Pawson exhibition

All'Architekturmuseum della TU München in mostra l'opera omnia dell'architetto inglese, lavori radicati nella tradizione britannica con fascinazioni che provengono dalla cultura giapponese e dalla Minimal Art.

L'Architekturmuseum della TU München sta ospitando la prima grande esposizione in Germania dedicata ai lavori dell'architetto inglese e ultra minimalista John Pawson.

Pawson è nato nel '47 nello Yorkshire, ed è considerato uno dei più grandi architetti dei nostri tempi, i suoi progetti sono un esempio di quella che si potrebbe definire l'arte del omissione, puri giochi di spazio, proporzioni, luce e materiali, un'architettura radicata nella tradizione inglese ma con fascinazioni che provengono dalla cultura giapponese e dalla Minimal Art.
Un'idea di minimumcome qualità e perfezione che emergono se ogni dettaglio e ogni combinazione sono ridotti all'essenziale. Donald Judd, che Pawson ama spesso citare, definiva questa riduzione come una concentrazione sull'essenziale: "Il punto di partenza è la ricerca del punto di partenza stesso, [dal momento che] il minimalismo è l'espressione semplice di concetti complessi".

L'esposizione all' Architekturmuseum della TU München mostra tanto il metodo di lavoro e il pensiero progettuale di John Pawson quanto i suoi oggetti architettonici e di design. Nella prima sala, Plain Space, le fotografie di grande formato di Jens Weber presentano quattro progetti nei loro rispettivi contesti: un ponte pedonale su un lago, un monastero e due case private. Accanto alle foto anche modelli e materiali di studio.

Nella seconda sala, un'installazione in scala 1:1, ridotta a sola forma e luce, e concepita appositamente per l' Architekturmuseum, dà la possibilità ai visitatori di esperire direttamente l'intensità di uno spazio minimizzato.

In alto: John Pawson, Baron House, Skåne,Sweden, 2005. Qui sopra: John Pawson, Sackler Crossing in the Royal Botanic Gardens, Kew, London, England, 2006

A seguire un esauriente esposizione dell'archivio fotografico di Pawson, proiettato e accompagnato da un commento dell'autore, una sorta di diario di immagini che non serve solo a mettere in luce l'inesauribile bagaglio di riferimenti di Pawson ma soprattutto riesce a trasmettere il suo personale modo di vedere e pensare.

Il percorso si conclude mettendo in mostra numerosi modelli architettonici e oggetti di design, offrendo una panoramica sull'ampiezza dell'opera di Pawson, case, chiese, cappelle e oggetti di tutti i giorni.

John Pawson, Pawson House, London, 1999

Per Pawson tutto è architettura, la sua filosofia personale non fa distinzioni tra la costruzione di una casa, il disegno di una forchetta o la scenografia di un balletto, ogni cosa può essere ricondotta a un'attenzione per le masse, i volumi, le superfici, le proporzioni, le correlazioni, la geometria, la ripetizione, la luce e i rituali. In ciascuna di queste istanze il grado di perfezione raggiungibile è il medesimo.

John Pawson, Baron House, Skåne, Sweden, 2005

Tre pubblicazioni accompagnano la mostra: John Pawson. Katalog, Walther König, John Pawson. Plain Space, Phaidon e A Visual Inventory. John Pawson sempre edito da Phaidon.

John Pawson portrait by Orla Connolly