Ritrovare Ico Parisi

Per Ico Parisi, architetto e designer, il tavolo è punto focale della casa. La mostra del Triennale Design Museum ne analizza l’opera dalla fine della guerra agli anni ’50.

Il Triennale Design Museum presenta la mostra “Ritrovare Ico Parisi” presso la Villa Reale di Monza, a cura di Roberta Lietti e Marco Romanelli, con un progetto di allestimento di Marco Romanelli insieme a Giorgio Bonaguro, in occasione dei centenario della nascita di Ico Parisi. 

In apertura: Ico Parisi, tavolo in palissandro con piano in cristallo, 1948. Sopra: Ico Parisi, tavolo rotondo, 1954

Realizzata in collaborazione con l’Archivio del Design di Ico Parisi, la mostra continua un approfondimento su alcuni personaggi che hanno interagito con il territorio allargato di Monza e Brianza. Ico Parisi è stato architetto, designer, art director, fotografo, regista cinematografico, pittore e artista puro, producendo una notevole mole di lavori, operando, secondo la lezione pontiana, in quella dimensione pluridisciplinare, caratteristica della rinascita del progetto italiano dopo il conflitto mondiale. 

Ico Parisi, tavolo con struttura in ferro, 1955

I curatori hanno dunque privilegiato il periodo ‘classico’ del lavoro di Parisi, ovvero dalla fine della guerra al termine degli anni ‘50, e un’unica tipologia: il tavolo. Dalla vera e propria mensa alla scrivania, dalla consolle al coffee table e al carrello di servizio, il tavolo è un elemento tipologico che accompagna Parisi fin dagli inizi della sua vicenda progettuale e dove l’architetto comasco dimostra una vasta fantasia progettuale. Parisi ne analizza le più diverse soluzioni costruttive, sperimenta materiali, si fa promotore di ricerche presso gli artigiani e gli industriali canturini. Il tavolo è per Parisi un punto focale all’interno della casa. 

Ico Parisi, carrello in mogano, realizzazione Angelo De Baggis, 1955

L’allestimento, organizzato in ‘stazioni’ contraddistinte mediante gabbie in tubolare quadro bianco, a ricordare l’innamoramento di Parisi per l’avventura del razionalismo e dell’astrattismo comasco, cerca di restituire non solo l’importanza del singolo pezzo, ma anche un frammento di quel contesto progettuale, curato e controllato, che Ico e Luisa Parisi costruivano sapientemente.

Duplice ritratto di Ico Parisi, Cernobbio, 1953