponica – Bob incarna in pieno l’ideale dei nostri anni di un elettrodomestico smart anche nell’estetica, un dispositivo che nasconde il più possibile la sua funzione e può facilmente adattarsi a contesti diversi, probabilmente quasi tutti arredati Ikea, mantenendo sempre una certa personalità. Bob arriva in una scatola di cartone tenuta insieme da due fascette di plastica. Appena aperta, la confezione, che non utilizza plastica monouso, si smaltisce facilmente. Come per molte altre startup, l’impacchettamento del prodotto, essenziale in un mondo in cui si vende sempre di più online, è uno degli aspetti più critici, oggetto di continui miglioramenti che possono nascere solo dall’esperienza (è successo anche a VanMoof). Nel mio caso, l’elemento frontale basso, che protegge la cartuccia per il sapone, era leggermente disassato; non sono serviti strumenti particolari per rimetterlo a posto.
L’installazione della lavastoviglie è piuttosto semplice, anche grazie a un manuale allegato in formato pdf a cui si accede tramite un codice QR. Soprattutto, ricorda quello di tantissimi altri dispositivi connessi di cui abbiamo avuto esperienza negli ultimi anni. Pur non avendo una sua app dedicata, infatti, Bob ha una serie di opzioni che possono essere personalizzate direttamente dal sito, e una volta allacciata alla corrente la lavastoviglie si connette prima al telefono, poi alla rete Wi-Fi di casa. L’interfaccia digitale è raffinata e funzionale, con flussi ben organizzati su uno schermo LCD a colori che si trova sul pannello frontale della lavastoviglie, ed è forse la cosa se non meglio riuscita, sicuramente più sorprendente di questo piccolo elettrodomestico, con flussi precisi che semplificano e migliorano veramente l’esperienza d’uso. Dunque, concluse le operazioni preliminari, montato il vassoio interno e inserita la cartuccia con il sapone – la Bob cassette che una volta esaurita si può ordinare con un click direttamente dal pannello della lavastoviglie, o va sostituita con del semplice sapone per piatti –, il dispositivo può essere messo in funzione. E qui le opzioni si moltiplicano.

Il punto forte di Bob non è la sua dimensione, ma la sua versatilità. E questo appare chiaro nelle scelte di progettazione. Al di là dell’ovvietà dell’essere un elettrodomestico connesso– ma cosa non è connesso ai nostri giorni, verrebbe da chiedersi – il punto forte di suo design è nel sapersi adattare a situazioni e ambienti diversi, e anche passare da uno all’altro, forte di un peso intorno ai dieci chili e di due maniglie che ne rendono facile il trasporto.
Può essere la lavastoviglie di un appartamento condiviso da studenti, quella della casa di un giovane professionista, ma la si potrebbe installare anche in uno studio, stare nell’armadietto di collegio ed essere tirata fuori solo quando necessaria, oppure la si può portare con sé in una casa di vacanze o in camper. Si può agganciare a un cavo antifurto, se la si usa in un ambiente condiviso. Può essere usata ovunque ci sia corrente, anche in campeggio – in modalità “nomade”, per riciclare uno splendido vocabolo francese che si trova nella guida ufficiale. Bob è predisposta per essere attaccata alla rete idrica di casa, ma ha anche un serbatoio integrato capace di ospitare acqua sufficiente per un lavaggio e si ricarica manualmente. Stesso discorso per lo scarico, che può essere allacciato alla rete, o lasciato defluire in un lavandino o, perché no, in una tanica. Qui un paio di leggerezze in fase di confezionamento del prodotto: l’uscita dello scarico dell’acqua è subito di fianco all’allaccio dell’elettricità, una posizione che forse potrebbe essere ripensata per garantire maggiore sicurezza; inoltre la qualità del tubo di scarico non è all’altezza del resto del prodotto, ma ovviamente lo si può sostituire velocemente e con una spesa veramente minima. Tutti dettagli che potrebbero essere rivisti e corretti per una eventuali Bob2.
Una volta installata e allacciata – all’acqua, alla corrente, all’internet –, c’è solo da riempire la lavastoviglie, scegliere un programma e farlo partire. Bob ha 4 cicli standard, tra cui uno ecologico e uno veloce, un altro dedicato solo ai bicchieri e la possibilità di salvarne altrettanti personalizzati. Per il resto, la mini-lavastoviglie si comporta proprio come ci si aspetterebbe dal nome: il suo mini-cestello è una riproduzione in scala di quello che si trova in una classica lavastoviglie, su un unico livello. Basta, senza troppo avanzare, alle necessità di una o due persone: ci si può inserire qualche piatto, un paio di bicchieri e delle posate, o si possono ridisporre per necessità particolari gli spazi interni grazie agli elementi modulari del vassoio – metti per esempio che devi lavare tanti bicchieri dopo un aperitivo con gli amici. Questo approccio estremamente classico porta a chiederci se, nei prossimi anni, non vedremo magari una ottimizzazione dei piccoli spazi per il lavaggio dei piatti, magari con nuove tecnologie, anziché una semplice miniaturizzazione delle lavastoviglie che già conosciamo.
Utile e importante per i nostri giorni è l’integrazione – opzionale, a pagamento – di una lampada ultravioletta per disinfettare dispositivi e oggetti di uso comune. Così Bob si trasforma da lavastoviglie a sanificatore. Certo, mettere le chiavi e altri oggetti di uso comune dove solitamente si lavano le stoviglie sembra strano e, psicologicamente, a molti probabilmente non darà l’impressione del “pulito”. Ma l’intuizione è buona e questa funzione opzionale sottolinea la qualità migliore di Bob, ovvero la flessibilità.
Il punto forte di Bob non è la sua dimensione, ma la sua versatilità. E questo appare chiaro nelle scelte di progettazione
Di certo Bob non è la prima mini-lavastoviglie della storia. O l’unica. Basta un giro su Google per rendersi conto della quantità di alternative. Molte sono orientali, e c’è Tetra di Heatworks, uno dei dispositivi di cui si è parlato di più al CES 2019. Con un’estetica futuribile e uno sviluppo ancora in corso, Tetra introduceva un tema basilare, quello della sostenibilità. Proporzionalmente a tante famiglie composte da una singola persona, o al massimo due, l’impatto sull’ambiente di una lavastoviglie tradizionale è altissimo. Al tempo stesso, lavare i piatti a mano consuma fino a dieci volte l’acqua che occorre a una lavastoviglie. Nella comunicazione di Bob, c’è forse un po’ poca attenzione rispetto alla spiccata attitudine ecologica dei nostri tempi, che spesso trascende in spudorate operazioni di green washing da parte delle aziende. Ma con un consumo indicativo di neanche 4 litri d’acqua e di 0,35 kWh per ogni ciclo di lavaggio, è superfluo insistere che questa capsula lavapiatti con classe energetica A poteva essere raccontata anche in un altro modo, forse più furbo. C’è anche un programma per la raccolta delle cartucce del sapone usate. Ma Daan Tech punta tutto sulla funzionalità, sulla qualità francese, su un linguaggio che guarda in faccia millennial e generazione Z. E probabilmente fa bene.