Il 6 dicembre 2008 un giovane di quindici anni, Alexandros Grigoropoulos, camminava, tranquillo nel quartiere universitario di Exarchia ad Atene. Intorno alle ore 21, un poliziotto gli spara, uccidendolo. Un video reso pubblico il giorno seguente mostra che l'omicidio non è avvenuto nel corso di scontri o rivolte, come specificato in un primo momento.
L'assassino aveva sparato senza, apparente, motivo.
Migliaia di giovani scesero sulle strade di tutto il mondo.
Fu l'inizio di una protesta che non si è più fermata. Quella morte rese definitiva una battaglia generazionale e non più ideologica.
La crisi stava tirando pugni e sassate al sistema finanziario internazionale.
La debolezza strutturale della Grecia rendeva la culla del mondo ancor più indifesa.
Una generazione capì di non avere più la certezza di un futuro.
Ovunque.
Da allora, una sequenza di crolli, di nebbie, di interruzioni.
Ma non di pause.
Era quasi Natale.
Anche gli alberi addobbati vennero presi di mira dalle proteste.
Sui muri apparsero le scritte "Merry Crisis and Happy New Fear".
Merry Crisis and Happy New Fear
Un brillante progetto artistico del promotore culturale Cristiano Seganfreddo ci riporta indietro di tre anni, alla Grecia appena raggiunta dalla crisi finanziaria.
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- 24 dicembre 2011