A Torino, in Strada Abbadia di Stura, all’interno di una ex filanda settecentesca, là dove dal 1943 ha trovato sede la storica azienda e manifattura di penne Aurora, si trova l’Officina della Scrittura. Nata da un’idea di Cesare Verona, presidente di Aurora Penne, il museo propone un percorso organico che attraverso le sue diverse anime emoziona, educa e forma un pubblico eterogeneo e dai molti interessi, con un obiettivo chiaro: affermare che la capacità dell’uomo di fare “segno” con le proprie mani non appartiene al passato ma, come dimostra sempre più spesso la ricerca scientifica, è e sarà parte insostituibile e sostanziale dello sviluppo creativo, intellettuale e psicologico dell’essere umano.
Officina della Scrittura
Nella sede di Aurora Penne, ha preso vita l’Officina della Scrittura, un museo dedicato al “segno”, inteso come la prima forma di comunicazione non orale.
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- 22 agosto 2017
- Torino
Attraversando i 2.500 metri quadri di mostra si passa dal racconto delle origini del segno, alla prima macchina da scrivere Remington; dal viaggio all’interno della scrittura alla sezione dedicata alla storia delle penne stilografiche, con una selezione delle 13 penne iconiche del Ventesimo secolo, tra cui la Waterman’s 22 del 1896 e la Hastil Aurora disegnata da Marco Zanuso nel 1970 ed esposta al MoMA di New York.
Del resto, la storia di Aurora è legata a doppio filo con quella del design. Attraverso la costante ricerca di soluzioni stilistiche all’avanguardia e la collaborazione di designer di fama internazionale, Aurora ha scritto alcune delle più importanti pagine della storia del design. Nel 1947 Marcello Nizzoli creò il celebre modello “88”, con pennino carenato, un classico della scrittura che ha venduto oltre 7 milioni di pezzi e tutt’ora in produzione. L’Aurora 88 ha portato anche i primi riconoscimenti internazionali, prevalendo sul diretto concorrente americano, la Parker 51.
Nel 1954, chimica e design si fondono nella Duo Cart, realizzata su disegno di Albe Steiner, che funziona grazie a una speciale doppia cartuccia di inchiostro studiata dal celebre premio Nobel per la chimica, Giulio Natta, inventore del Moplen. Nel 1963, sempre grazie alla collaborazione con Albe Steiner, nacque la “98”, che nella versione “riserva magica” ottenne la menzione del compasso d’oro e venne esposta al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, dov’è tutt’ora. Nel 1965, ancora una volta ad opera di Albe Steiner e Ufficio Stile Aurora, viene lanciata la popolarissima Auretta.
Nel 1970 Marco Zanuso disegnò per Aurora la stilografica Hastil e nel 1974 la penna a sfera Thesi, la prima cilindrica ottenuta da un singolo tubo di acciaio e con un innovativo sistema di caricamento di inchiostro (l’idrograph), la seconda piatta. Saranno i primi strumenti di scrittura ad essere esposti al MOMA di New York, dove sono attualmente in mostra accanto ai capolavori del design italiano.
Nel 1986, Aurora iniziò a commercializzare la Kona, modello ispirato alle colonne Doriche disegnato da Giorgetto Giugiaro, designer industriale torinese noto per le sue collaborazioni con Alfa Romeo e Maserati, nonché creatore della mitica Panda, che già aveva dato i natali alla Design nel 1970. Ultimo ma non meno importante, Giampiero Bodino cui si deve la nascita di Ipsilon (1993), Talentum (2000), Leonardo Da Vinci (2002) e con il quale sono in essere nuovi progetti.