Il più importante romanzo cyberpunk diventa una serie tv, iniziando dagli interni di un bar

Neuromante di William Gibson diventa una serie per Apple Tv+. Il frame del bar Chatsubo è un invito a entrare in un mondo sentimentale e speculativo, dove ogni angolo, ogni lampada al neon, racconta di cyberspazio tra solitudine e futuri allucinati.

Teaser Neuromancer

“I imagined the Chatsubo in 1984. 41 year later, I opened the door. Neuromancer is in production”.

Non è casuale che il primo teaser della nuova serie tv Neuromancer, l’adattamento prodotto da Apple Tv+ dell’omonimo romanzo-manifesto del cyberpunk di William Gibson, si apra sull’interno di un bar scuro, consunto, carico di energia notturna. E non è nemmeno una coincidenza che si tratti del bar Chatsubo di Chiba City, il dispositivo narrativo-architettonico cyberpunk per eccellenza, dove i confini tra lowlife e high tech si dissolvono nel bagliore dei neon. 

In questo brevissimo teaser di appena 26 secondi, Apple TV+ ci cala nel cuore pulsante dell’universo di Neuromancer, ossia un bar d’espatriati, rifugio di hacktivisti e cyborg; un hub d’accesso all’antropologia urbana di Chiba City, una città-babele che rispecchia la natura stratificata e ibrida del genere. L’architettura interna, dominata da superfici riflettenti, lanterne al neon e sedute modulari, rimanda ai quartieri densi e verticali di Tokyo e Shinjuku, luoghi reali e simbolici che Gibson aveva descritto come “paesaggi elettronici”.

Attraverso questa prima immagine, Apple TV+ lascia che siano le architetture degli spazi della solitudine coatta e dell’emarginazione a solleticare le nostre aspettative, ribadendo così il ruolo da protagonista dello spazio urbano nel destino dei personaggi e nella creazione di un’estetica intramontabile quanto riconoscibile. I neon tremolanti e l’atmosfera criptica suggeriscono infatti una modernità vissuta, non utopica, perfettamente in linea con l’impostazione critica che ha fatto la fortuna del genere cyberpunk.

E allora, questo ingresso nel bar assume un valore paradigmatico: il bar in quanto spazio di resistenza urbana, di scambi clandestini e alterità diventa l’archè dello spazio cyberpunk, il palcoscenico da cui partire. Il locale del Chatsubo è quindi solo apparentemente vuoto: è infestato di immagini e presenze, quelle plasmate della nostra mente e che, speriamo, potranno trovare finalmente corpo nella nuova serie di Neuromancer.

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