I processi di trasformazione, specie quelli che investono delicati tessuti storici, come nel caso della città di Haarlem, sono complessi e si prolungano spesso a lungo nel tempo. Nel caso del progetto per Raaks ci sono voluti più di dieci anni perché dall'Urban Masterplan di partenza, redatto da Donald Lambert, Kraaijvanger Urbis, si arrivasse, attraverso una serie di workshop e ripensamenti di programma, al risultato finale che ha aperto i battenti nell'ottobre 2011.
Sin dall'inizio allo studio Bolles+Wilson era stato dato l'incarico per il blocco più esterno di questo denso pacchetto di risanamento urbano che, come è apparso evidente fin da subito, e come il masterplan prescriveva, doveva relazionarsi con la morfologia minuta dell'intorno senza soluzione di continuità. Questo blocco d'angolo doveva essere in grado di fare da scudo per il traffico, e da invito per i pedoni, doveva segnalare la presenza del nuovo intervento, ma prendere rispettosamente posto nella sequenza di facciate che definiscono il limite storico della città medievale.
I primi workshop in situ videro la partecipazione di rappresentanze del vicinato, rappresentanti della municipalità, promotori e architetti, Bolles+Wilson, Claus en Kaan, Jo Crepain e Kraaijvanger Urbis (a cui si deve, tra l'altro, il grande parcheggio interrato).
Lo studio del complesso programma funzionale ha visto, come prima proposta, una grande sala cinematografica e sette di dimensioni inferiori ai piani più alti, un Casinò sotterraneo e, al di sotto di questo, un parcheggio per i croupiers e gli scommettitori. Anche a questo livello di avanzamento le due funzioni erano separate da un passaggio che portava dalla facciata esterna di rappresentanza all'interno tra i due blocchi comunicanti.
Le questioni di scala e i riferimenti storici del monolitico Bioscoop in questa fase si limitavano a una facciata che giocava col concetto di schermo cinematografico, proponendo una grafica, dal gusto quasi pop, raffigurante il piano della Haarlem storica, sospesa sulla parete esterna corrispondente a quella dello schermo di proiezione, la stabile immagine della città contrapposta alla fluttuante realtà dei media.
Gli astanti però, e abbastanza giustamente, non erano per nulla entusiasti.
In seguito si procedette a spostare il cinema nei piani interrati e il Casinò colonizzò i piani alti. La richiesta fu quindi di ridurre il numero delle aperture in facciata, che rischiavano, forse, di distrarre troppo dalla serissima occupazione di inserire soldi in una macchina. Fu inoltre introdotta nel progetto una complessa struttura in acciaio per sospendere le funzioni al di sopra dei grandi volumi delle sale cinematografiche.
Bolles+Wilson: City Hall e Bioscoop
Da un processo di progettazione durato dieci anni, un edificio multifunzionale che riesce a integrarsi perfettamente con il tessuto minuto della città di Haarlem
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- 30 gennaio 2012
- Haarlem
A un certo punto però il Casino si trasformò in una City Hall. Questa era l'occasione tanto attesa per affrontare il tema delle finestre mancanti inventando un sistema che fosse in grado di articolare le aperture indipendentemente dalla struttura della facciata, talvolta a filo, talvolta sporgendo dalla superficie dell'edificio.
Una City Hall è di sicuro un edificio significativo e di una certa importanza, così, facendosi carico delle proprie responsabilità, i nuovi utenti si affrettarono a promuovere un'altra serie di workshop progettuali sotto l'egida delle ambizioni architettoniche del membro del consiglio municipale Chris van Velzen. "Non dimenticate la torre dell'orologio" e "pensate a Dudok" furono le sue istruzioni.
Il risultato fu l'articolazione di una complessa pelle in mattoni, una texture di linee d'ombra e superfici piane con giunti in malta di una colorazione leggermente più chiara.
Sempre in questa fase, si provvedette ad ammansire le seppur necessarie volumetrie complessive riducendole ad una scala appropriata per Haarlem, questo attraverso operazioni come l'arretramento dei volumi d'angolo e articolazioni spaziali capaci di giocare con la percezione della scala dell'edificio, ridimensionandola. L'ufficio di Henk Döll, che aveva già in passato disegnato una nuova Haarlem City Hall, si affiancò quindi ai workshop come responsabile degli interni per la pubblica amministrazione.
Un altro punto importante della vicenda riguarda l'argomento, discusso già nella fasi preliminari del progetto, della conservazione di un edificio risalente al XIX sec. che occupava parte del sito destinato al Bioscoop. Era, come si può facilmente immaginare, qualcosa di assolutamente incompatibile con i nuovi usi richiesti.
La strategia studiata da Bolles+Wilson è stata selezionare alcune componenti emblematiche e di buona qualità della pre-esistenza, metterle da parte e quindi restaurarle con attenzione per poi successivamente integrarle nel disegno del nuovo edificio.
Con la tecnica del frammento ripresa dal museo di Castelvecchio di Carlo Scarpa, elementi significativi sono appesi alle pareti, in una ricerca che tenta di rendere leggibile un palinsesto delle stratigrafie storiche e si articola in precisi momenti della composizione.
Due statue, che un tempo probabilmente intessevano un discorso su 'virtù' e 'prudenza', ora ,invece, stanno appollaiate su di una mensola d'angolo, cucita loro su misura, che sorveglia la piazza interna.
Archi, sculture, rilievi in pietra e catene in ferro sono disposti con cura sulle pareti cieche che danno sulla strada e sul passaggio interno tra i due corpi di fabbrica, creando un percorso che accompagna il passante all'interno del nuovo insediamento del Raaks.
Con la tecnica del frammento ripresa dal museo di Castelvecchio di Carlo Scarpa, elementi significativi sono appesi alle pareti, in una ricerca che tenta di rendere leggibile un palinsesto delle stratigrafie storiche e si articola in precisi momenti della composizione
Per quanto riguarda gli interni lo studio di Henk Döll si è occupato del design, dell'articolazione planimetrica degli spazi e di tutte le finiture. L'edificio segna un punteggio di 8 su 10 nella scala della sostenibilità redatta per gli edifici pubblici olandesi (GPR). La nuova grande hall, con i banchi informazioni, le sale di consultazione e i punti self service offe una visione sinottica, ampia e luminosa; i piani superiori sono occupati dagli spazi di lavoro di ben tre dipartimenti cittadini, con una soluzione che combina uffici tradizionali, open space, sale riunioni e luoghi di incontro. L'ispirazione per l'atmosfera degli interni è venuta dal dipinto del XVII sec. «Pekelharing» della pittrice Judith Leyster a cui la città di Haarlem diede i natali nel lontano 1609. Fondali calmi e geometrici su cui si stagliano elementi ricchi di colore, forme contrastanti, materiali e colori che si ritroveranno poi anche all'interno del Raakspoort.
Raakspoort — City Hall and Bioscoop
Progetto:: Prof. Julia B. Bolles-Wilson, Peter L. Wilson
Capo progetto: Christoph Macholz, Remco de Graaf
Assistente di progetto:: Heiko Kampherbeek, Susanne Asmuth
In cooperazione con: Döll architecten, Rotterdam (Interior City Hall)
Cliente: MAB Development Nederland B.V.
Area: 18,500 m²
Costi: 18.3 Mio Euro
Realizzazione: luglio 2008 – ottobre 2011