Una storia di nove secoli, da baluardo difensivo sulla Senna a residenza reale, e poi museo pubblico fin dal 1793: il palazzo del Louvre, fiore all’occhiello della museologia parigina, ha già cambiato significato e funzione molte volte e – a quanto pare – lo farà di nuovo.
Il 1° luglio il Ministero della Cultura francese, con la ministra Rachida Dati, ha annunciato il lancio di un concorso internazionale per l’ampliamento del museo più visitato al mondo, con lo scopo di affrontare le sue grandi (e diremmo pure) eterne sfide: liberare la sala più congestionata del museo, quella dedicata alla Gioconda, e migliorare il sistema di accesso attuale, dominato dall’iconica Piramide di vetro progettata da Ieoh Ming Pei nel 1989.

Il piano prevede la creazione di una nuova sala sotterranea di circa 3.000 metri quadrati sotto la Cour Carrée, il cortile quadrato nucleo storico del Louvre. Dotata di un ingresso indipendente ma connessa al museo tramite una galleria ipogea, questa nuova area accoglierà in modo esclusivo il celeberrimo dipinto di Leonardo da Vinci, liberando la vecchia sala e ripensandone la narrazione. Non solo uno spostamento fisico, ma un cambio di paradigma museale: la Monna Lisa verrà finalmente contestualizzata storicamente, seguendo l’esempio di altri grandi capolavori come il Guernica di Picasso al Reina Sofía di Madrid.
Parallelamente, il concorso internazionale prevede la progettazione di un secondo ingresso monumentale, sul lato est del palazzo e affacciato sulla Senna, per alleggerire il traffico delle affollatissime scale elicoidali sotto la Pyramide.
Un progetto ambizioso che sancisce la più grande ristrutturazione dello stratificato palazzo nel primo arrondissement dagli anni Ottanta e si inserisce in un programma più ampio di rilancio e modernizzazione del patrimonio culturale francese, a cui su Domus avevamo già accennato a proposito del restauro del Grand Palais.

La giuria, composta da 21 membri tra architetti, storici dell’arte e curatori di alto profilo, selezionerà entro ottobre 2025 i cinque progetti finalisti. E se il vincitore sarà annunciato all’inizio del 2026, le linee guida sono però già chiare: decongestionare gli spazi, restituire dignità al percorso museale e creare un ponte tra il Louvre della quadreria e delle razzie napoleoniche e il mondo contemporaneo – un percorso verso la modernità che il museo ha già tentato in passato, senza grande successo.
Eppure è proprio questa tensione tra il fascino canonico della sale d’epoca e il movimento imperfetto dei visitatori – dove il volto della Monna Lisa emerge tra selfie e luci radioattive – a definire l’identità del colosso dell’arte francese. E forse quello che c’è da aspettarsi dal progetto che entro il 2031 ridisegnerà il museo è che riesca finalmente a tenere insieme queste contraddizioni.
Immagine di apertura: Foto Richie Chan da Adobe Stock