Ombre colorate

Nendo ha progettato il Padiglione Giapponese a Expo: sedici piccoli oggetti e un allestimento da cui elimina il colore per rivelare – attraverso le ombre – gli aspetti più nascosti delle cose.

In linea con il tema diExpo, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, i sedici oggetti disegnati da Nendo per il Padiglione Giapponese, sono oggetti per la tavola e la cucina, che esplorano il tema del cibo.

Nello spazio della galleria, di circa 11x3 metri, è stato installato un lungo tavolo da pranzo nero, accompagnato da 24 sedie dello stesso colore, come un palcoscenico espositivo che segue la forma allungata della stanza.

Nendo, Colourful Shadows. Photo Daici Ano

Il tavolo e le sedie diventano sempre più alti inoltrandosi nello spazio, giocando con la prospettiva e permettendo di vedere tutti gli oggetti esposti sin dall’ingresso. Tuttavia, poiché i prodotti non possono essere visti nel dettaglio, i visitatori possono avvicinarsi e usare le sedie come scalini su cui salire per ispezionare più da vicino i singoli elementi. Anche se simile a un tavolo da pranzo comune, il risultato finale è uno spazio espositivo concettuale che permette allo spettatore di visualizzare tutti i prodotti da varie angolature e distanze. Tutti gli oggetti esposti sono nuovi progetti, ognuno realizzato in collaborazione con artigiani o industrie locali giapponesi. Inoltre, tutti sono progettati per mostrare i processi e le tecniche artigianali, i materiali e le finiture.

Nendo, Colourful Shadows. Photo Daici Ano

Per trasmettere al meglio questa attenzione per i dettagli, gli oggetti esposti sono tutti di colore nero. Nel saggio di Junichiro Tanizaki Libro d’Ombra, c’è un passaggio dedicato all’atto di mangiare uno yokan (un dolce tradizionale a base di pasta di fagioli neri) al buio, al fine di sviluppare una gamma di sapori più viva, proprio come in questa mostra, in cui tutte le informazioni relative al colore sono state rimosse per incoraggiare lo spettatore a concentrarsi su altri aspetti, più essenziali. L’idea è che più da vicino si guarda nelle ombre di qualcosa, più ci si rende conto dei ricchi colori che nasconde, e questo è il concetto che sta dietro al nome “Colourful Shadows”; un tentativo di far luce sulla complessità artigianale giapponese che rimane, per così dire, nascosta dal mondo, nel buio.

Nendo, Tokoname-yaki per Koyo. Photo Hiroshi Iwasaki. Pezzi di ceramica anneriti dal fumo prodotto con pula di riso e trasformati in sottobicchieri, sfruttando l'alta capacità di assorbimento del materiale
Nendo, Tokoname-yaki per Koyo. Photo Hiroshi Iwasaki
Nendo, Yamanaka-shikki per l'artigiano giapponese Oshima. Photo Hiroshi Iwasaki. Questa ciotola è stata progettata con l'obiettivo di esaltare la brillantezza e la lucentezza della lacca tradizionale giapponese. L'interno ha una finitura increspata naturale, in netto contrasto con la sagoma notevolmente allungata dalla bocca della ciotola
Nendo, Satsuma-yaki per Tsukino-mushi. Photo Hiroshi Iwasaki. Questo particolare set di quattro pezzi è realizzato nello stile Shirosatsuma: uno strato di smalto è stato applicato a uno sfondo bianco per simulare il colore e la forma di un uovo. L'intero pezzo mostra il metodo Kannyu; un metodo per cui le crepe sono formate intenzionalmente sfruttando la differenza nel tasso di contrazione tra la ceramica e lo smalto
Nendo, Satsuma-yaki per Tsukino-mushi. Photo Hiroshi Iwasaki
Nendo, Wakasa-nuri per Hashikura Matsukan. Photo Hiroshi Iwasaki. Bacchette che si dividono in due per mangiare per poi riunirsi in un unico oggetto quando non in uso
Nendo, Nishijin-ori per Hosoo. Photo Hiroshi Iwasaki. Per queste tovagliette Nendo si è concentrato sul particolare metodo di Kyoto di tessitura della carta, utilizzando strisce di mappe navali pubblicate dall’Agenzia per la sicurezza marittima
Nendo, Nishijin-ori per Hosoo. Photo Hiroshi Iwasaki
Nendo, Takaoka-doki per TAKATAFACTORY. Photo Hiroshi Iwasaki. Set di posate in alluminio trattato con una finitura in uretano cotto. Per accentuare la struttura unica risultante da questo processo, i singoli pezzi sono stati progettati con forme circolari, quadrate e triangolari che si abbinano alla sezione di ciascuno dei loro manici
Nendo, Ozu-washi per Ikazaki Shachu. Photo Hiroshi Iwasaki. Per questi oggetti il Sumi, un inchiostro nero utilizzato nella calligrafia tradizionale, è stato mescolato al Washi per ammorbidire il materiale cartaceo, e quindi compresso per formare un piattino
Nendo, Ozu-washi per Ikazaki Shachu. Photo Hiroshi Iwasaki
Nendo, Satsuma-yaki per Tsukino-mushi. Photo Hiroshi Iwasaki. Una ciotola con finitura lucida e trasparente, che incorpora il caratteristico nero della terracotta Satsuma, una colorazione dovuta al ferro contenuto nell’argilla e allo smalto. Riporta il motivo di un agrume, simile alla forma di un arancio o di un pompelmo
Nendo, Satsuma-yaki per Tsukino-mushi. Photo Hiroshi Iwasaki
Nendo, Wakasa-nuri per Hashikura Matsukan. Photo Hiroshi Iwasaki. Per queste bacchette Nendo ha cercato di aumentare la loro superficie in mano per migliorare il comfort, e ha scoperto la forma ideale della sezione plissettata
Nendo, Wakasa-nuri per Hashikura Matsukan. Photo Hiroshi Iwasaki. Realizzate con il processo Udukuri, in cui la superficie del legno è scolpita con una spazzola di metallo, lasciando solo la venatura del legno duro, queste bacchette sono state poi laccate e lucidate per mettere in evidenza la venatura
Nendo, Oodate-magewappa per Oodate Kougeisya. Photo Hiroshi Iwasaki. Contenitori a forma di spirale sconnessa, al fine di accentuare i bordi del materiale, così come il fatto che siano costituite da una semplice piegatura del legno naturale. A seconda delle loro dimensioni, possono essere usate come porta-bacchette, porta-stuzzicadenti o come appoggio per le bacchette
Nendo, Oodate-magewappa per Oodate Kougeisya. Photo Hiroshi Iwasaki
Nendo, Edo-kiriko per Kimoto Glassware. Photo Hiroshi Iwasaki. Un semplice cilindro di vetro nero a doppio strato inciso con un colpo solo
Nendo, Edo-kiriko per Kimoto Glassware. Photo Hiroshi Iwasaki
Nendo, Edo-sashimono per Kahei Yamada. Photo Hiroshi Iwasaki. Questa scatola è stata realizzata in collaborazione con un artigiano del legno in stile Edo, ha i lati superiore e inferiore rastremati con incisioni diagonali per facilitare la sovrapposizione
Nendo, Mino-yaki per Miyama. Photo Hiroshi Iwasaki. Combinando la tecnica tradizionale della Kintsugi, l’arte di riparare le ceramiche rotte con una lacca-colla, con l’ingegno e l’abilità moderna che hanno sostenuto la rapida crescita economica del Giappone del dopoguerra, tre piatti a forma identica ma di colore diverso sono stati tagliati e rimontati per formare queste composizioni
Nendo, Mino-yaki per Miyama. Photo Hiroshi Iwasaki
Nendo, Yamagata-imono per Gasen. Photo Hiroshi Iwasaki. Teiera e tazza fatte di utensili in metallo tradizionale
Nendo, Yamagata-imono per Gasen. Photo Hiroshi Iwasaki
Nendo, Imari Arita-yaki per GEN-EMON GAMA. Photo Hiroshi Iwasaki. L’idea principale dietro questi bicchieri è quella fare in modo che l’utente sperimenti i disegni col tatto prima che con la vista


Colorful Shadows
Design: nendo