Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di
Prato presenta "The colour is bright the beauty is
generous", la prima grande retrospettiva dell’artista
taiwanese Michael Lin. La mostra (aperta fino al 13
febbraio) è curata da Marco Bazzini, direttore
artistico del Centro Pecci, e Felix Schöber, in
collaborazione con l’Atelier di architetti giapponesi
Bow Wow.
Michael Lin è famoso a livello internazionale per i
suoi monumentali dipinti a muro e i pavimenti che
nelle sue suggestive installazioni ridisegnano e
ripensano lo spazio pubblico mettendo in
discussione i confini tradizionali tra pittura,
installazione, architettura e design. Nato nel 1964 a
Tokyo e trasferitosi poi negli Stati Uniti per
completare la propria formazione artistica, rientra
nel 1993 a Taiwan dove inzia un lento processo di
riscoperta del proprio passato e della propria
cultura che influenza la sua sensibilità estetica e lo
porta a fare propri i motivi decorativi, spesso
floreali, tipici dei tessuti tradizionali degli anni
Cinquanta, che divengono nel corso degli anni la
cifra stilistica della sua produzione artistica.
Meticolosamente realizzati a mano, i dipinti di
Michael Lin, che giocano con la tradizione del
minimalismo e la nozione di avanguardia e mirano
a mettere in discussione concetti quali modernità,
tradizione e identità culturale, non si esauriscono
sulla tela, ma proseguono idealmente nei luoghi
che li accolgono, dando vita a situazioni e spazi di
interazione umana che offrono allo spettatore una
ricca esperienza visiva, che sottolinea l’importanza
che per l’artista hanno due nozioni fondamentali nel
regno dell’estetica del sublime: le emozioni umane
e la bellezza.
Il percorso della mostra al Centro Pecci di Prato è
concepito insieme agli architetti giapponesi di
Atelier Bow Wow. L’artista ha realizzato una grande
pittura murale che occupa tre sale del Museo e che
parte dall’istallazione creata da David Tremlett
(attualmente nella collezione del Centro ma
ricostruita per l’occasione), mentre il pavimento
della sala nove è interamente occupato da una
pittura con particolari motivi floreali.
“The colour is bright the beauty is generous”
ripropone, tra i numerosi lavori esposti, alcune tra
le opere più importanti che hanno segnato la
ricerca di Lin. Tra queste Please remove your
shoes before stepping on the carpet and feel free to
choose from the selection of music –
un’installazione realizzata per la prima volta nel
1996 presso la Galleria IT Park a Taipei – e
l’installazione Imported – originariamente
creata nel 1998 a La Ferme du Buisson a Parigi –
entrambi ripensati apposta per gli spazi del museo
pratese. Nei lavori come Untitled Cigarette
Break del 1999, invece, i tipici motivi floreali
ricoprono modelli classici di mobili del Bauhaus,
creando, con un gesto apparentemente semplice,
un curioso effetto visivo che restituisce lo sguardo
ironico dell’artista sulla modernità.
Dalla collaborazione di Lin con Moroso nasce
l’installazione site specific, Spring 2003,
presente in mostra Prato e presentata per la prima
volta nello showroom a Milano in occasione del
Salone del Mobile, ed esposta successivamente ad
Art Basel e al Palais de Tokyo di Parigi. In
Island life (2006) alcuni modelli di tappeti
dall’Afghanistan e dallo Xinjiang e una carta
d’identità rilasciata dalla Repubblica Popolare
Cinese a un cittadino di Taiwan divengono i
protagonisti della serie di sei dipinti: come spesso
avviene, anche in questo caso l’attenzione di Lin
non si sofferma sulla grande politica, ma si
concentra piuttosto sulla molteplicità fluida degli
elementi che caratterizzano la quotidianità.
What a difference a day made coinvolge
musica, video e performance e ricostruisce l’interno
di una tipica chincaglieria in cui le centinaia di
oggetti – realmente acquistati dall’artista in una
vecchia ferramenta di Shanghai – sono stati
scrupolosamente catalogati e archiviati per colore,
forma e utilizzo, quasi fossero reperti all’interno di
un museo di storia naturale; completano
l’installazione alcuni video che ritraggono l’acrobata
cinese che Lin aveva invitato per la prima
presentazione dell’opera nel 2008 alla Shanghai
Gallery of Art. Attraversando la scena,
caratterizzata da una connotazione culturale molto
forte, lo spettatore è spinto a interrogarsi sul
concetto di memoria, nostalgia,
smarrimento.
Nelle immagini, dall'alto:
Three on the Bund, Shanghai Gallery of
Art, Shanghai, China (Courtesy: Shanghai Gallery
of Art, Shanghai, China); Untitled, 2010
(Photo Walter Bettens for Damn magazine No. 25);
Spring, 2003 Moroso, Milan, Italy
(Courtesy: Moroso, Milan, Italy); Fukuoka,
2009; Quai Rambaud, installation
Experience de la Durée - Lyon Biennial, Lyon,
France; People's Gallery, 21st Century
MOCA, Kanazawa, Janpan (Courtesy: 21st Century
MOCA, Kanazawa, Japan); Georgia Street
Plaza, Vancouver 2010.
Michael Lin a Prato
View Article details
- Loredana Mascheroni
- 30 ottobre 2010