L’opera di Claire Fontaine esplora le crisi etiche che interessano la società.
Claire Fontaine: Tears
L’installazione di Claire Fontaine Tears è composta da nove insegne al neon sospese al soffitto dell’ingresso del Jewish Museum, che creano un’onda di colore sopra gli spettatori.
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- 19 dicembre 2013
- New York
Attraverso il suo lavoro, Fontaine esplora le rappresentazioni del potere, della libertà e dell’identità, spesso sottintendendo o destabilizzando questi concetti. Per farlo, utilizza materiali trovati, testi presi a prestito, immagini di altri artisti, pubblicitarie o aziendali sovvertendone il contesto originale e offrendo un modo per immaginare il cambiamento.
L’opera di Fontaine trova le sue radici nell’attivismo politico, in particolare con i movimenti di protesta collaborativa della fine degli anni Sessanta. La teoria politica costituisce la base della sua indagine, concentrata in particolare sulle prospettive post-coloniali come il femminismo e il neo-marxismo, con la loro attenzione ai soggetti politicamente e socialmente emarginati.
L’installazione Tears comprende nove insegne al neon sospese al soffitto dell’ingresso del Jewish Museum. In ciascuna, la frase “isola di lacrime” è scritta in una lingua diversa: francese, polacco, russo, yiddish, greco, italiano, tedesco, spagnolo e inglese. Sono le lingue più parlate alla stazione di Ellis Island, il principale punto d’ingresso per gli immigrati che sbarcavano negli Stati Uniti, dalla quale tra il 1892 e il 1914 sono transitate oltre 16 milioni di persone.
I neon, nelle tonalità blu e verdi, creano un campo di colore sopra lo spettatore. Appesi nella hall, spazio liminale tra il mondo esterno e il mondo dell’arte, segnano un punto di passaggio per il visitatore. Con le loro voci multilingue le insegne rappresentano i milioni di immigrati che sbarcarono a Ellis Island pieni di speranza.
Fino al 20 aprile 2014
Using Walls, Floors, and Ceilings: Claire Fontaine
The Jewish Museum
1109 Fifth Avenue,
New York, NY