3Gatti: Red Wall

Un muro rosso, sovradimensionato e appariscente, rappresenta un progetto complesso e difficile, che racconta molto dell’attuale stato dell’architettura in Cina.

Se digitate su Google Maps le coordinate +31° 16' 9.45", +121° 27' 14.93" vi apparirà la vista zenitale di un edificio rettangolare, caratterizzato da un patio centrale attraversato da ponti pedonali e un muro rosso lungo e fiammeggiante, che separa gli ambienti interni dal rumore della strada sopraelevata fronteggiante.

“Quando abbiamo progettato l’edificio, abbiamo fatto rigirare la facciata rossa sul tetto, divertiti dall’idea che fosse possibile riconoscerlo anche dai principali siti di web-mapping”, racconta il progettista, Francesco Gatti. 

Si tratta di una scelta di visibilità che trascende la dimensione del quartiere e che potrebbe sembrare, al primo impatto, megalomane – una firma visibile dallo spazio. In realtà quel muro rosso, sovradimensionato e appariscente, rappresenta l’idea stessa dell’edificio, la punta dell’iceberg di un progetto complesso e difficile, che racconta molto dell’attuale stato dell’architettura in Cina.

3Gatti, Red Wall, 1491 Gonghexin Road, Shanghai, China

Gatti vive e lavora a Shanghai dal 2003. L’architetto di origine romana si è cimentato negli anni su progetti eterogenei: dalla rifunzionalizzazione di ex-aree industriali, alla progettazione degli spazi urbani, dall’architettura degli interni ai grandi concorsi internazionali. In ogni progetto, che fosse l’interno di un negozio di abbigliamento o un museo dell’automobile, ha mantenuto un atteggiamento riconoscibile, pragmatico e visionario al contempo. Nel rispondere alle richieste dei committenti, Gatti ha sempre cercato un’idea immanente, capace di soddisfare le condizioni contestuali e di aggiungere qualcosa, una componente inaspettata che, nel caos e nella mutevolezza della metropoli cinese, fosse in grado di dare alla realizzazione un carattere proprio, evidente.

3Gatti, Red Wall, 1491 Gonghexin Road, Shanghai, China

Nel caso del Red Wall questo atteggiamento è stato messo a dura prova. Il progetto si è infatti dovuto confrontare con restrizioni limitanti: un budget particolarmente esiguo, un lotto dalla forma stretta e oblunga e, soprattutto, la logica spietata dell’investitore, deciso a sfruttare commercialmente ogni singolo metro quadrato del nuovo edificio. Il progettista italiano ha pertanto proposto uno schema semplice: un volume regolare di quattro piani, con un vuoto centrale indispensabile per illuminare gli spazi dei livelli superiori, destinati agli uffici. Il Red Wall non è realizzato impiegando strutture complesse e materiali costosi, ma ottimizzando le risorse e il know-how locale, nell’ottica di concentrare la sperimentazione sul rivestimento.

3Gatti, Red Wall, 1491 Gonghexin Road, Shanghai, China

Si tratta di una strategia oramai diffusa in tutto il mondo, che ha prodotto spesso scatole dal contenuto mediocre e dall’involucro appariscente; soluzioni “una tantum” dove gli edifici, finito il clamore della novità esteriore, sono scivolati nell’anonimato dei loro interni standardizzati e delle persone destinate ad usarli. Nel caso di Gatti la limitazione del budget e la scelta di concentrarsi sulla facciata hanno in realtà prodotto un oggetto ambiguo, che è scultoreo e funzionale allo stesso tempo, dove l’estetica e l’identità dell’oggetto sono stati calibrati sul comfort ambientale degli interni.

La facciata principale è una lunga composizione di pannelli in alluminio rossi, dalla forma triangolare, immaginata per essere percepita in movimento, dagli abitacoli delle auto che percorrono la strada sopraelevata fronteggiante. L’idea della texture, generata dall’accostamento di poligoni triangolari dalle forme e dalle dimensioni variabili, nasce da un’intuizione diretta, la trasposizione architettonica dell’interfaccia grafica di uno dei principali software per la modellazione 3D.

3Gatti, Red Wall, 1491 Gonghexin Road, Shanghai, China

Il prospetto principale del Red Wall è completamente bidimensionale, tuttavia, il motivo della composizione determina uno strano effetto ottico che sembra conferire alla facciata un andamento plastico. Gatti in questo modo ottiene un effetto sorprendente, pur ottimizzando le risorse: per la soluzione non è stata ecceduta la quantità di alluminio necessaria per un rivestimento ordinario.  La “parete rossa” è spessa e provvista di bucature lineari e basse, in modo da limitare l’inquinamento acustico e visivo derivante dalla presenza del traffico. Le altre facciate minori, in parte destinate alle apparecchiature tecniche, sono state celate dietro una seconda tessitura, un motivo di pannelli  in bambu caratterizzati da diverse dimensioni e aggetti, in modo da determinare, anche in questo caso, una percezione scultorea dell’involucro e lo spessore necessario all’ombreggiamento e raffrescamento dei macchinari retrostanti.

3Gatti, Red Wall, 1491 Gonghexin Road, Shanghai, China

Il concept del “Red Wall”, una struttura polifunzionale di 14300 m², nasce nel 2008 e viene realizzato nel corso dello stesso anno. Gatti e i suoi collaboratori si trovano, nell’arco di pochi giorni, a passare dall’ideazione di una proposta convincente alla  redazione dei disegni esecutivi necessari alla costruzione. Nell’arco di pochi giorni inizia un cantiere che ha i ritmi disumani della Cina capitalista, un modello in scala 1:1 dove le parti – impresa, cliente e architetto – decidono  i dettagli giorno per giorno, senza seguire l’organizzazione razionale di un cantiere “tradizionale”. La manodopera costa talmente poco che è possibile tentare, fare e disfare, costruendo e demolendo parti intere come se l’architettura, quella vera e in costruzione, fosse un plastico di studio.

3Gatti, Red Wall, 1491 Gonghexin Road, Shanghai, China


Red Wall, 1491 Gonghexin Road, Shanghai, China
Tipologia: negozi, ristoranti, uffici e parcheggi
Architetti: 3Gatti
Ingegneria strutturale: Shanghai Orient Architectural design & Research Institute
Area: 14.300 mq
Completamento: 2008