“AKA” è un palindromo, come il progetto site specific che Allison Katz presenta da Giò Marconi, ideato con la designer inglese Caitlin Tobiasz.
Allison Katz: AKA
Palindroma, multiprospettica e contradditoria sono solo alcuni degli aggettivi che si possono usare per descrivere la personale di Allison Katz alla Galleria Giò Marconi.
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- 12 febbraio 2016
- Milano
L’architettura della sala espositiva è trasformata da una successione di quinte triangolari che generano un ambiente multi prospettico in cui si alternano estroflessioni e introflessioni. La chiave di lettura del percorso espositivo è palindroma, si può fruire sia addentrandosi che uscendo dallo spazio.
“AKA” è un postscript a “All is On” – titolo della mostra che l’artista ha presentato lo scorso settembre alla Kustverein di Friburgo – sua prima personale in uno spazio pubblico.
AKA – altrimenti detto – introduce pseudonimi, alias, soprannomi, così come le iniziali dell’artista. Le associazioni linguistiche hanno un ruolo fondamentale nella pittura di Allison Katz che esplora il gap tra parola e immagine, divertendosi a contraddire le convenzioni che regolano i rapporti tra i diversi linguaggi. Nei lavori di Allison Katz l’identificazione di un’immagine e quindi l’attribuzione ad essa di un nome, non è mai un processo univoco o scontato, ma si apre di continuo a infinite possibilità. La pittura di Katz reiventa continuamente se stessa, attingendo ad un immaginario poliedrico che include figurazione eclettica, realismo magico, astrazione geometrica. Sulla parete d’ingresso della galleria sono esposti 6 manifesti in cui l’artista esplora e riedita il suo stesso immaginario. Alcuni elementi particolarmente iconici sono estrapolati dai dipinti e rivisitati con spirito pop e grafiche vintage. Uno di questi è dedicato a Il gatto di Schrödinger, dando vita a un enigma metaforico sul ciclo di vita e morte della pittura e quindi ulteriore riferimento all’artista.
fino al 19 marzo 2016
Allison Katz
AKA
Giò Marconi
via Tadino 20, Milano