Where to start from

Il MAXXI dedica una grande mostra a Maurizio Nannucci, con oltre trenta opere storiche e recenti che interagiscono tra loro attraverso un percorso di luci, colori, forme, scrittura e suoni.

Vedi anche il testo di Maurizio Nannucci “Concetti fondamentali sul fare arte” pubblicato su Domus 992, giugno 2015

  Il MAXXI dedica a Maurizio Nannucci, tra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea italiana dagli anni Sessanta a oggi, una grande mostra dal titolo “Where to start from”, a cura di Bartolomeo Pietromarchi. La mostra esplora lavori di matrice storica e più recenti, che interagiscono tra loro attraverso un percorso di luci, colori, forme, scrittura e suoni, oltre a tre nuove installazioni realizzate appositamente, tra cui More than meets the eye una grande opera per la facciata del MAXXI che, grazie agli Amici del MAXXI, entrerà a far parte della collezione del museo.

In apertura: Maurizio Nannucci, Going from nowhere..., Toulouse, 2009. Sopra: Maurizio Nannucci, All art has been contemporary, Casino Luxemburg, 2000 Münster. Photo Roman Mensing

Dagli anni Sessanta, Maurizio Nannucci, punto di riferimento per diverse generazioni di artisti, architetti, musicisti, critici e curatori, esamina il rapporto tra arte, linguaggio e immagine. La sua ricerca, da sempre caratterizzata dal dialogo tra discipline diverse, esplora la relazione tra luce, colore, suono e spazio reale ed immaginato, che diventa particolarmente evidente nelle sue grandi scritte al neon. Quello di Nannucci è un lavoro concettuale – un’indagine tra cultura e società con un forte legame tra architettura e paesaggio urbano – il cui linguaggio restituisce alle singole parole un valore simbolico e spaziale. Come dichiara l’artista in riferimento alla sua ricerca “Credo che l’immagine superi i limiti della rappresentazione, diventando un’immagine mentale, un'immagine virtuale, un'immagine nata da un sogno o un sogno ad occhi aperti, una immagine vista e relativa, che può essere evocata da una parola, un suono o un odore. La stessa cosa vale per le immagini che si riferiscono e richiedono l’assenza di un oggetto; non le limito e non le riduco a una figura, ma do loro libertà e autonomia fantastica…”

<b>A sinistra</b>: Maurizio Nannucci, <i>Everything might be different</i>, Museo del 900, Firenze 2014. Photo Cesare Dagliana. <b>A destra</b>: Maurizio Nannucci, <i>No more excuses</i>, Stazione Leopolda, Firenze 2013. Photo Pietro Savorelli
Maurizio Nannucci, <i>You can imagine the opposite</i>, Städtische Galerie im Lenbachhaus, 1991 Monaco di Baviera. Photo Simone Gänsheimer
Maurizio Nannucci, <i>Something happened</i>, Villa Medicea La Magia Quarrata, 26 settembre – 30 dicembre 2009. Photo di Carlo Cantini
Maurizio Nannucci, <i>Transit, a light journey</i>, Biennale di Architettura, Venezia, 2000. Photo Elio Montanari
Maurizio Nannucci, <i>Transit, a light journey</i>, Biennale di Architettura, Venezia, 2000. Photo Elio Montanari
Maurizio Nannucci, <i>Transit, a light journey</i>, Biennale di Architettura, Venezia, 2000. Photo Elio Montanari
Maurizio Nannucci, <i>What to see what not to see</i>, Biennale di Valencia, 2003. Photo Martino Buzzi
Maurizio Nannucci, <i>You can imagine the opposite</i>. Photo S.Gänsheimer


26 giugno – 18 ottobre 2015
Maurizio Nannucci
Where to start from

a cura di Bartolomeo Pietromarchi
Fondazione MAXXI
via Guido Reni 4A, Roma