Lo sappiamo tutti. Sono passati quasi cinque anni da quando la bolla immobiliare è scoppiata negli Stati Uniti e in Europa, e il sogno di possedere una propria casa è svanito. Nel frattempo, il Messico ha visto una serie di profonde riforme immobiliari nel corso del decennio passato, e sembra che alcuni stiano discutendo proprio ora su questa importante questione. Detto ciò, appare particolarmente rilevante la messa in discussione della situazione contemporanea dell'abitare in Messico. Cosa si può imparare quindi dalle lezioni provenienti da altri contesti?

La copertina eccezionalmente progettata da Arturo Ortiz Struck, il coinvolgente photo-essay di Onnis Luque e un Mixtape "oscuro e giovanile" che ha trovato ispirazione nell'iconico complesso residenziale di Tlatelolco da Naka Naka (Jerónimo Jiménez), aprono la strada a progetti e interventi di giovani studi messicani come Arkraft Studio, Juan Carral, Hierve Diseñería e Tiliche, così come dello studio di Londra Architecture :/ 00, o dei belga Architecten de Vylder Vinck Taillieu e ancora dell'artista argentino Enrique Jezik. Questo numero include inoltre interventi di Lourdes Cruz, Alejandro Cartagena, Alexander Cziharz, Filip Dujardin, Natalie Espinosa, Homero Fernández, Beatrice Galilee, Amanda de la Garza, Daniel Garza Usabiaga, Terence Gower, Jimena Hogrebe, Pablo Landa, Justin McGuirk, Cristobal Palma, Thomas Watkin, e molti altri.

Copertina
La politica della casa in Messico è la manifestazione più evidente delle storiche metodologie di produzione che danno forma alle sue città. Milioni di case costruite nel corso degli ultimi quindici anni, non solo rappresentano una prova tangibile del frenetico sviluppo contemporaneo, ma riflettono anche una sorta di disprezzo istituzionale verso un grande e vulnerabile segmento di popolazione. In "Progresión" (2010), Arturo Ortiz Colpito affronta il problema dell'housing e dei suoi abitanti come un altro semplice ingranaggio dell'economia del Paese.