Paola De Pietri

La lenta riappropriazione da parte della natura dei luoghi teatro di battaglia della Prima Guerra Mondiale è al centro dell'indagine fotografica di Paola De Pietri, in mostra al Maxxi di Roma, da domani al 30 settembre 2012.

Trincee nel terreno e tunnel scavati nella roccia lentamente ricoperti dalla vegetazione, crateri di bombe esplose riempite dalle rocce e dalla neve, rovine di rifugi nel silenzio rarefatto delle montagne: è la lenta riappropriazione da parte della natura dei luoghi che furono teatro di battaglia nel corso della Prima Guerra Mondiale. È To face. Landscape along austrian and italian front of the First World War di Paola De Pietri, un racconto fotografico che diventa una mostra, organizzata dal MAXXI Architettura diretto da Margherita Guccione e curata da Francesca Fabiani, esposta nella Sala Carlo Scarpa del MAXXI dal 17 maggio al 30 settembre 2012.

To face è un percorso, nel tempo, nella memoria e nello spazio, che si snoda lungo il fronte italo-austriaco del primo conflitto mondiale soffermandosi sulle tracce ormai labili che vi ha lasciato. Paola De Pietri, una delle fotografe italiane più interessanti della sua generazione, ci parla così di "Storia" attraverso una fotografia rarefatta e assolutamente antispettacolare. In mostra, le 21 fotografie di grande formato che fanno parte del progetto realizzato tra il 2009 e il 2011, vincitore del prestigioso premio europeo Albert Renger-Patzsch conferito dalla Dietrich Oppenberg Stiftung per la prima volta ad una fotografa italiana.

In apertura: Paola De Pietri, Bosco Frattelle, Luserna. Qui sopra: Paola De Pietri, Strada delle Gallerie, Massiccio del Pasubio

"Con questa mostra – dice Margherita Guccione – dedicata a una delle fotografe più interessanti del panorama italiano, il MAXXI Architettura intende offrire una nuova occasione per far conoscere al pubblico le figure di spicco e le tendenze in atto nel mondo della fotografia contemporanea. Negli anni si è rafforzata una vera e propria linea di ricerca, che sta dando spazio a tutti quegli autori che, attraverso lo sguardo fotografico, esercitano un pensiero critico autonomo sul paesaggio e sull'architettura contemporanea". "Paola De Pietri – sottolinea Francesca Fabiani – è un'artista attenta a tutte quelle manifestazioni che riguardano l'accadere dell'esistenza. La sua ricerca, lontana da un approccio di tipo reportagistico, segue il filo delle transizioni lievi, dei passaggi lenti, di quella dimensione esistenziale in cui le cose – anche se apparentemente immobili – si modificano".

Paola De Pietri, Prè de Padon. Collezione UniCredit in comodato al MART di Trento e Rovereto

To face tradotto letteralmente significa affrontare, fronteggiare, tenere testa (anche a un nemico) o assumersi la responsabilità delle proprie azioni, ma significa anche semplicemente guardare, stare di fronte a qualcosa o qualcuno. Ed è questo che la fotografa cerca di fare: vedere con i propri occhi ciò che resta di quella storia che ha determinato l'oggi.

"Come tutti ho conosciuto le vicende della Prima guerra mondiale a scuola, e come molti della mia generazione ne ho sentito parlare in famiglia. – dice Paola De Pietri – "(…) Ho cercato in questi luoghi il filo sottile della memoria, l'ultimo baluardo di un passato che esce dalla sfera privata, prima dell'oblio. Sulle montagne, dove il tempo dell'uomo si è fermato e solo il tempo della natura ha agito le sue trasformazioni, i paesaggi che appaiono 'naturali' sono frutto delle battaglie e della permanenza di migliaia di soldati. In questi luoghi, ora meta di vacanza, è difficile ritrovare sotto i propri passi l'eco delle battaglie e del dramma: come se l' 'innocenza' dell'oggi avesse rimosso le violenze della storia".

Ho cercato in questi luoghi il filo sottile della memoria, l'ultimo baluardo di un passato che esce dalla sfera privata, prima dell'oblio.

17 maggio – 30 settembre 2012
To face. Landscape along austrian and italian front of the First World War
MAXXI Architettura
Sala Carlo Scarpa
via Guido Reni 4 A, Roma