Sarah Sze: Triple Point

Le installazioni di Sarah Sze per il padiglione degli Stati Uniti alla Biennale di Venezia fanno riferimento ai concetti di fragilità dell’equilibrio e al desiderio di ritrovare una posizione stabile.

Sarah Sze: Triple Point”, presentato dal Bronx Museum of the Arts, in collaborazione con il Bureau of Educational and Cultural Affairs del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte, comprende una serie d’installazioni interrelate, che trasformano il padiglione statunitense in una serie di esperienze che coinvolgono lo spettatore. Estendendosi oltre gli spazi della galleria fino all’esterno dell’edificio, all’ingresso e all’uscita, la mostra coinvolge direttamente l’edificio neoclassico progettato nel 1930 dagli architetti William Adams Delano e Chester Holmes Aldrich, sfidandone il senso di ordine palladiano.

In apertura e qui sopra: Sarah Sze, Triple Point (Planetarium), 2013. Vista dell'installazione al Padiglione statunitense. Photo Tom Powel

Triple Point riunisce molte delle idee che Sarah Sze ha sviluppato nel corso della sua carriera. “Al centro della mostra ci sono la nozione di ‘bussola’ e il modo in cui noi ci posizioniamo in un mondo perennemente disorientante”, ha spiegato Sze. “Ciascuna delle sale opera come un sito sperimentale, in cui gli oggetti tendono a diventare strumenti o montaggi per misurare o modellare la nostra posizione nello spazio e nel tempo. L’aspirazione a costruire modelli che catturino la complessità e l’impossibilità di quell’impresa, è il punto centrale dell’opera”.

Sarah Sze, Triple Point (Eclipse), 2013. Vista dell'installazione al Padiglione statunitense. Photo Tom Powel

In termodinamica, il termine “triple point” indica la particolare temperatura a cui le tre fasi di una sostanza (gassosa, liquida e solida) coesistono in perfetto equilibrio. La triangolazione, cioè la misurazione della distanza da tre punti ordinali, è anche usata per determinare un punto specifico dello spazio. L’opera di Sze fa riferimento a entrambi questi concetti, la fragilità dell’equilibrio e il desiderio costante di ritrovare una posizione stabile. Il suo approccio al padiglione è quello di un sito di osservazione e sperimentazione dal vivo; l’opera è stata creata, in tre mesi, per la maggior parte in situ. Parte dell’installazione è stata “cancellata” durante questo periodo, diventando, come dice Sze, “resti archeologici di esperimenti falliti”.

A sinistra: Sarah Sze, Triple Point (Orrery), 2013. A destra: Sarah Sze, Triple Point (Scale), 2013. Vista dell'installazione al Padiglione statunitense. Photo Tom Powel

Tracce del panorama urbano di Venezia – come foto di pietre, materiali architettonici, biglietti del vaporetto – sono stati raccolte e aggiunte man mano che l’installazione veniva completata. Di conseguenza, gli oggetti appaiono instabili, con crescita virale e decadimento imminente in evidenza. Piccoli frammenti di sculture sono stati anche dispersi per i negozi e sui tetti intorno alla vicina via Garibaldi, per essere scoperti per caso nel tessuto della vita quotidiana. La mostra occupa il padiglione e la città, ne naviga le sale e le strade, si rintana in retrobottega, si aggrega in sistemi e infine degenera in residui.

Sarah Sze, Triple Point (Observatory), 2013. Vista dell'installazione al Padiglione statunitense. Photo Tom Powel

All’esterno dell’edificio, una struttura dinamica e vacillante sale e scende. L’ingresso del padiglione è stato trasferito a una vecchia porta di uscita a sinistra della rotonda d’ingresso. Una volta all’interno, lo spettatore incontra strutture improvvisate, alcune apparentemente ancora in costruzione, che richiamano modelli, macchine e strutture come in un planetario, un osservatorio, un laboratorio o un pendolo, dispositivi di misurazione o elementi per localizzare i corpi nello spazio.

Sarah Sze, Triple Point (Pendulum), 2013. Vista dell'installazione al Padiglione statunitense. Photo Tom Powel


Fino al 23 novembre 2013
Sarah Sze: Triple Point
Padiglione degli Stati Uniti
Giardini della Biennale, Venezia
Commissari: Holly Block, Carey Lovelace

Sarah Sze, Triple Point (Gleaner), 2013. Vista dell'installazione al Padiglione statunitense. Photo Tom Powel