Il progetto Instant Design, a cura di Federica Sala
con Michela Pelizzari, è una selezione di progetti e progettisti, affermati ed
emergenti, che nel loro lavoro indagano il tema dell’effimero, del caduco e del design
come atto di fruizione.
Instant Design si articola in due mostre, come fossero i due capitoli di una stessa
narrazione.
Capitolo primo: pensieri commestibili
Il primo capitolo si concentra su alcuni esempi e esperienze legate al cibo ed alla sua
sperimentazione, un design “prêt-à-consommer” in cui il visitatore è chiamato a
fruire mentalmente e sensorialmente di un’idea.
Barbara Uderzo disegna gioielli commestibili fatti per sciogliersi al collo, Pablo
Matteoda inventa un dispensatore di tè che fa l’occhiolino allo Squalo di Spielberg e
Riccardo Blumer tiene all’Accademia di Architettura di Mendrisio un workshop su
“Progettare il formaggio”.
Il cibo quindi come applicazione del progetto, della mente o del linguaggio.
L’Associazione Fooda, presenta una ricerca sul linguaggio volta a tramutare in ricetta
alcune espressioni tipiche legate agli alimenti: “Com’è una faccia da pesce lesso?”,
“Come si mangiano i cavoli a merenda?”, “Avete mai reso pan per focaccia?”
Il cibo e gli alimenti si trasformano da materie prime di immediato consumo anche
in materie lavorate, come nella collezione di ceramiche a base alimentare Baked dei
Formafantasma, nei merletti tessuti con lo zucchero delle Ciboh o nei tessuti
alimentari di Emily Crane, che sintetizza (a caldo e a freddo) schiume alimentari
modellandole in corpetti e tessuti con risultati innovativi.
Dall’immediato consumo quindi a una forma lavorata o a una seconda vita come gli
oggetti creati dai Tour de Fork per rianimare le parti di scarto del nostro alimentare
quotidiano.
Instant Design. Capitolo secondo: atti fruibili sarà alla Triennale di Milano dal 22 febbraio al 3 aprile 2011
Instant Design #1: pensieri commestibili
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- Elena Sommariva
- 13 novembre 2010