Damián Ortega: Casino

All’HangarBicocca la prima mostra personale in Italia di Damián Ortega, offre uno sguardo sulle differenti espressioni artistiche utilizzate, oltre a una performance inaugurale.

HangarBicocca ospita “Casino”, la prima mostra personale in Italia di Damián Ortega, a cura di Vicente Todolí.

La retrospettiva, dedicata a uno degli artisti più interessanti ed ironici del panorama contemporaneo, offre un ampio sguardo sulle differenti espressioni artistiche utilizzate – sculture, installazioni, film, oltre a una performance che verrà realizzata il 4 giugno durante l’inaugurazione – ed è resa unica dal dialogo tra le diciannove opere, di piccole e grandi dimensioni, e lo spazio dello Shed di HangarBicocca.

In apertura: Damián Ortega, Controller of the Universe, 2007. Oggetti e fili trovati, dimensioni variabili. Courtesy l'artista, White Cube, London e P.S.1. Contemporary Art Center, 2008. Sopra: Damián Ortega, Cosmic Thing, 2002. Beetle 83', acciaio inossidabile, fili e plexiglass. Dimensioni variabili. Courtesy The Museum of Contemporary Art, Los Angeles, acquistata con i fondi forniti da Eugenio López e Jumex Fund for Contemporary Latin America Art

Damián Ortega (Città del Messico, 1967) si è imposto negli ultimi vent’anni come uno dei più significativi artisti dello scenario internazionale, capace di rielaborare con il suo lavoro l’idea stessa di scultura, dove la rappresentazione diviene aggregazione e disgregazione. Materia, energia e trasformazione sono i concetti al centro della sua ricerca artistica, da cui il titolo della mostra “Casino”: l’universo visto da Ortega appare come un sistema fisico complesso, non totalmente controllabile dall’uomo.

Proveniente dal mondo della satira (giovanissimo inizia a disegnare vignette politiche per diversi quotidiani messicani), Damián Ortega trasferisce nelle sue opere un personale e sottile senso dello humor. Attraverso l’ironia, carica di significato oggetti provenienti dalla sfera quotidiana, veicolando con leggerezza anche i temi più impegnativi legati ai sistemi di produzione, ai processi di trasformazione della materia e all’entropia, al rapporto tra scultura, spazio e architettura. Anche il linguaggio è argomento di esplorazione per l’artista che utilizza giochi di parole e doppi sensi con l’intento di evidenziare il processo di creazione della lingua e le sue infinite possibilità di trasformazione. Interessato alla materia e alla valenza plastica degli oggetti, egli si appropria di materiali di uso comune o di recupero come picozze e utensili da lavoro che altera e decostruisce per rivelarne componenti nascoste, aspetti simbolici e talvolta irriverenti.

Damián Ortega, <i>Unión-Separación</i>, 2000.Tavolo, carrucola, acquario, videocamera, proiettore, martello. Dimensioni Variabili. Courtesy l'artista e kurimanzutto, Mexico City
Damián Ortega, <i>Pico Cansado</i>, 1997. Piccone in legno, 92 x 54 x 8 cm. Courtesy l'artista e kurimanzutto, Mexico City
Damián Ortega, <i>Nine Types of Terrain</i>, 2007. Fotogramma; pellicola 16 mm, colore, suono, 3 min loop. Courtesy l'artista e kurimanzutto, Mexico City
Damián Ortega, <i>Moby Dick</i>, 2004. Fotogramma da video trasferito su DVD 9 min 42 sec. Courtesy l'artista e kurimanzutto, Mexico City City
Damián Ortega, <i>Estratigrafía 4</i>, 2012. Giornale, carta e colla, 21,5 x 33,5 x 27,5 cm, 14 x 31,5 x 30 cm. Courtesy l'artista e kurimanzutto, Mexico City


5 giugno – 8 novembre 2015
inaugurazione e performance giovedì 4 giugno dalle 19.00
Damián Ortega
Casino

a cura di Vicente Todolí
HangarBicocca
via Chiese 2 Milano