Nicolò Spinelli

Nel nome di un minimalismo povero Nicolò Spinelli ha progettato una collezione di arredi che esplora le possibilità applicative del legno e delle sue finiture.

Il Furzé (“il forziere” in dialetto lombardo) è un mobile-contenitore che trae ispirazione dall’azione seriale dell’accatastare uno sopra l’altro i tronchi grossolanamente sbozzati, dei quali ripropone la texture povera ma integra.

Il Botùn (“il bottone”), cassettiera a otto cassetti con sistema di apertura push-up, reinterpreta invece con il legno massello di cedro libanese l’effetto capitonnè attraverso una fresatura su una tavola unica realizzata con un pantografo elettronico a cinque assi a controllo numerico.

Nicolò Spinelli, Il Furzé

Infine, Koinonia, progettato in collaborazione con Marco Volpi e Michela Fiorentino Capoferri, è un oggetto di culto per le religioni del mondo, vincitore del terzo premio al concorso indetto da Riva 1920 “Tra le briccole di Venezia”. Il termine koinonia significa, in greco, “partecipazione”. La briccola, nella sua verticalità, esprime con segni visibili (la corrosione e i molluschi) il legame tra terra e cielo. Il progetto scompone la briccola in segmenti imperniati su una barra filettata. I due segmenti agli estremi sono tagliati in modo da combaciare perfettamente, a indicare l’unione inscindibile tra cielo e terra. I segmenti centrali rappresentano invece l’agire dell’uomo, che manipola la natura, la modifica e la utilizza.

Nicolò Spinelli, Il Botùn
Nicolò Spinelli, Il Botùn
Nicolò Spinelli, Il Botùn
Nicolò Spinelli, Il Furzé
Nicolò Spinelli, Koinonia


Furzé, Botùn, Koinonia
Design: Nicolò Spinelli