Il concorso New Concordia Island ha invitato i partecipanti a ripensare il disastro della nave Costa Concordia, come a un'eccezionale opportunità architettonica per riconsiderare il disastro in termini di opportunità. Proprio partendo dal relitto, con la sua imponente sagoma e massa fisica sommersa quasi del tutto nelle acque a largo dell'Isola del Giglio, gli architetti si sono attivati per tentare di offrire nuove visioni per il futuro di un territorio stravolto.
La giuria ha di recente selezionato i progetti che hanno risposto in modo più completo alle questioni sollevate dal concorso,
intrecciando contenuti visionari e poetici a soluzioni più pragmatiche e realistiche.
Due macro-categorie sono state individuate come linee guida per la selezione dei progetti. La prima include quei progetti che hanno scelto di conservare nella sua interezza il relitto, per cristallizzare l'immagine e la memoria del trauma. All'interno della seconda categoria sono invece inserite quelle proposte che hanno fatto della manipolazione e del sezionamento il loro principio generatore, inducendo poi nuove relazioni tra i frammenti del relitto e l'isola.
Concordia Island: nuove visioni
I progetti vincitori del concorso "New Concordia Island" propongono suggestive visioni per il futuro dell'isola, scaturite da approcci progettuali diversi: dalla conservazione totale del relitto alla sua manipolazione e sezionamento.
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- 15 gennaio 2013
- Isola del Giglio
Il progetto vincitore del concorso, del duo londinese Alexander Laing e Francesco Matteo Belfiore, affronta i temi della trasformazione del relitto, esplorando la dicotomia tra l'atto di rimozione e quello di stoccaggio. L'operazione principale consiste nel sezionamento del relitto a filo con la superficie del mare, mantenendo la porzione immersa e rimuovendo la parte emersa. Il frammento immerso diventa il contenitore di nuove attività e percorsi che attraversano la nave tra serbatoi di acqua e superfici piantumate. Questo nuovo luogo di memoria è direttamente collegato all'isola attraverso due percorsi sospesi sull'acqua.
Vulmaro Zoffi si è aggiudicato invece il secondo posto insieme al FARM Cultural Park prize, con una proposta evocativa che vuole misurarsi soprattutto con i temi della contemplazione e del rispetto. "Ho voluto accettare in chiave europea la simbolicità di questa tragedia, optando per non rimuovere un relitto che può essere inteso già come un segno della Storia", spiega il giovane architetto milanese. "Mi sono chiesto come rispettare anche gli abitanti del Giglio, il paesaggio e soprattutto le vittime", continua Zoffi, "come preservare la nave e la memoria, lasciandola dov'è, ma senza farne un monumento con intenti didascalici, magari dove sarebbero saliti i turisti per la foto ricordo a bordo del relitto".
La sua Concordia resta così inaccessibile, e visibile solo da una certa distanza; quella del rispetto e della contemplazione. Riaffiorando in superficie in relazione al flusso delle maree, sarà un habitat per le specie ittiche e i gabbiani, integrandosi alla Natura fino a diventare parte di essa e dei suoi cicli.
Al terzo posto ex-aequo troviamo i progetti di Francesco Tonnarelli e Andrea Cippitelli, e quello di Wynn Chandra. I due architetti di Macerata hanno ricercato una linea di collegamento tra il porto e il relitto, configurando una nuova architettura che ricompone alcuni frammenti della nave, in ricordo della tragedia. Il progetto si sviluppa in tre fasi, occupandosi dapprima del luogo della darsena, dei processi di trasformazione del relitto nonché della costruzione di un luogo della memoria modellato con volumi e piattaforme che offrono nuove relazioni con il mare.
La proposta dell'inglese Wynn Chandra è invece un ibrido tra la macchina e la condizione geologica al momento dell'incidente. Il progetto prevede la progettazione di una nuova struttura geologica in cui gli ambienti acquatici naturali sono legati all'interno di una matrice agli strati di roccia dell'Isola del Giglio.