A Calamar, una piccola cittadina colombiana, c’è una sola strada asfaltata: quella principale, che collega il mercato del pesce alla zona residenziale. Il resto del paese è una distesa di vie polverose, piene di buche causate dalle piogge torrenziali. Qui, i veicoli a motore sono rari e le moto praticamente assenti. Per gli spostamenti quotidiani – accompagnare i bambini a scuola, fare la spesa, andare a trovare parenti – i residenti si affidano ai taxi bicicletta.
Negli ultimi venti anni, centinaia di biciclette sono state trasformate in veri e propri mezzi di trasporto, diventando panchine su ruote, coperte da una tettoia contro il sole cocente. A differenza dei veicoli a motore, che soffrono le buche, i taxi bicicletta sono economici, non richiedono carburante e sono abbastanza capienti da trasportare tre o quattro passeggeri, oltre a scatole e borse.
Molti di questi mezzi sono decorati con colori vivaci e immagini sulla carrozzeria e sul tetto. Il loro nome locale, “Paola” (scritto sul retro), deriva dalla figlia dell’uomo che costruì il primo bicitaxi. Oggi, la maggior parte è vecchia e scricchiolante, tenuta insieme da bulloni, nastro adesivo, spago e vernice. Pittoreschi e antiquati, sono il riflesso di una città che, come loro, si sgretola lentamente, simbolo di una gloria ormai svanita.
All’inizio del Novecento, Calamar era una città fiorente, ben collegata al mondo moderno grazie ai piroscafi, ai treni e agli idrovolanti che univano il fiume al resto della Colombia. Vantava comodità rare per l’epoca, come elettricità, acqua potabile, una fabbrica di ghiaccio e una di bibite.
Durante gli anni di massimo splendore, le compagnie di navigazione costruirono uffici monumentali, mentre gli alberghi lungo il fiume ospitavano dirigenti in visita. Le famiglie benestanti di Barranquilla e Cartagena, i commercianti e i dirigenti in cerca di residenze estive, commissionavano ville eleganti, spesso progettate da architetti internazionali, che mescolavano stili ottocenteschi con dettagli italiani e mediorientali.
Ma con l’arrivo di una nuova autostrada a metà del XX secolo, che aggirava la città, Calamar perse il suo ruolo di centro commerciale. L’economia cittadina subì un arresto repentino e, oggi, mentre l’architettura grandiosa di un tempo si sgretola lentamente, la città è quasi isolata. Eppure, a mantenere viva la quotidianità, ci sono ancora centinaia di bicitaxi che continuano a percorrere le sue strade.
